9. Ricordi

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Ian camminò arrabbiato fino alla propria casa, appena entrò, andò subito nella propria stanza e si rinchiuse dentro.

Un vecchio ricordo, che era ormai oggetto dei suoi sogni, si fece vivo nella sua mente.

"Ciao Ianuccio!" Salutò la bimba mettendo in mostra i suoi piccoli dentini da latte, tutti in fila, finchè il bambino non vide un piccolo buchino.

"Ma ti è cascato un dente!" Esclamò lui avvicinandosi alla biondina, che sorrideva fiera di se stessa.

"Me l' ho tolto da sola e non ho pianto! La mamma ha detto che sono la bambina più coraggiosa di questo mondo!" Si vantò la bambina mettendosi una mano sul petto con un sorriso smagliante.

"Riri, ma la fatina dei denti ti è venuta a trovare?" Chiese il moro continuando a guardare con curiosità Erina, che annuì con enfasi.

"Mi ha portato un soldino tutto mio! Sono ricca!- rispose la biondina tirando fuori dalla tasca della gonna una monetina scintillante -Poi, la mamma mi ha regalato anche questo vestito, ti piace?" Chiese lei facendo una giravolta su stessa, facendo arrossire il ragazzino, catturato dalla bellezza e dalla positività della bambina.

Portava un vestitino rosa, con una gonna che arrivava sotto al ginocchio. All'altezza della vita aveva una grande rosa rossa, mentre ai piedi portava delle scarpette bianche. Sui capelli aveva anche due mollette, sempre rosa, a forma di farfalla.

"Sei bellissima" confessò lui facendo ridere la bambina imbarazzata.

Ian sbuffò pesantemente, perché Erina non poteva ritornare alla dolce bambina di una volta? Perché non poteva essere più sincera con se stessa e con lui? Ma soprattutto, perché non si ricordava di lui? Era stato forse solo un vago ricordo d'infanzia, che non era neanche degno di essere ricordato?

Mentre Ian si stava facendo tutte quelle domande, anche Erina rientrò in casa. Dopo essersi scusata con Luke per il comportamento immaturo del moro e lo riaccompagnò fino a casa.

Salì le scale che la portavano verso la sua camera e la aprì  senza neanche soffermarsi davanti alla porta del moro. Si era sentita un po' in colpa per aver detto quelle parole a Ian, ma non riusciva proprio a sopportarlo quando era infantile, cioè il 90% delle volte. Poi c'era quel 5% dove stava mangiando, perciò teneva la bocca chiusa e nel restante 4,99% stava bevendo, quindi soltanto in quel 0,01% riusciva a sopportarlo.

Erina si morse l'interno guancia, ricordando il bacio della sera precedente. Odiava ammettere che quel momento faceva parte di quel 0,01% dove lo sopportava.

***

"Mia cara, come va la scuola? Ti trovi bene? Hai qualche lamentela?" Chiese il signor Cox mentre le versò un po' di vino rosso nel calice. Rin guardò in modo forzato quel liquido rosso. Lei non aveva mai bevuto alcolici nei suoi diciotto anni.

"Grazie per l'interessamento, signore. La scuola va tutto bene, mi trovo bene e non ho nessuna lamentela" rispose la bionda facendo fare una smorfia a Ian, che non l'aveva né guardata né avvicinata per tutta la sera. Era uscito solo per mangiare e da quel momento in poi non aveva più proferito parola.

"Suvvia! Non mi parlare in modo così formale! Puoi chiamarmi Mark o se preferisci, direttamente papà" A quelle parole Ian e Erina quasi si strozzarono contemporaneamente con il cibo.

Let Me Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora