Capitolo 11

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Roberta passò tutta la notte accucciata al braccio di Leonardo. Avevano provato a convincerla di andarsene ma tutto ciò era stato vano.

"Lui è stato con me quando io avevo problemi; devo ricambiargli il favore" aveva detto. La madre del ragazzo era letteralmente scoppiata a piangere e continuava a ringraziare quella ragazza così gentile da stare insieme a suo figlio.

Sonya era insieme a loro e ringraziava mentalmente Roberta per non averla lasciata sola; sapeva che da sola non l'avrebbe sopportato, non ce l'avrebbe fatta.

Roberta conobbe Sonya durante una gita scolastica in compagnia della 2ª G. Si era appena lasciata con Leonardo quindi viaggiare con la sua stessa classe le sembrò in punizione divina. Per tutto il tempo che stettero sull'autobus si limitava a guardare fuori dal finestrino, sola.

Poi si sentì picchiettare sulla spalla. Si girò e vide una ragazza dai grandi occhi verdi che la fissava timorosa.

<<È libero questo posto?>> Le disse timidamente. In un primo momento le era sembrata stupida, poi capì che era solo timida.

Le rispose con un gesto d'assenso. Le due iniziarono a parlare e, in men che non si dica, diventarono amiche. Parlarono di tutto: ragazzi, amicizie, amori, ragazzi, hobby, famiglia e altro. Ma soprattutto, ragazzi.

Quando Sonya le rivelò di essere segretamente innamorata di Leonardo, non si arrabbiò. Tra loro era finita e si vedeva che Sonya lo amava davvero. Per quella settimana di gita, Roberta, fu il cupido della situazione. E quando riuscì a far tenere per mano quei due innamorati, si sentì soddisfatta.

Sonya era ancora accucciata sul braccio del ragazzo. Aveva quel poco mascara che spesso utilizzava tutto sbavato. Chissà se si ricorda almeno di lei, si chiese Roberta.

Andò in bagno a sciacquarsi la faccia e a sistemarsi un po' i capelli. Fortunatamente non aveva l'abitudine di truccarsi spesso; non le piaceva il trucco pesante perché nasconde le ragazze sotto una maschera di marmo, dove è impossibile scoprire realmente chi sono. Stefano mi ama per quella che sono, non c'è bisogno che mi trucchi, pensò.

Il solo pensare a Stefano la riportò alla realtà. Non lo aveva avvertito, e aveva tenuto il telefono spento. Uscì in corridoio e, dopo essersi stiracchiata un po' senza farlo notare, prese il telefono dalla borsa a tracolla e lo accese.

C'erano ben 98 messaggi. Tutti da sole due persone. Sascha e Stefano.
Compose il numero di Stefano, voleva sentire lui per primo.
Rispose dopo qualche squillo.

<<Pronto?>> Una voce rauca rispose. Ma è davvero Stefano?, si chiese. Controllò il numero e si, era lui.

<<Stefano... Sono Roberta.>>

<<Ah scusami, ho risposto con gli occhi chiusi quindi non avevo visto che fossi tu.>> Rispose il ragazzo, stropicciandosi gli occhi. Guardò l'ora: erano le 7.

<<Come mai chiami a quest'ora? Che succede?>>

<<Oh Dio scusa, non avevo notato che fosse ancora così presto! Ti ho disturbato?>>

<<Ma no, tu non disturbi mai.>> Stefano sentì ridacchiare la sua fidanzata. Ora sapeva per certo che fosse lei e che nessuno gliela avrebbe portata via.

<<Allora se non ti disturbo... Potresti venire in ospedale?>> Quelle parole fecero irrigidire e spaventare il povero Stefano.

<<Che succede? Roberta tu stai bene vero?>> Domandò preoccupato.

<<Si, io si. Ma altre persone no. Vieni al più presto ho bisogno di abbracciarti.>>

<<Arrivo subito. Quale ospedale è?>>

<<È poco distante da casa mia, lo noterai subito. È una struttura abbastanza nuova.>>

<<D'accordo, ci vediamo lì. Ti amo.>>
Si salutarono e chiusero la telefonata.

Stefano si fece una doccia veloce. Stava facendo tempi record, sarebbe arrivato subito per Roberta.
Non trovando le mutande però, ritardò un pochino. Maledì le mutande quando le trovò in un cassetto diverso, sotto le magliette. Si vestì in fretta e furia e uscì di casa.

Si fece una corsa per raggiungere il più velocemente possibile l'ospedale. Era preoccupato per Roberta. Salì le scale senza informarsi di dove potesse essere.

Girovagò senza meta per un tratto d'ospedale poi la vide. Vide Roberta, con gli occhi gonfi e stanchi, abbracciare una signora in preda alla disperazione.

Si avvicinò lentamente a lei, cingendola da dietro. Lei si voltò e si buttò fra le sue braccia. Lui non osò chiedere nulla in presenza di quei due signori, ma sapeva che qualcosa non andava.

La ragazza si congedò. Mano nella mano, si diressero nella sala d'attesa dell'ospedale. Stefano scrutava silenziosamente il volto affranto di Roberta. Profonde occhiaie adornavano i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi color caffè mischiato al verde del muschio.

<<Vuoi parlarne? Sarà un doppio vantaggio: tu ti sentirai meglio, e io capirò che cosa è successo.>> Propose il ragazzo.
La ragazza annuì.

<<Leonardo ha avuto un incidente e ha perso la memoria.>> Disse portandosi le mani sopra il volto. Stefano rimase interdetto, poi capì che la sua ragazza ci teneva quindi la abbracciò.

<<Ma la cosa più dolorosa ma allo stesso tempo bella...>> Iniziò sciogliendo l'abbraccio. <<... È che quando sono arrivata ha detto il mio nome. O perlomeno, il mio soprannome. Sonya era straziata.>> Concluse riportandosi le mani al volto.

Il ragazzo non comprendeva appieno la sua tristezza. Anzi avrebbe dovuto essere felice. Dopotutto il suo migliore amico si ricordava di lei. Forse non è un'egoista come tutte le altre ragazze che ho conosciuto, si disse.

Decise di cingerla tra le sue braccia. Roberta si appoggiò sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Dopo poco si addormentò e Stefano si addormentò con lei. Non sapevano però che si stavano sognando a vicenda.

I loro sogni, il loro sonno e la loro quiete, sopratutto quella di Stefano, fu interrotta da una visita poco gradita per il ragazzo.
Sascha.

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Salve a tutti! In questo capitolo non ci sono stati colpi di scena ma non posso di certo far ammazzare tutti! Spero, nonostante tutto, che vi piaccia❤️

Arriviamo a 15 stelline?✨🍆

Through Your Heart || Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora