Capitolo 19

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Mi svegliai quando la luce fioca penetrava dalla finestra. Guardai la sveglia: sei e cinquanta.
Decisi di alzarmi e di andare a fare una doccia, non prima di girarmi a guardare Stephan dormire sereno e beato.
Presi i vestiti facendo meno rumore possibile, non volevo svegliarlo.
E a ripensarci, nemmeno io avrei voluto svegliarmi... Avrei voluto restare lì accanto a lui, tra le sue braccia. Continuare ad essere coccolata dall'unica persona che riuscisse a farmi provare dei sentimenti.
Ma oramai mi ero alzata e sapevo che se fossi tornata a letto lo avrei svegliato.
Così all'improvviso cambiai i miei piani: lasciai i vestiti che avevo preso, sulla sedia e scesi di sotto. Non ero brava in quelle cose, però magari l'avrebbe apprezzato.
Preparai un cappuccino e sistemai due posti sull'isola della cucina. Misi succo d'arancia e cappuccino e decisi di preparare anche qualche pancake alla marmellata.
Mi sentii realizzata, solitamente preparavo qualcosa del genere per i miei genitori e farlo invece per me e per il ragazzo che amavo mi faceva sentire orgogliosa.
Ero ai fornelli, intenta a preparare i miei pancake, con addosso una felicità assurda. In quel momento sentii dei passi che si avvicinavano.
'Perfetto, è sveglio'
"Buongiorno"
Si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro. Aveva ancora la voce impastata dal sonno, gli occhi semichiusi. Sembrava un bambinone. Dio se lo amavo. Sorrisi.
"Buongiorno Campione."
"Che si festeggia?"
"Nulla, io faccio sempre colazione così."
"La colazione del campione insomma."
Sorrisi mentre lui prendeva posto.
Portai i pancake a tavola e mi sedetti accanto a lui.
"Dormito bene?"
"Mai dormito meglio piccola."
Si avvicinò e mi diede un leggero bacio a fior di labbra che mi fece rabbrividire.
"Sapevo che eri un ragazzo speciale, ma non ti facevo così romantico, lo sai?"
"Ci sono ancora tante cose che non sai di me. Spero di non deluderti mai. Non me lo perdonerei.."
"So che non lo farai. Semmai io spero di non deludere te."
Lo accarezzai e continuai a mangiare.
Lui si fermò.
"So che non lo farai. So che ci ameremo."
"Ci amiamo." sottolineai, con tono solenne.
Lui rise. "Io ti amo, te non lo so."
Risi anche io e imboccandogli un pezzo di pancake risposi. "Ti amo anche io. Da sempre."

Le settimane passarono senza che me ne accorgessi, talmente ero presa dai miei milioni di impegni: a scuola andava tutto perfettamente, ma tra progetti e studio ero sempre costantemente impegnata; avevo cominciato a giocare in una squadretta di una frazione di Milano, perché da quando ero tornata a tirare calci alla palla non ne volevo proprio sapere di smettere; la mia amicizia con Nina e le gemelle si fortificava ogni secondo di più e sentivo che finalmente avevo trovato quelle amiche che da sempre stavo cercando; anche Stephan (ormai capocannoniere solitario del campionato) era molto impegnato, il Milan aveva passato il girone della Champions League e combatteva con la Juve per il "titolo" di campioni d'inverno e per questo erano sempre "rinchiusi" a Milanello ad allenarsi, specialmente lui che alla maglia e alla sua carriera ci teneva come pochi. Tutte le volte che aveva un secondo, veniva da me o andavo io da lui quando era troppo stanco per uscire di casa. Ad ogni modo ogni giorno passavamo del tempo insieme e non facevo altro che pensare e ripensare a quanto fossi fortunata del fatto che tra milioni di ragazze sulla terra, lui amasse me e solo me.
Le vacanze di Natale stavano arrivando e questo comportava il mio ritorno a casa per le feste. Non che mi andasse, non avevo bei ricordi di casa mia. Ma i miei genitori mi mancavano, mio fratello mi mancava, tutti i miei parenti erano lì... E alla fine io ci ero nata e qualcosa mi legava nel bene o nel male a quella terra. E anche se non fossi stata capace di auto convincermi della cosa, Stephan non aveva fatto altro che ripetermi che sarei dovuta tornare, che magari ora che stavo meglio avrei potuto vedere quel posto con occhi diversi, riavvicinarmi alle mie origini dimenticando il passato. E poi mi ha letteralmente minacciata di non portarmi con lui e con la squadra a Dubai per il mini ritiro a Capodanno e quindi mi sono vista costretta ad accettare.
E alla fine, mi andava di tornarci. Forse aveva ragione, magari avrei guardato casa mia con occhi diversi ora che tutto era passato.
Aveva insistito talmente tanto per accompagnare me, Nina e Erika in aereoporto che, se non avessi saputo con certezza che mi amava, avrei potuto tranquillamente pensare che non vedesse l'ora di liberarsi di me.
"Tranquilla amore, io parto domani mattina. Torno a Savona e passo il Natale lì con i miei. Il 26 scendo da te a prenderti e ritorniamo su così il 27 partiamo con la squadra. Tu goditi la tu famiglia e stai tranquilla che non mi ruba nessuno!"
Scoppiai a ridere di gusto... Era un'ora che parlava ininterrottamente cercando di rassicurarmi quando in realtà non ero per niente preoccupata. Che lo fosse lui in quel momento?
"Stephan, respira. Stai tranquillo. Io sto bene, ci vediamo tra quattro giorni. "
Si fermò davanti al treno che era appena arrivato. Nina, Erika e Luca, che sarebbe venuto con noi, iniziarono a salire sul treno portando su anche il mio bagaglio.
Stephan mi accarezzò una guancia e io gli misi le mani attorno alla vita.
"Qui ridiamo e scherziamo... Ma io davvero non so come farò questi giorni senza di te..."
"Stewel... Ti amo da morire. Ci rivedremo prima che tu possa anche solo pensare che ti manco, te lo giuro!"
Mi baciò con trasporto e mi lasciai andare a quel bacio. Sapevo che quattro giorni non erano molti, ma ormai lui era parte di me e stavo male quando non c'era.
"Ti amo anche io mostriciattolo!"
Gli diedi una pacca scherzosa sulla spalla e scoppiammo a ridere come due cretini, fin quando non ci fu l'ultima chiamata del mio treno, segno che dovevo proprio andare.
Gli stampai un altro bacio veloce e salii sul treno.
Presi il cellulare e aprii la nostra chat whatsapp mentre il treno  partiva e lui ci voltava le spalle.
"Ecco cosa succede ad amare una persona talmente tanto da stare male. Ora hai il mio cuore, la mia anima... Trattali bene fino al mio ritorno. Ti amo."
Inviai il messaggio e contemporaneamente me ne arrivò uno suo.
"Prendi il mio cuore, l'ho lasciato in mano a te. Stringi la mia anima, quella è solo tua. Conservali e preservali fino al mio ritorno. Ti amo vita mia."
I ragazzi si accorsero delle lacrime che cominciarono a scendere dal mio viso. Era inevitabile. Avevamo scritto due messaggi quasi identici e li avevamo mandati allo stesso momento. Se fino a quel momento avessi avuto ancora qualche dubbio su di noi e sulla nostra relazione... Ora non ne avevo più.
Misi le cuffie e mi addormentai con le nostre canzoni preferite a cullarmi.


"Angolo autrice:
Ciao a tutti !!! Scusate l'attesa ma sono stata molto impegnata e non ho avuto tempo e modo di aggiornare. Ci tenevo a ringraziare tutte le persone che leggono la storia perché ha superato le 1600 visualizzazioni e ne sono molto contenta :). Ringrazio chi commenta la mia storia, chi vota e chi aspetta con pazienza (molta pazienza xD ) i nuovi capitoli.. insomma grazie a tutti! Davvero, mi state regalando un sogno!

Tornando a noi... Come vi è sembrato il capitolo? Se vi va ditemi la vostra. Vi mando un bacio.
Kika :) "

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