Capitolo 25

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"Che ci fai qui? Vattene!"

Quelle parole, dette da lui in quel modo... una pugnalata al cuore avrebbe fatto meno male. Ma infondo me lo meritavo. Erika rispose al posto mio.

"Stephan siediti per favore, sentiamo cos' ha da dire."

"Sentire cosa ha da dire? Ma stiamo scherzando? Dopo tutto quello che ci ha fatto passare negli ultimi sette mesi? No grazie, non ci tengo. E oggi è il compleanno di un mio amico, non sono io a dovermene andare. "

Deglutii un istante e mi feci forza.

" Non importa Erika, ha ragione. Magari un altro giorno, se vorrete, potrò spiegarvi. Anche se so che le cose non cambieranno. Volevo solo salutarvi.. ora posso anche andare via."

Erika lanciò un occhiataccia a Stephan mentre io mi allontanavo da loro e mi avvicinavo a lui. Ci ritrovammo di fianco, lui guardava a terra, io guardavo lui.

"Mi dispiace, di tutto. Anche se è normale che tu non capisca, sappi almeno questo..."

Non si scompose e si allontano per avvicinarsi ai suoi amici. Ester si fermò a guardarmi, lei sapeva chi fossi ma non avevo idea se sapesse anche il resto. Le feci un debole sorriso che lei prontamente ricambiò, poi mi allontanai.

Uscii dal locale e sentii dei passi seguirmi. Mi voltai per vedere a chi appartenessero e vidi Luca ed Erika venirmi incontro. Il primo si avvicinò e mi asciugò con le dita alcune lacrime che avevano iniziato a scendere dai miei occhi senza chiedere il permesso.

"Noi non ti lasciamo. "

"Io l'ho fatto Luca. Non mi merito nessuno di voi."

"Cuginetta, io ti conosco. Non fai certe cose se non c'è un motivo valido. E comunque sia, neanche la persona più cattiva di questo mondo meriterebbe questo trattamento. Noi veniamo con te, anzi, tu vieni con noi. A casa TUA!"

"Anche io l'ho trattato così, forse peggio. E lui più di chiunque, non lo meritava affatto. Ma l'ho fatto comunque. Va tutto bene, non serve che veniate con me. Non voglio rovinare la serata a Lorenzo, restate qui. E tranquilli, ci vediamo a casa."

Ci misi un po' , ma alla fine si convinsero a restare e io tornai a casa.


"Ciao mamma, sono io. So che sono stati sette mesi difficili, che mi sono fatta sentire poco e che probabilmente mi odiate. So che ho combinato un casino, ma posso spiegarvi se vi va di ascoltarmi... e poi vorrei conoscere la mia sorellina e rivedere mio fratello. Mi mancate da morire... sono a Milano ora, ma se vuoi scendo anche domani. Vi voglio bene!"

Scrissi a mia madre sperando che mi rispondesse, l'avevo chiamata per l'ultima volta il 30 Dicembre per fare gli auguri di buon compleanno a mio padre. Mi aveva chiesto spesso di tornare, di spiegargli quale fosse il problema, mi diceva che lo avremmo risolto insieme. Invece io avevo deciso di fare tutto da sola, io e la mia testa dura... La sua risposta non tardò ad arrivare.

"Amore mio, noi non ti odiamo. Tu sei tutta la nostra vita. Resta lì, saliamo noi. Così ci spiegherai tutto e potrai riabbracciare i tuoi fratelli. Sara ti somiglia tanto.."

Le lacrime cominciarono a scendere quando mi resi conto di tutto quello che mi ero persa in quei sette mesi. Tutto il tempo che avevo sprecato e che nessuno mi avrebbe mai ridato. Stephan non mi avrebbe mai perdonato, lo sapevo bene. Era testardo e quando si metteva in testa una cosa era quella. Avevo infranto molte delle nostre promesse andando via, avevo perso la stima e la fiducia che lui aveva di me. Avevo perso lui e sapevo che riaverlo indietro sarebbe stato impossibile. Ma io non avrei mollato, ci avrei provato fino alla fine perché non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lui, non ci ero mai riuscita in quei mesi e non ci sarei riuscita in futuro. Dovevo combattere per riprendermelo e fargli capire che nessuno avrebbe mai potuto prendere il suo posto. Magari sarebbe andata male, ma non potevo lasciare che se ne andasse via da me senza aver fatto nulla per riprendermelo.

Cercai di scacciare i pensieri e mi misi a letto. Mi tornarono alla mente tanti ricordi, tante emozioni vissute in quella stanza, la prima notte passata con Stephan...

Mi ridestai dai miei pensieri e tirai indietro le lacrime quando Erika bussò alla mia porta.

"Come ti senti?"

"Meglio.. finalmente in un letto comodo. Era ora."

Risi mentre lei veniva a sedersi accanto a me.

"Dove sei stata Niky?"

"Non posso dirtelo, ma non è importante ora. Sono qui"

" Come non è importante, avevi promesso che ci spiegavi. Io ho bisogno di sapere la verità."

"Lo farò quando ci saremo tutti. Devo delle spiegazioni a molte persone.."

"Beh allora è la serata giusta. Sono tutti di sotto."

Un brivido lungo la schiena.

"Tutti?"

"Stephan non c'è.." Mi sentii vuota, speravo ci fosse anche lui..

"va bene, andiamo giù."

Scesi di sotto con lei mentre mentalmente mi stavo preparando un discorso da fare. Erano venuti tutti qui perchè volevano delle risposte, perchè erano stati male e le meritavano. E io gliele avrei date.

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