Capitolo 8

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Stefano stava sdraiato sul suo letto con lo sguardo perso nel vuoto. Cercava di dormire, ma non ci riusciva. Guardò l'orologio con la coda dell'occhio: 2:33. Si guardava attorno, si sentiva dannatamente solo.

Marina era stata speciale per lui. I momenti passati insieme a lei gli apparivano come ricordi lontani, ricordi felici. Che avesse sbagliato? Che avesse sbagliato ad abbandonarla? Più il tempo passava, più non sapeva darsi una risposta. Lo schermo del telefono continuava ad illuminarsi e a vibrare continuamente, i messaggi di Roberta gli riempivano il cellulare.

Si sentiva così piccolo, così debole. Sarebbe voluto rimanere per sempre sdraiato a guardare il vuoto, ricordando per sempre quegli attimi felici in compagnia di colei che aveva amato. Si sentiva così stupido. Non capiva se avesse sbagliato ad innamorarsi di quella giovane ragazza così fragile, con quel sorriso così luminoso e immenso.

Affondò la testa nel cuscino, e calde lacrime iniziarono a rigare le sue guance. Si chiedeva il perché scegliere fosse così difficile, si chiedeva perché ogni volta che sceglieva la sua felicità, qualcun altro doveva soffrire. Prese a pugni il cuscino. Si disperava, i singhiozzi riempivano quella stanza così silenziosa, così vuota ormai senza nessuno con cui condividerla.

Si guardò intorno e, per quanto il buio gli permetteva, riuscì a distinguere i contorni di un peluche. Il suo peluche. Un piccolo coniglietto con degli occhiali, un regalo di quella ragazza che ormai era andata via per sempre. La tristezza prese il sopravvento e tornò a piangere, un pianto silenzioso, triste come nessun altro pianto.

L'eco della voce di Marina rimbombava nella sua mente. Tutti quei ti amo, tutti quei "Sei solo mio" o "Non lasciarmi mai", erano come mille pugnali nel petto, come mille spade nel cuore. L'amava ancora? Probabilmente si. Ma amava anche Roberta, la amava così tanto, amava vederla sorridere, amava stringerle la mano, amava abbracciarla, amava tutto di lei. Ma ormai è troppo tardi per chiedere scusa, è troppo tardi per tornare indietro.

Continuò a piangere su se stesso, sulle sue azioni, sulle sue emozioni. Rimase a piangere per un bel po' pensando a quelle due ragazze, così diverse ma che le avevano rubato il cuore.
Non voleva addormentarsi, non voleva dimenticare tutto, non voleva svegliarsi senza nessuno al suo fianco, senza qualcuno da stringere durante la notte.
Così Morfeo gli fece un favore: lo fece addormentare tra le sue braccia.

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Roberta, quella mattina, si sentiva uno straccio. Erano giorni che non aveva notizie di Stefano, se non grazie a quelle poche cose che aveva saputo da Salvatore.

<<Sta bene, è solo un po' confuso e triste, gli passerà.>> Le aveva detto via telefono.

Dopo quel terribile incontro con Marina, Stefano si era chiuso in se stesso, non aveva aperto bocca con nessuno e non dava notizie di se. Si sentiva così in pena, la tristezza di Stefano aveva contagiato tutti, perfino il suo piccolo gattino era depresso. Tutto le sembrava così vuoto, così silenzioso, così spento senza l'allegra compagnia di Stefano.

La triste atmosfera che si era creata nella sua stanza venne spezzata dall'aprirsi della porta. Entrò il padre che rivolse alla figlia uno sguardo triste.

<<Ehi bambina mia... Che cos'hai? Sono giorni che non fai altro che stare chiusa qui in camera... Vuoi parlarne?>> Il padre accarezzò dolcemente la guancia della figlia, che scoppiò a piangere.

Non ci fu bisogno di parole, la ragazza si fiondò tra le braccia aperte del padre che l'abbracciò fortissimo. Stettero così per una buona quindicina di minuti. Il tempo veniva scandito dai singhiozzi della ragazza disperata. Che avesse sbagliato tutto? Che Stefano avesse smesso di amarla?

<<Papà... È successo un casino...>> Iniziò lei asciugandosi le lacrime.
Il padre non parlò e fece segno alla figlia di continuare.

<<Ho conosciuto un ragazzo... Stefano... Lui... Lui mi ha amata dal primo istante in cui ci siamo visti, così come ho fatto io. Abbiamo provato ad essere amici, poi lui mi disse di avere problemi con la sua ragazza così iniziammo a conoscerci meglio.

Ci siamo baciati. È stato fantastico. Mi sono sentita amata, davvero questa volta. Ma poi... Poi scoprii che non si era ancora lasciato... Che non aveva detto alla sua ragazza di essersi innamorato di me... Lei è venuta da noi, ha pianto di fronte a lui e si sono detti addio.

Lui è come se fosse morto, è depresso e sono giorni che non lo sento. Oh papà, e se avesse capito di non amarmi? Non voglio perderlo... Papà... Io lo amo...>> Dei violenti singhiozzi accompagnarono le sue parole. Le lacrime scendevano ancora, e Roberta soffriva.

Il padre le carezzava la testa senza proferire parola. Capiva come si sentiva la figlia, l'aveva passato anche lui. Prese un profondo respiro, poi avrebbe parlato con la figlia.

<<Sai... È una cosa che succede a tutti gli uomini quando perdono qualcosa... Qualcuno di importante...>> Gli occhi dell'uomo divennero lucidi. Decise di continuare e farsi forza per la figlia.

<<...Quando tua madre, l'amore della mia vita, la mia ragione di esistenza, se n'è andata per sempre, mi sono sentito perduto. Non volevo più vivere, avrei voluto uccidermi, ricongiungermi a colei che avevo più amato nella mia vita. Ma sai perché non l'ho fatto?>> Domandò guardando gli occhi della figlia che incantata fece segno di no.

<<Perché la mia ragione di esistenza ora era quella piccola creatura, quella piccola bambina di cinque anni, così piccola e così debole che aveva bisogno di me. Tutti trovano sempre un motivo per continuare, per tirare avanti, per combattere. Non avrei mai e poi mai potuto abbandonarti. Sei la mia ragione di vita piccola mia.>> Entrambi scoppiarono a piangere.

Roberta si appoggiò sul petto del padre. Lo faceva sempre quando si sentiva triste, sentire il battito cardiaco le dava un senso di calma e serenità. Il padre la strinse accanto a se, come per proteggerla da un pericolo imminente. Tra le lacrime e i singhiozzi, Roberta abbozzò un sorriso.

Avrebbe rivisto il suo Stefano, avrebbe lottato per riaverlo accanto a se. Lo avrebbe amato per sempre.

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Salve piccola grande gente! Ok ok, questo dovrebbe essere l'ultimo capitolo deprimente della storia, dovrebbe...
Come vi è sembrato il personaggio del padre di Roberta? Io lo amo *^*
Fatemi sapere cosa ne pensate, e mi raccomando lasciate un commento e una stellina!

Arriviamo a 20 stelline?

Through Your Heart || Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora