10. Volevo venirti a parlare, sai?

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"Riri, guarderesti un film con me?" Chiese Ian dopo una buona manciata di minuti passati in un religioso silenzio, come se entrambi avessero paura di rovinare quella loro intimità, mai avuta fino ad ora.

"Solo perché te lo devo" rispose pacata la bionda, facendo sbuffare il moro, infastidito dalla ragazza che rimase impassibile come al suo solito, forse anche un po' deluso. 

Non pretendeva che, da un momento all'altro, Erina ritornasse quella dolce bambina di sempre, ma aveva sperato che almeno cambiasse il suo modo di trattarlo con freddezza e impassibilità. Pensava fossero diventati più intimi.

"Ti va 'Le colline che sanguinano'? Sai, è un horror di qualche anno fa, ma non ho mai avuto l'occasione di guardarlo. Ti va bene?" Erina annuì, cercando di nascondere il proprio entusiasmo, perché sì, era entusiasta. Nei suoi diciotto anni, non aveva mai guardato un film con qualcuno, neanche con il proprio padre.

Spesso e volentieri si guardava dei documentari, ma un film non l'aveva mai visto. Non aveva mai avuto nessuno con cui fare questa attività e non l'aveva mai fatto da sola.

Anche Ian era entusiasta, non vedeva l'ora di poter stringere tra le proprie braccia una Erina che urlava per lo spavento.

***

"Oddio!- esclamò Ian sussultando, il film si stava rivelando più spaventoso di quello che aveva pensato -Maddona cara!- esclamò di nuovo vedendo Babyface. Non era una gran bellezza quell'essere -E la porca puttana!" Disse per la centesima volta quando ci fu un primo piano di Babyface, mentre Erina alzò gli occhi al cielo.

"Ma hai davvero paura di una cosa del genere?" Chiese lei alzando un sopracciglio, mentre un Ian avvolto come un bozzolo nelle coperte si ricompose.

"Pff, io, paura? Ma ti par... Ahhhh, cazzo!" Urlò ricoprendosi la faccia con le coperte, strappando un sorriso divertito dalle labbra della bionda, mentre si buttava in bocca una manciata di popcorn al caramello. Le faceva ridere il suo modo infantile di voler sembrare coraggioso quando in realtà era spaventato a morte e non vedeva l'ora che il film finisse.

"Oh madonna santa, stai ridendo!" Disse lui indicandola in modo incredulo, mentre questa ritornò subito alla sua solita espressione senza emozioni. Anche Erina era incredula, non ci poteva credere, era davvero da tanto che non rideva. 

Stava seriamente rivalutando il ragazzo al suo fianco. Si stava rivelando una persona abbastanza interessante.

"E no! Adesso che so quanto sei bella quando sorridi, non permetterò che ritorni alla tua solita faccia neutra- affermò Ian guardando la ragazza in modo serio. Era davvero rimasto colpito dalla sua bellezza, cioè, lei era bella sempre, ma lo era di più quando sorrideva, gli ricordava la lei da piccola -Soffri il solletico?" Chiese lui sorridendo in modo diabolico, mentre la paura si disegnò nel volto di Rin.

Lei non soffriva il solletico, lei aveva il terrore del solletico!

Bastava che una persona le toccasse leggermente, anche in modo involontario, un fianco che subito si richiudeva su se stessa come un riccio.

Ian, con un ghigno soddisfatto, si avvicinò alla ragazza, che istintivamente si allontanò. "Non ti azzardare o giuro che stavolta ti castro" minacciò lei indietreggiando sempre di più, finché non fu bloccata dal bracciolo del grande divano nero. Il ragazzo si stava avvicinando sempre di più con le mani tese in avanti e Erina era già in posizione di attacco.

Se solo l'avesse sfiorata, l'avrebbe fatto fuori. E non stava scherzando.

Quando vide il moro a trenta centimetri dal suo corpo stava per scattare in avanti e dargli un pugno al naso, ma lui prontamente si sedette sulle sue gambe e le bloccò le mani sopra la testa, accorciando le loro distanze di una ventina di centimetri.

"Non mi ricordi davvero? Ero così insignificante per te?" Chiese lui con tono rammaricato e ritornando tutto d'un tratto serio.

Lui l'aveva portata nel proprio cuore per tutti quegli anni, l'aveva notata fin dal primo giorno delle superiori, solo che non aveva mai avuto l'occasione di rivolgerle la parola, troppo imbarazzato per farlo.

Erina lo guardò accigliata e smise di opporre resistenza, tanto che Ian le lasciò i polsi e la guardò come perso nei propri pensieri.

"Ianuccio non ti dice nulla?" domandò ancora guardandola dritta nei suoi occhi verdi. Gli occhi di Ian erano di un blu profondo e in quel momento la stavano fissando. Involontariamente si sentì avvampare e il cuore accellerare, sopratutto quando si rese conto che erano vicinissimi, talmente tanto che riusciva a sentire il suo fiato sulle proprie labbra.

"Ti ho pensata fin dalla prima volta che ti ho vista da piccoli, finché non ti ho rivista di nuovo quando hai messo piede nella scuola per la prima volta. Ero felicissimo, lo giuro, anche se eri un po' diversa da quello che avevo immaginato" confessò il moro avvicinandosi al collo della bionda, la quale strinse i pugni. Il cuore le stava battendo all'impazzata e lo stomaco stava iniziando ad andare in subbuglio. Di nuovo. Non ricordava davvero nulla.

"Mi aspettavo fossi un po' più...più...rosa- disse lui sorridendo leggermente, confondendo non poco Rin -Amavi così tanto quel colore che ti avevo sempre immaginata come una principessa. Volevo venirti a parlare, sai? Ma avevo paura che tu non mi riconoscessi, infatti è quello che hai fatto" contastò il moro incrinando leggermente la voce, mentre continuava strusciare il proprio naso sul collo della bionda. Aveva un buonissimo odore di torta al cioccolato. Erina era come se fosse in trance. Il cuore continua a battere forte e iniziò a sentire un calore diffondersi in tutto il suo corpo. Ian era troppo vicino, ma allo stesso tempo non riusciva a spingerlo via.

"Avevo anche paura che se sapevi chi ero diventato saresti stata delusa di me. Sai, dopo che mia madre è morta, mi son chiuso in me stesso e l'unica cosa che sapevo fare era fare a cazzotti. Quando poi mi sono reso conto che eri una sorta di ghiacciolo e che tutti avevano iniziato ad evitarti come un' appestata, mi sono incazzato tantissimo, volevo picchiarli tutti, ma tu sembravi indifferente e non so se questa cosa sia bella o brutta. Sembravi totalmente un'altra persona e ho iniziato ad avere dubbi sui miei sentimenti verso di te, quindi ho passato la seconda e la terza a rimuginare sui miei sentimenti, finché verso l'inizio dell'estate scorsa non ho rivisto in te la vecchia Erina. Eri così dolce quando ti sei presa cura di quel gattino abbandonato" disse lui avvicinandosi alla guancia della bionda, per poi lasciarci un bacio. Erina sussultò, la sua mente si stava annebiando, era come se fosse totalmente in balia di quel ragazzo.

"Poi qualche mese fa ti ho rivista nella periferia. Allora decisi di avvicinarmi a te nel modo più stupido possibile" Ian si stava per avvicinare alle sue labbra, se non fosse che lei lo fermò bloccandogli il petto con le mani. Lui non si ritrasse, ma continuò a fissare Erina, la fissava con tanta intensità che alla fine lei distolse lo sguardo e tolse le mani. Non riusciva a reggere il suo sguardo. I suoi occhi erano troppo intensi.

Il ragazzo si stava avvicinando sempre di più, le urla del film horror scomparvero magicamente, lasciando come sottofondo solo il cuore che batteva all'impazzata di Rin e il suo respiro sempre più veloce.

Ogni rumore scomparve, ogni cosa scomparve, ora c'erano solo lui e lei.

Mancava solo un centimetro prima che si baciassero... "Buon pomeriggio a tutti! Ian amore di pap...oh madonna santissima!" Urlò il preside coprendosi gli occhi, mentre Erina sgusciò velocemente fuori dalla presa del ragazzo per poi scappare in camera sua e rinchiudersi dentro.

Ian fulminò con gli occhi il proprio padre. Dire che era incazzato era un eufenismo, perché ora lo stava seriamente odiando. 

Let Me Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora