22. Identità.

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"Guerre più atroci delle civili sui campi d'Emazia cantiamo

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"Guerre più atroci delle civili sui campi d'Emazia cantiamo

e il crimine divenuto diritto, e un popolo potente

vòltosi con la destra vittoriosa contro le sue stesse viscere."

Lucano – Pharsalia.


Prese un grosso respiro prima di tirarsi a sedere. Il trucchetto di magia curativa che Gripho aveva utilizzato per sistemargli la spalla aveva funzionato alla grande.

In poco meno di venti minuti, la ferita che la Stregata gli aveva inferto si era quasi completamente rimarginata, tutto quello che rimaneva era un taglio trasversale un po' più profondo del normale.

Ad ogni modo, faceva ancora male: la pelle tirava e pizzicava. In più aveva perso parecchio sangue e non era certo che sarebbe riuscito ad alzarsi. Prim però, almeno, stava bene. E questo gli bastava.

Con sua grande sorpresa non fu poi così difficile stare in equilibrio su tutti e due i piedi.

Guardandosi intorno, Hugo provò un leggero senso di nausea mista ad ansia e a fastidio. I corpi degli Stregati si stavano disfacendo, sciolti come la cera di una candela. L'intera stanza era pervasa da un tanfo infernale.

Gli ci volle qualche istante per decidersi a passare oltre i cadaveri e ad imboccare la porta d'argento dietro la quale aveva visto sparire tutti gli altri.

Forse, sveltendo il passo, sarebbe riuscito a raggiungerli.

Sfiorò con le dita il pomello gelido della porta ed un brivido gli strisciò su per la schiena. Era da quando aveva messo piede nel castello che una sensazione sgradevole, un impalpabile disagio, gli pesava sul petto.

Le braccia che uscivano dall'argento si allungavano sinistramente verso di lui, sembravano volerlo ingoiare.

Spalancò la porta e sgusciò oltre la soglia. Per un breve lasso di tempo, una cascata di luce illuminò parte del pavimento, scoprendo delle piastrelle scure, probabilmente blu o nere, poi la porta si richiuse alle sue spalle con un tonfo tale da far tremare l'aria ed i suoi occhi piombarono nel buio.

Fece qualche passo avanti, poi allungò una mano di fronte a sé e sussurrò: -Pyra.-

Un istante dopo, una lucetta aranciata gli brillava fra le dita, senza scottarlo, lanciando scaglie dorate su ciò che si trovava intorno a lui.

Con suo sommo disappunto, dovette constatare che si trovava in una stanza.

Una stanzetta angusta, tappezzata di carta da parati scura e completamente vuota.

Forse ho sbagliato porta.

Si voltò, illuminò l'uscio con l'arancio del lume che gli ardeva in una mano e spinse la porta con l'altra, ma quella non si spostò nemmeno di un millimetro.

Runadium - La città delle stregheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora