6. Un grasso ragazzo di 120kg

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"Riri!!" Erina sussultò quando Ian le corse incontro e la sollevò da terra. Nei corridoi della scuola. Davanti a tutti.

"Ma sei scemo?!" Esclamò dandogli un forte morso alla mano per fargli lasciare la presa.

"Ahia! Mi hai fatto male! Violenta che non sei...altro..." Ian era meravigliato e aveva un'espressione da ebete in faccia.

Ieri non ci aveva fatto caso visto che era molto preoccupato per lei, ma Erina era bellissima senza gli occhiali rossi.

"Che c'è?" Chiese lei infastidita da quella eccessiva attenzione, distogliendo lo sguardo.

Ian si riprese e la poggiò di nuovo a terra.

"Ma che fine hanno fatto i tuoi occhiali?" chiese lui indicandole gli occhi ancora più glaciali e grandi senza l'orripilante montatura rossa.

"Ti sei forse scordato che la tua adorata amichetta, che non ferirebbe neanche una mosca, ieri me li ha letteralmente spaccati buttandomi una pallina da tennis in faccia?!" Domandò retorica lei ancora arrabbiata, non voleva i soldi indietro, solo non ammetteva che tutto ciò fosse avvenuto per una semplice e stupida gelosia.

Ian non rispose, rimase a fissare intensamente la faccia di Erina, come se qualcosa non andasse, poi ebbe un'improvvisa illuminazione.

"Bingo! Il problema sono i capelli!" Non diede neanche il tempo di far assimilare la notizia alla ragazza che già aveva una mano dietro alla sua nuca e con una mossa decisa le slegò la coda, liberando i suoi lunghi capelli mossi.

Erina, presa dalla situazione improvvisa, come difesa personale, diede un pugno al naso del moro, che si fece non poco male. Fortuna se n'erano andati tutti e non c'era più nessuno, altrimenti non l'avrebbe passata liscia per aver appena picchiato il figlio del preside.

Lui la guardò con gli occhi pieno di stupore, mentre si tappava il naso per fermare il sangue.

"Scusa..." sussurrò flebilmente lei, poi se ne andò via di corsa. Si sentiva in colpa e avrebbe voluto metterci più sentimento in quel 'scusa', ma quello che era uscito fuori era solo un 'scusa' gelido, quasi detto sotto costrinzione.

Nonostante Ian aveva ora un naso rotto, non si era pentito di nulla. Quando aveva sciolto i capelli a Erina e lei le aveva dato quel pugno per poi spostarsi i capelli all'indietro, era apparsa ai suoi occhi bellissima, quasi come una dea. 

Erina Stevenson, senza quegli occhiali, la maledetta coda sempre alta e la tuta sempre di un colore fosforescente, era davvero una gran gnocca.

***

Quando Rin stava per entrare nella sua classe, notò che molte persone la stava fissando più del solito e che tutti le stavano parlando dietro, atteggiamento che non sopportava.

Si avvicinò allora al suo vecchio amico d'infanzia, che ora stava in classe con lei "Luke, mi faresti il piacere di spiegarmi cosa sta succedendo?" chiese lei con una serietà che destabilizzò momentaneamente il ragazzo.

"Vai a vedere da sola la porta del bagno delle ragazze" detto ciò Luke si alzo e uscì dalla classe. 

Era ancora offeso, tutti l'avrebbero capito, tutti tranne Erina che era anche una persona ottusa. 

Luke si era aspettato una qualche spiegazione o almeno una giustificazione dopo ciò che aveva visto a casa della bionda, ma quest'ultima non l'aveva mai cercato. Si era limitata a salutarlo e poi tutto il tempo l'aveva passato con il moro.

"Una maledetta ottusa, ecco cosa sei" sussurrò tra sé e sè, mentre si dirigeva verso le macchinette. Aveva bisogno di un caffé.

Intanto Erina era giunta nel bagno delle femmine e ciò che vide non le piacque per niente. Immediatamente si addentrò in quella folla di ragazzi davanti all'entrata del bagno e subito iniziò a strappare i volantini che ritraevano una lei di cinque anni fa mentre combatteva con paio di ragazzi armati di mazze da baseball.

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