18. Trappole. (Pt.2)

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E detto questo filò via, infiltrandosi fra gli invitati che la osservavano come fosse stata un fantasma o una zombie con gli occhi fuori dalle orbite ed una gamba in meno.

Pyper, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, le teneva dietro senza alcuna difficoltà anche con i tacchi vertiginosi che portava ai piedi. Si avvicinò a lei il tanto che bastava perché la sentisse: -Prim, è tutto ok?-

La ragazza annuì distrattamente, guardandosi intorno alla ricerca di Hugo e degli altri. –Sì, non preoccuparti.- rispose, per poi sgusciare in mezzo fra due abiti fin troppo pomposi.

-Mi dispiace- la incalzò Pyper seguendola. –Nostra madre...-

-Non preoccuparti- ripeté ancora Prim. –Non è colpa vostra.-

Pyper non rispose.

Continuavano ad andare alla deriva da una parte all'altra senza mai riconoscere nessuno.

Improvvisamente, Prim notò un paio di occhi azzurro sporco che brillavano in mezzo alla folla.

Hugo.

Insieme a lui c'erano Lucky e Gripho.

Il ragazzo si voltò improvvisamente verso di loro. I loro occhi si incontrarono per un istante interminabile, fermi gli uni negli altri. Prim sentì il cuore rallentare nel petto.

Hugo la fissò ancora per qualche secondo con lo sguardo pieno di una strana luce fiammeggiante, poi alzò un angolo della bocca e sorrise.

Non era scherno o sarcasmo. Era solo un sorriso. Chissà cosa pensava, chissà se la trovava bella. Ricordò quando era uscita dalla Sala dei Troni, l'espressione distesa e sollevata che aveva scorto sul suo viso, fra la folla.

Sorrise a sua volta e abbassò lo sguardo sulla punta delle scarpe. Sentiva improvvisamente il viso caldo, le guance bruciare.

Pyper la superò con due ampie falcate. –Ragazzi!- li salutò andando spedita verso di loro. Doveva essere abituata a farsi vedere vestita così dagli altri del gruppo.

Prim osservò istintivamente la reazione di Lucky. Sorrideva sereno, divertito e scaltro come al solito. Pyper sembrava non pensarci nemmeno più.

Si avvicinò a sua volta al gruppo. I ragazzi erano tutti e tre impacchettati in uno smoking nero che li faceva sembrare molto più maturi di quanto in realtà non fossero.

Lucky e Gripho, però, mantenevano ancora una nota infantile che gli illuminava lo sguardo, un ricordo lontano di estati passate al sole e di risate.

Hugo, al contrario, sembrava un demone risalito dall'Inferno camuffato da angelo, pronto a spedire la tua anima sulla via della perdizione eterna.

I capelli castani, ordinatamente pettinati all'indietro, risplendevano sotto la luce delle candele, riempiendosi di riflessi biondi come l'oro. Lo smoking gli fasciava le spalle ed il fisico statuario e i suoi movimenti erano decisi ed eleganti come quelli di un nobile inglese di fine ottocento. Aveva le labbra carnose e rosee e i suoi occhi brillanti risaltavano sugli zigomi scavati, fino a diventare giganteschi, sterminati e imperscrutabili come un cielo nuvoloso.

-Come sta andando la serata?- domandò distrattamente, spostando lo sguardo prima che il ragazzo potesse accorgersi che lo stava fissando.

Gripho alzò le spalle. –Niente di speciale. Le solite cretinate da chic.-

Hugo sorrise sardonico, infilandosi le mani in tasca. –Serate come questa sono un'ottima occasione per accalappiare buoni partiti.-

-E' proprio per questo che sono qui- rispose il ragazzo sistemandosi il papillon intorno al colletto della camicia. –Ho un buon partito da accalappiare.-

Runadium - La città delle stregheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora