Capitolo 21

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POV'S STEPHAN

Arrivai nella mia Savona la mattina del 24 Dicembre e corsi subito a casa per riabbracciare i miei genitori che non vedevo da un pò. Venne ad aprirmi mia madre visibilmente emozionata e felice di vedermi. Mi tenne stretto a se per minuti interminabili e non mi andava di staccarmi da lei perché sapevo quanto soffrisse nel sapermi lontano da casa, nonostante fosse felice per me e per la persona che ero diventato. Così lasciai che mi abbracciasse stretto come quando ero bambino e avevo bisogno del sostegno della mamma. Subito dopo andai ad abbracciare anche il mio amato papà. A lui dovevo davvero tutto, se ero diventato lo Stephan El Shaarawy che tutti avevano imparato a conoscere era soprattutto grazie a lui.
Dopo i saluti andai in quella che era stata la mia camera per anni e mi ritrovai per l'ennesima volta sorpreso di come niente in quella casa fosse cambiato. Era come se non me ne fossi mai andato. Quella era casa mia e una volta varcata quella soglia non riuscivo più ad essere El Shaarawy. Ero semplicemente Stephan e questa cosa mi faceva star bene.
Mentre rovistavo nei miei ricordi sentii suonare il campanello.
Andai in salotto e cominciai a parlare sorridendo.
"Il figliol prodigo è tornato!"
Mio fratello si girò nella mia direzione e venne ad abbracciarmi, aggiungendoci anche un bel "Sei un idiota" che tra fratelli non guasta mai.
Aveva portato anche Giulia a passare il Natale con noi e in quel momento pensai a quanto sarebbe stato bello se ci fosse stata anche Nicole.

Passai forse due ore a parlare di campionato, obiettivi calcistici, allenamenti e tutti ciò che riguardava me e il Milan con mio padre e Manuel mentre le donne di casa preparavano il pranzo.
All'improvviso mio padre decise di dare una mano in cucina e io rimasi con mio fratello.
"Stephan nel pomeriggio vengono Manuel e Aurel così giochiamo un pò. Mentre mamma e papà sono in giro Siete scesi qui a Savona insieme?"
"No Jonh, loro sono scesi ieri. Io ho aspettato un giorno in più.."
Mio fratello abbassò il tono della voce e cominciò a parlare.
"Hai accompagnato Nicole alla stazione?"
"Si... Ci siamo sentiti su whatsapp tutta la notte. Mi ha detto che lì hanno cominciato a cucinare dal 22 e che come minimo finiranno il 27. E di tenermi leggero perché il 26 che scendo come minimo prendo tre chili."
Scoppiammo a ridere immaginando la scena.
"Ne parlerai con mamma e papà, Ste?"
"Si, oggi a pranzo. Penso sia il momento migliore."
"Hai paura di quello che ti diranno?"
"Non mi spaventano i giudizi. A loro non piaceva nemmeno Ester, eppure questo non mi ha impedito di frequentarla. Solo che ci tengo comunque... Sapere che i tuoi approvano la ragazza con cui stai.. È una bella cosa.. Guarda te e Giulia."
"Si. Eppure io credo che questa volta sia diverso. Vedrai."
"Lo spero Manuel."

Mia madre quel giorno mi aveva preparato il mio piatto preferito: trofie al pesto. Non mi sentivo così sazio e pieno da mesi. Stavo per scoppiare.
I miei stavano parlano con Manuel e Giulia dell'Università e non mi sembrava il caso di interromperli, ma appena il discorso finì cominciai a parlare.
"Sapete che Erika, la fidanzata di Luca, ha una cugina?"
"Davvero tesoro?"
"Si mamma, si chiama Nicole. È una ragazza straordinaria..si è trasferita da poco su a Milano. Siamo andati anche al suo compleanno. Vero Manu?"
Cercai in qualche modo di farmi aiutare da mio fratello perché non sapevo come dirlo.
"Si è vero. Ci siamo divertiti moltissimo e lei è davvero una ragazza in gamba."
"Vedo che la vostra cerchia ristretta di amici non è più così ristretta."
"Effettivamente si sta allargando papà.. Approposito di Nicole, lei è salita su con un'amica che si chiama Nina e, secondo le nostre ipotesi, lei potrebbe avere un flirt con Lorenzo. Quindi sarebbe effettivamente parte del gruppo. "
Mio fratello ci sapeva fare con i discorsi. Io mi ero già impappinato.
"Quindi devo dedurre che Nicole è effettivamente una di voi?"
Stavo per rispondere a mia madre quando prima che potessi farlo lei mi guardò negli occhi e aggiunse. "O affettivamente una di voi?"
È assurdo quanto mi stupissi ogni volta della capacità di mia madre di sapere tutto a prescindere.
"Si. Precisando che è entrata a far parte del nostro gruppo prima.. Attualmente è sentimentale legata a me."
Presi il telefono e lo diedi a mio padre per mostrargli alcune nostre foto.
Li vidi sorridere entrambi guardandole e la cosa mi rassicurò.
Cominciai a raccontargli di come era nato il nostro amore, di come lei mi faceva sentire, ogni singola emozione che mi faceva provare. Mi riscoprii emozionato nel parlarne e mi sentii gli occhi lucidi.
"Non mi ero mai sentito così.."
I miei sorrisero.
"Ste, tesoro. Se ti fa sentire come dici, non possiamo far altro che augurarvi il meglio. Se sei felice tu, lo siamo anche noi."
"Grazie mamma."
"Solo una cosa.. Quanti anni ha?"
Gelo totale...
"È un pó più piccola di me.. Però è una differenza che non percepiamo alla fine. Io sto bene con lei e lei con me."
"E noi siamo felici per voi, ma stai attento. Lei è ancora minorenne."
"Si papà, tranquillo."
Continuammo il discorso in modo più leggero. Mia madre cominciò a chiedere di lei, di cosa studiasse, di come si trovasse a Milano. E io fui felice di rispondere a tutte le loro domande.

Nel pomeriggio i miei uscirono e a casa arrivarono i ragazzi. Cominciammo a giocare alla play station. Una quadrangolare da urlo. Inutile dire che mio fratello arrivò ultimo e Aurel lo seguì a ruota. Fu una battaglia all'ultimo gol tra me e Maui. La spuntai io come al solito e finita la partita decidemmo di andare a fare una passeggiata in spiaggia, come ai vecchi tempi.
Il mare era calmissimo e in quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che avrei voluto che Nicole fosse lì con me. Mi mancava da morire, nonostante non la vedessi da un giorno. I suoi sorrisi, i suoi abbracci, i suoi baci. Mi trasmetteva un sicurezza che non ero consapevole di avere. Volevo averla lì con me. E Poi era la vigilia di Natale...
Mi venne in mente una cosa. Cercai con i ragazzi un rametto di legno e incisi sulla sabbia umida le nostre lettere.
"Ste e Niky ❤"
Poi mi misi accanto alla scritta e chiesi ad Aurel di scattarmi una foto.
Era venuta bene: il mare sullo sfondo, la scritta sulla sabbia e io che la osservavo sorridente.
Aprii whatsapp e gliela mandai con una piccola dedica.
"Lasciai che io sia il tuo brivido più grande. Non andare via, accorciamo le distanze..."
Visualizzó quasi subito, ma ci mise qualche secondo a rispondere. Ero quasi completamente certo che si fosse commossa.
Così mandai un'altro messaggio.
"Ti amo! E anche se non sono con te sappi che sei sempre nei miei pensieri."
A quel punto arrivò la sua risposta.
"Tu sei la cosa migliore che mi potesse capitare nella vita. Così giusto, così profondo, così bello e così speciale che quasi non mi sembri vero. Ti amo Stephan. Non vedo l'ora di riabbracciarti."
Non riuscii a trattenermi e a quel punto anche il mio viso fu rigato da una lacrima.


"Angolo autrice:
Ciaooo! Come state?
Come vedete questo capitolo è scritto dal punto di vista di Stephan perché mi sembrava giusto dare spazio anche a lui.
Cosa ne pensate? Ditemi la vostra.
Vi mando un bacio. :-*
Kika :) "

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