7. Ti trasferirai

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Con una spinta Erina allontanò Ian dal suo corpo e si coprì immediatamente le labbra. Ma non lo schiaffeggiò.

"Ma come ti è saltato in mente?!" Urlò lei rossa dalla rabbia, o forse no...

"Questo è il prezzo che devi pagare per avermi accusato ingiustamente. Questo bacio me lo sono guadagnato" detto ciò Ian se ne andò verso i suoi amici, che avevano assistito a tutta la scena.

Tra occhiate di stupore e quelle omicida delle ragazze, Erina scappò via dalla palestra.

Il cuore pulsava a mille, lo stomaco era tutto sottosopra e aveva le guance in fiamme. Sicuramente aveva la febbre. Altrimenti non si spiegava.

Cazzo. Pensò lei toccandosi le guance, sentendo ancora il cuore battere incessantemente.

***

La bionda stava per raggiungere il proprio condominio se non fosse che un gruppo di persone le bloccarono la strada. Oggi era andata a scuola con la bici, visto che la sua cara macchinina era a fare la revisione.

"Ti avevo detto di stare alla larga dal mio Ian!" Esclamò Anastasia capeggiando gli omoni tatuati, tutti armati di mazze da baseball. 

Erina li squadrò da testa ai piedi, poi fece un leggero ghigno e continuò per la sua strada, finché non fu a faccia a faccia con la rossa, che le tirò il cappuccio della felpa, oggi di un bel verde smeraldo.

"Mi faresti il piacere di spostarti? Sai, ho fame e vorrei tornare a casa per mangiare" annunciò lei con serietà, ricevendo però da parte della ragazza un sonoro schiaffo.

"Smettila di guardarmi con arroganza! Odio i tuoi modi altezzosi!" Rin fece un gran sorriso e, ignorando completamente la rossa, cercò di ritornarsene a casa, ma un omone la fermò mettendole davanti il suo grosso braccio tatuato.

"Mi dispiace signorina, ma lei da qui non passa" sentenziò lui facendo sbuffare la bionda.

"Andatevene subito e lasciatemi in pace oppure sarò costretta a chiamare la polizia- disse con calma Erina, ma vedendo che nessuno muoveva un passo, tirò fuori dalla tasca della tuta il suo vecchio cellulare della Nokia, ma proprio quando stava per digitare il numero, Anastasia le prese il cellulare di mano e lo buttò a terra, non riuscendo però a romperlo -Sai qual è la cosa positiva dei vecchi telefoni? Che non importa quante volte li butti o da che altezza li butti, questi non si rompono" Ana strinse le labbra in una stretta linea e stava per calpestare il telefono rosso, se non fosse che Erina scese di corsa dalla sua bici e la spinse via con forza.

"Non ti azzardare!" Esclamò lei con rabbia, raccogliendo il piccolo telefono per poi rimetterlo in tasca. Quel telefonino era la sua vita, il suo tesoro più prezioso. Le era costato ben sessantacinque euro!

"Come cazzo hai osato spingermi a terra?! Attaccate!" A quel comando tutti gli omoni si gettarono su Erina, la quale si tirò su le maniche.

Con un calcio fece fuori un uomo con il drago cinese tatuato sul braccio sinistro, poi con un gancio sinistro allontanò da sè un altro grosso omone e continuò ancora per un po' con calci e pugni,finché tutti gli omoni non furono a terra. In totale erano cinque.

Era capace di mettere a terra un branco di omoni, ma non era capace di fermare i baci di Ian. Sbuffò a quel pensiero.

Anastasia guardava con stupore Erina, ma poi si riprese e corse verso di lei con un pugno ben serrato, ma non riuscì neanche ad avvicinarsi al corpo della bionda che inciampò e cadde a terra. Sbatté il pugno a terra e fece un urlo di frustrazione.

"Non fare più stupidaggini del genere o la prossima volta chiamerò davvero la polizia" Erina se ne andò e finalmente la rossa poté piangere per la rabbia. La detestava. Detestava Erina Stevenson.

Let Me Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora