Capitolo 22

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POV'S STEPHAN

Ero in aereo con le mie immancabili cuffie, un'ora e mezza di viaggio che sembrava non finire mai.
Dovevo atterrare a Foggia, lei sarebbe venuta a prendermi lì insieme a Luca ed Erika.
Sinceramente l'idea di conoscere la sua famiglia un pò mi spaventava. Non perché non fossi sicuro del nostro rapporto, perché non avevo dubbi sul suo amore per me né sul mio per lei. È non avevo problemi neanche per la storia dell'età e non ne aveva nemmeno lei. Ma i suoi genitori avrebbero potuto essere spaventati, in un certo senso.
Mi ero auto convinto di voler far colpo sui suoi, di  voler dimostrare quanto amassi la loro figlia maggiore e di volerli convincere che sono quello giusto per lei.
Finalmente sentii la voce dell'hostess dire : "Allacciate le cinture, stiamo per atterrare."
Feci un respiro profondo accendendo lo schermo del cellulare. Mi bastò guardare la nostra foto come sfondo per tranquillizzarmi. L'unica cosa che in quel momento volevo con tutto me stesso era riaverla tra le mie braccia.
Scesi dall'aereo con il mio piccolo bagaglio e trovai Luca lì ad aspettarmi. Nicole non c'era. Mi sentii strano in quel momento. Sapevo che era successo qualcosa o sarebbe venuta a prendermi in aeroporto.
"Luca , dov'è Nicole?"
"Tranquillo, è a casa. Sono le otto del mattino. Lei e Erika dormivano, ho preferito non svegliarle." 

"Sai che ti ucciderà per non averla chiamata vero?" Gli dissi ridendo mentre ci dirigevamo alla macchina.

"Se ci sbrighiamo, quando si sveglierà tu sarai vicino a lei e non potrà uccidermi. E mettiti il cappuccio. Se qualcuno ti riconosce non torniamo più a casa."

Misi il cappuccio e ci affrettammo ad entrare in macchina. Per essere presto la gente in stazione era molta. Certo, di sicuro molto meglio che a Milano.


"Senti Lu, i suoi come sono?"

"Ehm.. vediamo. Hanno due braccia, due gambe, due occhi, dei capelli, un naso, due orecchie e potrei giurare di aver visto anche una bocca. "

"Ma come sei simpatico Luchino, colpa della Puglia?"

"I papà di Erika e Nicole sono spassosissimi, qualche battuta l'ho presa da loro. Comunque guarda, sono persone molto semplici. Lei gli ha già parlato di te, sono svegli tutti da questa mattina presto per farti una buona impressione. Secondo loro la prima impressione è una cosa fondamentale. Poi nulla, si mangia benissimo.. anche se le porzioni sono abbastanza abbondanti. E nulla. Ah! Suo fratello è un futuro bomber , assicurato!"

"Wow... Tutto sto casino solo per me? Non ho parole."

"Ecco, non parlare ora. Tanto siamo arrivati." 

Luca parcheggiò davanti ad una casa dal portone verde petrolio. Ad accoglierci un uomo sulla quarantina che, a giudicare dall'aspetto, doveva essere il papà di Nicole. Le assomigliava moltissimo. Leggermente più alto di me, capelli castani, occhi verdi. I lineamenti erano gli stessi di Nicole, ma non del tutto simili. Mi avvicinai e gli strinsi la mano. 

"Buongiorno Signore, io sono Stephan. Grazie per l'ospitalità."

"Di nulla Stephan, per noi è un piacere  e un onore averti qua. Io sono Claudio, il papà di Nicole." Disse ricambiando energicamente la mia stretta di mano. Sorrisi sinceramente e lui ci fece strada in casa.

Varcata la soglia di casa c'era una lunga scalinata che portava al primo piano: un divano ad angolo divideva il salotto dalla cucina. La stanza si sviluppava in lunghezza ed era davvero molto grande. Per qualche strano motivo, quella casa mi ricordava casa mia. Era una bella sensazione. 

Un ragazzino era sdraiato sul divano guardando la TV. Mi sorrise subito e si alzò per venire a stringermi la mano. Era sicuramente suo fratello.  

"Ciao Stephan, è bellissimo conoscerti.  Io sono Simone il fratello di Nicole."

"Ciao Simone, il piacere è tutto mio davvero."

Notai solo in quel momento tre donne armeggiare ai fornelli in cucina. La prima aveva i capelli legati in una lunga treccia nera ed era bassina. Doveva avere forse una sessantina di anni. Accanto a lei una signora robusta, dai capelli corti e castani.Mi ricordava qualcuno che conoscevo, ma non riuscivo a ricordare chi.  La terza non la vidi subito perchè era di spalle, nascosta tra le prime due. Capii subito chi era quando si girò nella mia direzione e mi sorrise, un sorriso che io conoscevo fin troppo bene: era sua madre. Capelli ramati, occhi marroni e sorriso materno. Sempre sorridendo mi venne incontro e io non potei fare a meno che sorridere di rimando. 

"Ciao Stephan! Finalmente ti conosciamo di persona. Nicole ti ha nominato moltissime volte in questi giorni. Dovresti vedere il suo sguardo quando parla di te..."

Sorrisi, pensando a Nicole in quei momenti. Poi lei continuò: "Io sono Tonia, la mamma di Nicole. Lei è mia sorella Ines - disse indicando la donna robusta - nonché la mamma di Erika e lei è nostra madre Tina. Benvenuto in famiglia." 

Strinsi la mano a tutte e scambiai volentieri quattro chiacchiere con loro che erano davvero molto solari e simpatiche. Poi dalla porta entrò un altro signore, di sicuro il padre di Erika. Mi presentai. Si chiamava Mattia. Dopo i convenevoli iniziali chiesi: "Le ragazze dormono ancora?"  In quel preciso momento sentimmo dei rumori provenire dal piano di sopra. Sua madre ci indicò di stare in silenzio e tutti cercammo di sentire cosa dicevano le due cugine.

"Ma perchè Luca lascia sempre tutto in disordine?"

"Eri, non lo so.. mi lasci dormire?"

" Cazzooooooooo! Nik sono le 9:15!"

Sentimmo un rumore, poi un "Ahia". Scoppiammo a ridere. Era caduta dal letto di sicuro. Dal piano di sopra sentivamo rumori vari, di sicuro si stavano vestendo in fretta e furia per "venire a prendermi", ignare del fatto che io fossi già lì.

Dopo pochi minuti le sentimmo scendere le scale e sua madre mi disse di nascondermi dietro il primo scalino così che non mi avrebbe visto. Così feci.

"Ci avete fatte svegliare alle sei per tre giorni di fila e oggi ci lasciate dormire? Luca che ci fai seduto sul divano, prendi le chiavi della macchina?"

Stavo cercando di trattenere le risate in tutti i modi, erano troppo buffe.

"E che ci devo fare?"

"Come che ci devi fare?! Stephan arrivava alle 8:30 in aeroporto!!"

"Ah Stephan! E vabbè aspetta." 

Erika gli andò vicino cercando, invano, di farlo alzare dal divano. Gli altri ormai ridevano tutti. Nicole si fermò un attimo. "Eri aspetta."

"Come aspetta? Ti ci metti anche te ora? Che succede?"

"Il suo profumo.. " Si girò a guardare la madre che aveva assunto il suo sorriso materno. Poi alzò un pò il tono. "Okay Stephan, ho fatto una caduta epocale dal letto per il mio ritardo. Penso che basti come punizione, puoi uscire adesso." 

Uscii dal mio nascondiglio e mi sentii gli occhi lucidi. Solo tre giorni, eppure mi era mancata così tanto.

 "Ciao!" Sorrisi e l'abbracciai forte. Non so per quanto tempo. So solo che tutte le mie paranoie, i miei complessi mentali e tutte le preoccupazioni sparirono in quel preciso momento. Mi sentivo a casa.



"Angolo autrice:

Ciao a tuttiiiii! Scusate l'imperdonabile ritardo ma ho avuto problemi familiari abbastanza gravi. Spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo, scritto sempre dal punto di vista di Stephan. Finalmente ha conosciuto la famiglia di Nicole. Cosa pensate succederà nei prossimi capitoli. Commentate e lasciate una stellina se la storia vi sta piacendo. Che dire, grazie a tutti e al prossimo capitolo!"



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