Capitolo 13

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POV'S NICOLE

Lo portai con me in salotto, avevo ancora i capelli bagnati, ero scalza, in pigiama. Non me ne resi conto fino a quel momento.
"Oddio Ste, scusa! Vado a vestirmi."
Feci per allontanarmi e andare di sopra ma lui scoppiò a ridere e mi tirò a se, stringendomi in un abbraccio. Non mi sentii per niente a disagio. Avevo bisogno di sentirmi così, avevo bisogno dei suoi abbracci. Presi coraggio e contraccambiai il suo abbraccio.
"Sei a casa tua. Che problema c'è se sei in pigiama?! Tranquilla. Solo.. I capelli asciugali, non vorrei che tu ti ammalassi."
Mi staccai da lui, sorrisi. Non riuscii a trattenermi. Lo accarezzai e lo vidi socchiudere gli occhi. Mi fermai.
"Grazie"
Riaprì gli occhi visibilmente deluso.
"E di cosa?"
"Di essere qui."
"Grazie a te per avermi permesso di esserci."
Ci abbracciammo di nuovo. E ogni volta in quell'abbraccio ci lasciavo un pezzetto di me.
Ci staccammo e lui si tolse il giubotto.
"Vengo con te di sopra. Posso asciugarteli io i capelli?"
Lo guardai divertita mentre salivamo le scale e lui sorrise ancora.
"Che c'è? Perché mi guardi così?"
" Da quando sei diventato parrucchiere?"
"Ehi! Guarda che ho fatto un taglio a Claudio ( Marchisio ndr) in Nazionale da paura! E poi Salvo mi ha insegnato qualche trucchetto."
Disse tutto quando ormai eravamo già in bagno e lui aveva preso delle forbici.
"Si... Okay. Però allontana quelle cose da me."
Ridevo prendendo le forbici dalla sua mano e nascondendole in un cassetto.
Lui non rise, rimase semplicemente lí, fermo a guardarmi. Arrossii e lui se ne accorse.
Spostò lo sguardo.
"Allora signorina," disse indicando la sedia vicino al lavandino. "Come li vuole questi capelli?"
"Asciutti, grazie!"
Scoppiò a ridere, di quelle risate grosse che ti piegano in due. E quel suono meraviglioso mi entrò nella testa. Riuscivo a sentirlo nitidamente. E Dio se mi faceva star bene.
"Perché ridi? Cosa ho detto di buffo ora?"
Lui tornò quasi serio e lo vidi dallo specchio, chinarsi con la testa vicino al mio orecchio. Sussurrava, e quando lo faceva mi faceva diventare matta.
"Tu sei buffa piccola!"
Mi stampò un sonoro bacio sulla guancia e si affrettò ad accendere l'asciugacapelli per impedirmi di replicare.
In realtà il mio cuore correva talmente forte che non sarei riuscita comunque a concentrarmi su una risposta.
Le sue mani che si muovevano sulla mia testa accarezzandomi i capelli, quelle carezze sulla nuca mi facevano sentire amata, protetta, voluta, giusta.. A casa.
Finì dopo forse meno di dieci minuti. Mi alzai e lo ringraziai, sorridendo mi prese per mano.
"Ora andiamo, altrimenti perdiamo il pre-match."
Tornammo in salotto e accendemmo la tv. C'erano miei libri sparsi ovunque: sul divano, sul tappeto, sul tavolino e potrei giurare di averne visto uno anche sulle scale.
'Maledetta scuola!' pensai tra me.
Mentre lui cercava il canale, cioè mentre mi risintonizzava i canali Sulla tv, io recuperai tutti i libri e li rimisi nello zaino.
"Già tanto lavoro?" mi chiese.
"Eh si abbastanza. Sono arrivata in un periodo pieno di verifiche e interrogazioni. Devo rimettermi in pari se voglio raggiungere i miei obiettivi."
"Determinata eh?!"
"Si. Ora si.."
"Che vuoi dire?"
Avrei dovuto evitare di tirar fuori quel discorso.. Cercai di deviare.
"Stewel Sul tavolino c'è il tablet. Ordini tu?".
"Certo! Che pizza vuoi?"
"Salsiccia piccante grazie :)"
"Oh-oh una tosta."
"Scemo (:"
Sorrisi e gli lanciai un cuscino che prontamente lui prese. Scattò, uno scatto alla El Shaarawy, tipo quando parte dalla sua area e si fa tutto il campo per arrivare nell'area avversaria e fare gol.
Me lo ritrovai vicino che non seppi nemmeno come e quando. E non ebbi il tempo di reagire.
Mi prese in spalla e mi portò sul divano lasciando che ci cadessi sopra. Lasciò il cuscino e prese a farmi il solletico. 'Mossa sbagliata Faraone! Io non soffro il solletico! Io non AHAHAH... Non soff.. AHAHHA'
Cominciai a ridere, non so perché. Non avevo mai provato quella sensazione in vita mia, perché davvero non avevo mai sofferto il solletico. Mai, fino a quando non mi ha sfiorata lui..
"La smetto solo se implori pietà!"
"Ahahah si Faraone ahahha vuoi anche che mi prostri a te? Ahahhahaha"
"Ah, fai la spiritosa? Va bene, allora continuo"
"Ahahhahahah no dai ahahahah va bene! Va bene, va bene..."
Si fermò, ripresi fiato.
"Ora ripeti la frase: 'Scusa Stephan, mi dispiace averti lanciato quel cuscino.'"
"Va bene... Scusa Stephan, mi dispiace che il cuscino che ti ho lanciato non ti abbia preso in pieno!"
Si preparò all'attacco, ma stavolta fui più veloce. Infondo, velocista lo ero anche io.
Si sbilanciò e cadde sul divano, si rigirò per sedersi pronto a difendersi ma lo anticipai anche questa volta.
Presi un cuscino e mi misi a cavalcioni su di lui. Già rideva. E io cominciai a prenderlo a cuscinate.
Riuscì a togliermi il cuscino, ridevamo entrambi come matti. Mi bloccò le mani con una delle sue. Piano piano la nostra risata andava scemando, il momento divertente si trasformava in altro. Avvicinò la sua testa alla mia e lo stesso feci io. Fronte contro fronte, naso contro naso. Il suo respiro sulle mie labbra e il suo sulle mie. Le nostre labbra si sfiorarono per mezzo secondo... E il campanello ci fece sobbalzare.
Mi ridestai di colpo, mi alzai.
"Deve essere il tipo delle pizze. Vado ad aprire."
Lui, che fino a quel momento era rimasto inerme seduto sul divano, si alzò di scatto e mi venne vicino.
"Vado io, altrimenti prendi freddo."
Mi diede un bacio sulla fronte e andò ad aprire.
'Respira. Respira.'
Ogni secondo in più con quel ragazzo mi rendevo conto di quanto i miei sogni fossero reali prima di tutto questo. Di quante volte piangevo perché lui non era con me, e tutte le volte sentivo una mano sfiorarmi l spalla. Di quanto reale fosse quello che sentivo per lui prima di conoscerlo. Quella cosa dentro di me che cresce attimo dopo attimo.
'Voleva baciarmi? Respira.'
"Ecco le pizze!"
Rientrò tutto sorridente in salotto.
Vado in cucina a prendere dell'acqua, tovaglioli, bicchieri.. Quello che serve insomma. Arrivo."
"Va bene, ma fa presto. Stanno entrando in campo"
Andai in cucina e presi tutto quello che serviva. Tornai da lui ed era seduto sul tappeto a gambe incrociate, spalle appoggiate al divano, intento a sentire le formazioni delle due squadre. Mi venne spontaneo sorridere.
"Eccomi."
Mi sorrise e mi indicò di sedermi accanto a lui. Non me lo lasciai ripetere due volte e mi accomodai a terra.








"Angolo autrice:
Ciao a tutti !! Scusate la lunga assenza ma sono stata davvero super impegnata. Spero di rifarmi in questi giorni pubblicando più capitoli.
Comunque questo è il nuovo capitolo. Cosa ne pensate? Cosa credete che succederà? Commentate e fatemi sapere.
Al prossimo angolo autrice.
Besos :-*"

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