Capitolo 12

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POV'S STEPHAN

La giornata non poteva cominciare meglio. Mi sentivo strano, strano in senso positivo. Erano mesi che non mi sentivo così. Ho passato ogni secondo da quando l'avevo conosciuta a pensare a lei. A quanto fosse bella, a quegli occhi marroni come il cioccolato che mi facevano diventare matto, a quei bellissimi capelli biondo-ramati. Era riuscita letteralmente a stregarmi.
E a quanto pare quella mattina a Milanello tutti non avevano niente di meglio da fare che notare il mio buonumore.
"Ste, cosa ci devi dire?"
"Niente Matti. Ma perché rompete tutti le palle stamattina?"
Sorrisi, tanto ormai era tutta la mattina che lo facevo. Gli altri mi guardarono visibilmente contenti per me, ovviamente anche incuriositi.
"Okay... Si chiama Nicole."
La mia affermazione scatenò un applauso generale.
"Finalmente ha cambiato nome sta ragazza"
Risi anche io. Effettivamente avevano sempre subito i miei monologhi su Ester, le nostre litigate le conoscevano tutti a Milanello, esattamente come la mia depressione. Erano la mia seconda famiglia e a loro potevo dire tutto .
"Allora Faraone, ora ci dici tutto."
Eravamo seduti a pranzo, al tavolo con me c'erano Mattia, Riccardo, Andrea, Ignazio, M'Baye, Alessandro, Davide e Gianluigi.
"Ragazzi, non c'è ancora molto da dire... L'ho conosciuta qualche giorno fa. Si è appena trasferita dalla Puglia."
"Mmh.. Bellezza del Sud. E bravo il nostro Faraone!"
"Eddai Igna!" risi.
"Parli proprio te di bellezza del sud?! Ti sei dimenticato di dov'è tua moglie?"
"Appunto per questo te lo dico."
Risate generali, poi continuai il mio discorso.
"Comunque... Ieri era il suo compleanno, le abbiamo organizzato una festa a sorpresa con sua cugina e il suo ragazzo che è un mio amico.
Mi sono divertito da matti. Abbiamo ballato, riso, mangiato, ci siamo abbracciati.. Spesso. E poi l'ho riaccompagnata a casa."
Feci una pausa, ripensando a quel momento. Quanto avrei voluto baciarla, stringerla forte a me. Restare con lei.
"E? Stephan continua!!! Che cosa è successo dopo?"
"Che è successo Ale.. Mi ha dato un bacio sulla guancia e me ne sono andato."
Guardai le loro espressioni. Erano ufficialmente delusi.
"Ma come?!"
"Ragazzi non posso correre..."
Mi guardavano tutti, aspettando che proseguissi. "Ha sedici anni..."
In quel momento le loro espressioni cambiarono. Da deluse a scioccate. In quel momento mi sentii un totale cretino. Poi Andrea prese la parola.
"Non credo sia così grave, è vero sono sette anni di differenza. Ma che importa? È importante amarsi. E se più avanti scopri che non è solo una cotta allora buttati. E fregatene del resto."
"Andrea ha ragione Ste, segui il cuore. Non sbaglierai mai."
"Grazie ragazzi."
Cominciammo a mangiare e continuammo a parlare del più e del meno.

Erano quasi le 18:00. Stavo per lasciare Milanello. All'uscita dei cancelli, mi fermai a firmare qualche autografo e a fare qualche foto. Amavo i miei fan, glielo dovevo.
Dopo aver finito, spinsi il piede sull'acceleratore, metaforicamente parlando. Milanello distava quasi un'ora da casa sua. Volevo arrivare il prima possibile. Volevo vederla.
Pensai di chiamarla. Il cellulare squillava. Uno squillo, due squilli, tre squilli...
"Pronto?"
"Hei Niky, sono Ste."
"Si, lo so. Ho letto il nome."
Sono un deficiente.
"Hai ragione, scusa.. Ricominciamo.
Ciao Niky, come stai?"
"Ahahah tranquillo, comunque sto bene. Sto cercando di rimettermi in pari con la scuola. Ho saltato le ultime due settimane nella scuola vecchia e ora devo recuperare in quella nuova. Per il resto bene, tu? Tutto bene l'allenamento?"
"Si benissimo. Sono in macchina. Credo di essere da te tra... Forse mezz'ora. Spero di non trovare traffico."
"Perfetto, non vedo l'ora."
Non vede l'ora... E io che dovrei dire?
"Anche io."
"Comunque, oggi a scuola hanno giocato a calcio a sette."
"Fantastico. Perché hanno? Tu non hai giocato?"
"Beh... Si ho giocato anche io."
"Voglio vederti giocare anche io però."
"Presto, promesso."
"Dovremmo organizzare una partita."
"Pensa a finire il campionato! Siamo terzi, come minimo dobbiamo arrivare primi okay?"
"Ahahahaha promesso."
"Bene"
Non potevo vederla in quel momento, ma ero quasi completamente certo che stesse facendo il suo sguardo da 'la discussione finisce qui'.
Non riuscii a controllare quello che uscí dalla mia bocca.
"Mi fai impazzire!"
Tre secondi di silezio.
"Sei tu che fai impazzire me... Ma quando arrivi? !"
'Sei tu che fai impazzire me...'
'Calmo Stephan, stai calmo..."
"Prendo una scorciatoia. Quindici minuti e sono ."
"Okay, nel frattempo vado a fare una doccia. Ci vediamo qui... E se suoni e non apro, lascio le chiavi sotto lo zerbino, entra da solo. Okay?"
"E-emh.. Okay. A dopo "
"A dopo. E non correre con la macchina!"
Quanto è dolce.
"Tranquilla piccola, vado piano."
"Bravo... Ciao.."
"Ciao."

Non riuscivo a smettere di pensare. Come poteva una ragazzina avermi preso così tanto, fisicamente e mentalmente? E perché non riesco a sentirmi in colpa per questo?
Il solo pensiero mi faceva venire le palpitazioni. Il cuore correva come un forsennato solo al sentirla nominare. I ragazzi avevano ragione. Dovevo buttarmi. Ma forse è presto...
Penso durante tutto il tragitto a cosa fare. Dirglielo, stare zitto, provocarla per vedere le sue reazioni. Parcheggio la macchina davanti al garage, come la sera prima, e non ho ancora trovato una risposta.
Poi pensai a quello che aveva detto Riccardo. "Segui il cuore. Non sbaglierai mai!"
Avrei fatto così, avrei lasciato che le cose andassero come dovevano. In quel momento l'unica cosa che volevo era stare con lei. Poco mi importava delle dinamiche.
Mi avvicinai al portone, presi le chiavi sotto lo zerbino e le girai nella serratura. Entrai in casa e appesi le chiavi al loro posto.
"Stephan?"
"Si sono io, ti aspetto giù."
La sentii correre di sotto. Era bellissima. La vidi scendere le scale a piedi nudi. Aveva un pantaloncino e una magliettina. Per essere il 24 novembre, in quella casa sembrava piena estate... Anche per me.
"Ciao."
Mi abbracciò e io la strisi forte a me.
"Sei freddissimo." mi rimproverò.
"Non sono io quello freddo, sei tu che sei vestita come fosse il 10 luglio."
"Ho caldo." sorrise. Quel sorriso che ogni volta mi stendeva.
"Senti, ho pensato una cosa. Erika mi ha chiamata e mi ha detto che resta anche stanotte da Luca. Non torna, quindi... Perché non restiamo qui? Il programma non cambia. Che ne pensi?"
"Va bene, si."
Sorrise ancora, mi avvicinai e le diedi un bacio sulla guancia.
La vidi chiudere gli occhi, come se sperasse che la baciassi. E avrei voluto farlo, ma dovetti trattenermi.
Mi staccai, lei mi guardò intensamente negli occhi e mi prese una mano.
"Vieni."
Mi portò con se e io non opposi nessuna resistenza.









Angolo autrice:
"Ciao a tutti! Come avete potuto leggere questo capitolo è scritto dal punto di vista di Stephan. Mi sembrava giusto cercare di capire anche i suoi 'sentimenti' verso la nostra Nicole. Cosa succederà?
Continuate a seguire la storia e lo scoprirete. :)
Aspetto vostri commenti, un bacio e al prossimo angolo autrice."

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