Capitolo 20

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<<Come scusa?>> La voce di Roberta era tremante, e in cuor suo sperava che avesse capito male. <<Non farmelo ripetere... Per favore...>> Le sussurrò Stefano. Il silenzio calò nella stanza. I loro sguardi erano persi nel vuoto: lei pensava a lui, lui non pensava a lei. Successe tutto così in fretta che nemmeno Stefano poteva immaginarselo. Non l'aveva mai guardata così a fondo da accorgersene.
E si sentiva una persona orribile.

<<Io... Io non ho parole. Veramente, mi sento delusa, umiliata e presa in giro.>> Sbottò all'improvviso Roberta. I suoi occhi erano un misto tra rabbia e tristezza, lucidi ma restii al piangere. <<Perché? Perché me lo dici ora? Perché mi hai illusa per tutto questo tempo?>> Quelle parole le uscirono come il più potente dei veleni, veleno che colpì il cuore di Stefano.

<<Pensi davvero che io abbia finto con te?>> Rispose a tono il ragazzo. <<Davvero pensi che non ti abbia amato?>> Domandò di nuovo. Roberta lo guardò per un attimo, come a voler cercare le parole adatte. <<Sì. E me l'hai appena dimostrato, hai sempre amato lei non me.>> Concluse. La testa le scoppiava, la febbre era alta ma non pianse. Prese la sua borsa, i suoi effetti personali, si coprì bene con la felpa e uscì da casa. Non voleva tornarci mai più. L'ultima cosa che vide fu lo sguardo perso di Stefano, poi chiuse la porta.

Camminò per qualche isolato, con la testa in fiamme e la vista appannata. Lei era innamorata veramente di Stefano, ma scoprire che lui non si era totalmente scordato di Marina, anzi, la rivedeva in se stessa, le aveva fatto davvero male. Accese il telefono, sedendosi alla fermata dell'autobus. Aprì iMessage, cercando il numero di Sonya.

Roberta: Sonya. Come sta Leo? Si è ripreso?

Sonya: Ehi, tesoro. Si sì, lui si è ripreso e a poco a poco si sta ricordando di tutto, sono così contenta!

Roberta: Ne sono contenta. Ehi, per caso siete a casa?

Sonya: Si perché? Con questo tempo non potremmo andare da nessuna parte, comunque.

Roberta alzò lo sguardo, e constatò che un temporale era alle porte. Alla faccia della primavera.

Roberta: Potrei venire da voi? Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e Leo era sempre lì quando ne avevo bisogno... Non vorrei caricarlo di problemi ma ne ho proprio bisogno, ti prego.

Sonya: Ma certo, quando vuoi, anche ora.

Roberta ringraziò mentalmente Sonya per la sua benevolenza. Non avrebbe mai trovato una persona come lei. Si alzò, e proprio in quel momento iniziò a piovere. La ragazza imprecò, cominciando a correre. La pioggia scivolava sul suo viso, ricordandole quando alle medie lei e le sue amiche festeggiarono sotto la pioggia. Poi, improvvisamente, la pioggia la fece diventare triste.

Stefano ed io amavamo guardare la pioggia fuori dalla finestra... Pensò. Come poteva solo paragonare lei a Marina? Erano due persone completamente diverse, a partire dal carattere. Lei non è me, e io non sono lei... Continuò a pensare, senza rendersi conto che aveva sbagliato strada.

- - -

<<Ma sei stupido forte!>> Gli urlò Sascha al telefono. Non poteva credere che Stefano avesse mandato a puttane la sua relazione con Roberta per una stupidata. <<Non puoi capire come mi sono sentito... Prima di lasciare casa sua mi sono preso uno dei suoi peluche; pensi se ne accorgerà?>> Rispose senza entusiasmo Stefano. Si ripeteva ogni secondo quanto fosse stato stupido.

<<Comunque sia, dove sei ora? A casa tua spero.>> Chiese Sascha sospirando. <<Mh, no. Sono per strada.>> Rispose il ragazzo dall'altro capo del telefono. <<Spero che tu sia alle Hawaii e non sia uscito con questo tempaccio.>> Affermò Sascha, anche se sapeva che Stefano sicuramente non era alle Hawaii. Sentì sospirare. <<Non importa dove sei, vengo a prenderti, ne parliamo e poi andiamo a cercare Roberta e ti facciamo passare la depressione. Tanto è colpa tua quindi...>> Si accorse troppo tardi di aver detto una cazzata. <<Vabbè lascia stare. Arrivo.>> Attaccò, poi si armò di ombrelli e impermeabili colorati dirigendosi fuori casa, verso la tempesta.

Girovagava per le strade senza una meta fissa, visto che il suo caro amico non gli aveva detto dove si trovava. Da lontano intravide una figura dai capelli lunghi e scuri che cercava un riparo dalla pioggia.
Si sentì in dovere di aiutare una fanciulla, quindi lasciò perdere per un secondo Stefano e si diresse verso la ragazza. Più si avvicinava, più le era familiare.

<<Roberta?>> Si disse. Quando intuì che fosse lei, capì di aver preso due piccioni con una fava. <<Roberta!>> Urlò. La ragazza si voltò verso di lui, guardandolo in cagnesco. Sascha si avvicinò velocemente, afferrandole un braccio. <<Che vuoi da me?!>> Gli gridò in faccia. Sascha rimase interdetto, stupefatto dalla reazione così violenta della ragazza.
<<Ti ho vista qui... Sotto la pioggia e...>> Anche lui era rimasto senza niente da dire. Cavolo, questa ragazza è brava a lasciare senza parole le persone, pensò.

<<Non voglio vederti più ok? Preferisco morire qui sotto la pioggia piuttosto che farmi aiutare da te.>> Sbottò, guardandolo dritto negli occhi, vedendo uno sguardo familiare, uno sguardo perso. Lo stesso di Stefano prima che uscisse dalla casa. No, lui non mi ricorderà mai Stefano. Lui non è come lui...
<<Tutto okay? Stai tremando.>> Le appoggiò una mano sul braccio, stringendolo involontariamente. <<Lasciami!>> Urlò lei, spaventata che potesse di nuovo farle del male.

Lui la lasciò, è improvvisamente Roberta cadde per terra. <<Tutto bene?>> Le chiese lui veramente preoccupato. <<Si... Solo, vattene per favore...>> Mi ricordi troppo Stefano, avrebbe voluto aggiungere. Si strinse la testa tra le mani, ormai stava per esplodere. Per Sascha non sembrava per niente okay. Voleva evitare ogni scontro con lei, cercare di recuperare la sua fiducia trattandola meglio, controllandosi. Ma era difficile, soprattutto quando sapeva che aveva rotto, o quasi.

<<Ti riporto a casa.>> Decise Sascha, aiutando Roberta ad alzarsi. Le toccò con una mano la fronte, accorgendosi che era bollente. <<Roberta... Stai andando a fuoco...>> Le sussurrò. Lei non rispose, limitandosi ad annuire. <<Cazzo, stai veramente male...>> Imprecò. Se la mise in spalla, coprendola come meglio poteva con l'impermeabile. Iniziò a camminare velocemente, controllando di tanto in tanto che l'impermeabile non fosse caduto.
<<Destinazione: pronto soccorso.>>

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Ciauuuu! Questo era il ventesimo capitolo! Spero vi sia piaciuto. Penso di essere agli sgoccioli con la storia... Già già *^*
Se vi è piaciuto lasciate una stellina⭐️ Ci vediamo al prossimo capitolo, all the love luvs❤️

Through Your Heart || Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora