Capitolo 12- Back to the past

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Dopo quel pomeriggio ho sentito davvero l'esigenza di non fermarmi e continuare a liberarmi.

Ali quella sera stessa ha riunito tutte e, in qualche modo, sono riuscita a parlare come non avevo fatto mai. Ora sanno quella cosa in più che, a volte, mi bloccava e non mi faceva andare avanti.

*Flashback*

Siamo sul lettone di Alissa come quando vediamo un film e ci mettiamo strette strette creando un legame tra noi e la storia che seguiamo cosicchè se piange una, piange automaticamente anche l'altra.

Solo che, questa volta, è la mia storia.

Pensavo di ripercorrere i miei ricordi in solitudine, invece, eccoci qui.

Attaccate le une alle altre come a costruire un riparo quando c'è la pioggia e non hai l'ombrello.

<< Forza Rose, siamo qui con te. Dille le cose che ti preoccupano e cercheremo di affrontarle insieme. Se ti chiudi a riccio, questa cosa ti perseguiterà.>> Mi incita Becca.

Ha ragione, ma non sempre è facile aprirsi alle persone. Non lo è mai. Cerchi di sorridere sempre e non lasciarti sorprendere dalle cose che ti accadono.

E, invece, puntualmente le persone di cui ti sei fidata ti girano le spalle e crolli, di nuovo. Più sola che mai.

Ma, si dice che la vera forza sia cadere e rialzarsi più forte di prima, no?

Così ho cercato di farlo da sola sorridendo e cercando di essere la roccia degli altri.

Molto spesso, però, quella roccia si sfalda e cominciano a formarsi delle crepe così piccole che, inizialmente, cerchi di nascondere. Ma fino a che punto? A quale prezzo?

Di nuovo, silenzio. Il silenzio mi spaventa perchè porta, inevitabilmente, al vuoto. E, quando sei vuota non riesci a provare alcuna emozione.

Te ne accorgi soltanto nel momento in cui qualcuno ti dice che non puoi più andare avanti così.

Poi, ti alzi e decidi di lottare. Per te stessa, per tua madre, per le persone che non ti lasciano mai e ti rendi conto che non sei poi così sola e che, magari, qualcuno ti accetta per quella che sei.

<< Ho perso mio padre quando avevo 11 anni. Sono sempre stata una bambina più grande dell'età che aveva, perciò essere forte in quel momento non mi è pesato.

Ho trascorso l'infanzia tra un ospedale e l'altro, ma, in un certo senso, ero una bambina spensierata e serena. Nessuno poteva portarmi via ciò che amavo più di me stessa: la mia mamma e il mio papà.

Nonostante persi mio nonno ad un mese di vita e mia nonna undici anni dopo, andavo comunque avanti.

Poi, un giorno, a otto mesi dalla recente perdita, scoprimmo che papà aveva un tumore...>>

Mi devo fermare. Non posso apparire debole davanti agli altri. Ho paura che comincino a guardarmi con occhi diversi e non lo sopporto.

Io sono quella che sono a prescindere da quello che mi è successo.

Quello che ti capita nella vita ti cambia, è vero. Ma solo se tu glielo permetti.

<< Rose, non devi farlo per forza se non te la senti. Ti capiamo.>> Mi abbraccia Emma.
Ma devo farcela. Ce l'ho sempre fatta.

<< No, davvero.>> Mi scosto e continuo: << In quel momento è come se si fosse fermato il tempo. Avete presente quando c'e un blackout e rimani da sola nel buio a cercare, disperatamente, un modo per riaccendere la luce?

Like A Moon In The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora