Capitolo 18

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Successe tutto così velocemente.
La lotta, il dolore, il silenzio, il rumore. Rumore di una porta chiusa con violenza e poi rumore di passi cadenzati, passi lenti e leggeri ma perfettamente percettibili a causa del ticchettio sul pavimento in marmo.

Passi che avevano smesso di camminare subito dopo la scena appena osservata.
Sascha, impietrito, scioccato dalle sue gesta da folle, protese il busto in avanti per sbirciare chi fosse quello spettatore scomodo.

<<Mio Dio tutto ma non lei. Non lei cazzo.>> Sussurrò tra se e se.

Si avvicinò alla ragazza, rannicchiata in un angolino con la testa fra le gambe. Alzò di poco la testa, giusto per vedere chi fosse, e quando vide Sascha avvicinarsi si fece piccola contro la parete. Non voleva più avere nulla a che fare con lui.

<<Stai calma. Stai ferma, non urlare. Dobbiamo andarcene. Girati piano piano e guarda chi c'è la dietro.>> Le sussurrò il moro.

Roberta si sporse leggermente in avanti e appena la vide quasi non sussultò dallo spavento. Che ci faceva lì Marina?

<<Perché credi sia qui? E no, non verrò con te. Devo chiedere scusa a una persona.>> Sentenziò la ragazza.

<<Non mi interessa ciò che devi fare, io me ne vado, te la vedi tu con lei.>> Disse in tono scorbutico.
Roberta sbuffò irritata.

<<Ah pure? Non so con quale faccia fai lo stronzo con me dopo quello che mi hai fatto. Devo farti vedere il taglio che mi hai lasciato sulla guancia? O magari quelli sui polsi, mentre ci siamo.>>

<<Ma smettila! Non fare la vittima!>>

<<Ma sei pazzo? Non dovrei fare la vittima quando mi hai appena violentata fisicamente? È già tanto se non ti denuncio! Sono pur sempre minorenne io!>> Disse Roberta alzando il tono di voce.

<<Ti ho detto di non urlare, o devo fartelo  capire?>> Sussurrò l'ultima frase alludendo a picchiarla di nuovo.

<<Sei solo un bastardo Sascha, un grande, grande bastardo.>> Sussurrò, prima di dargli una ginocchiata sui testicoli.

- - -

<<Che significa che torni a casa a piedi? Dove sei? Aspettami lì, ti vengo a prendere.>> Disse Stefano preoccupato, parlando al telefono con la sua ragazza.

<<No davvero, non c'è bisogno.>> Roberta si morse il labbro. Aveva bisogno di lui più di ogni altra cosa.

<<Torno a casa piedi, tranquillo. Non preoccuparti per me. Sto bene.>> Ripeté per dare sicurezza al ragazzo. Ma in realtà lo faceva per se stessa.

<<Non voglio sentire scuse, potrei cercarti dappertutto, non ti lascio sola in mezzo alla strada.>> Sentenziò Stefano.

Roberta avrebbe voluto ribattere ma le chiuse il telefono in faccia. Sospirò rassegnata: quel ragazzo le avrebbe portato la Luna se avesse potuto.

Si sedette in una panchina, aspettando l'arrivo di Stefano, quando le arrivò una notifica sul telefono.
Un messaggio da parte di Sascha. Non sapeva se rispondere o meno, ormai quel ragazzo era ormai la cosa più sgradevole sulla faccia della terra.

Non quando mi baciava però, pensò Roberta, scuotendo la testa subito dopo. Come poteva anche solo pensare una cosa del genere? Decise di rispondere.

Sascha: Non volevo ferirti. Non mi succede spesso di perdere le staffe, non so perché mi sono comportato in questo modo. Io e Marina siamo saliti da Stefano e... Non ho saputo dirglielo. Non ho potuto, c'erano troppi coltelli da cucina. Non voglio tornare a essere qualcuno per te, potrai anche fare finta che io non esista, ma devi dirmi una cosa, una cosa molto importante per me, ma forse banale per te. Cosa hai provato quando ti ho baciata?

Roberta lesse tutto d'un fiato, concentrandosi sulla richiesta finale. Cosa avrebbe risposto? "Mi sento una merda perché ho provato qualcosa ma sento che ho tradito il mio fidanzato" era troppo lungo. Decise di rispondergli in modo vago.

Roberta: Sono confusa. Anzi, non dovrei nemmeno risponderti! Sei solo uno stronzo, ti sei approfittato di me, della mia confusione e poi fai pure il maschilista!

Sascha: Ti ho già chiesto scusa... Cosa vuoi che faccia più?

Roberta: Scompari dalla mia vita. Non voglio rivederti mai più.

- - -

Leggere quelle parole gli fece male, molto male. Si rendeva conto delle cazzate che aveva fatto, si rendeva conto di aver ferito una ragazza innocente tutto solo per averla con se.

Qualcosa in lui era cambiato, quello che pensava fosse amore era un disturbo ossessivo. Voleva averla solo per se a tutti i costi. Amore? Forse. Follia? Sicuro.

<<Sei pericoloso lo sai?>> Disse all'improvviso Marina al ragazzo.
Questo sì voltò senza nessun interesse.

<<Basta lasciarti da solo un attimo... E diventi un serial killer.>> Lo schernì ancora di più.

Calmo.

<<Ora l'hai persa per sempre lo sai? Indovina da chi andrà a consolarsi? Dal suo caro Stefanuccio.>> Il sangue gli ribolliva nelle vene.

Calmo, devi restare calmo.

<<Immagina quando Roberta in preda al dolore gli confesserà ciò che hai fatto... E allora lui la consolerà e la bacerà... Farà tutto ciò che non avrebbe mai fatto con te.>> Perse le staffe.

Ora basta.

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Shi, sono malvagia ^^
Oh mio dio! Che cosa succederà nel prossimo capitolo? Quale fine orrenda toccherà a quella gallina di Marina? (sorry la rima [oh mio dio un'altra O.o {Si, parentesi nelle parentesi, io può OUO.}])
Molti di voi hanno tentato a indovinare chi sarebbe potuto essere lo "spettatore". Avete dato per scontato che fosse Giuseppe o Salvatore. Mai e dico MAI, dare per scontato qualcosa nelle mie storie, soprattutto quando si parla di colpi di scena ;)

Chi pensa che la Marina sia una stronza?

Chi pensa che Sascha abbia un problema ossessivo?

Chi pensa che Stefano sia troppo dolce, aw?

Chi vuole un sequel?🌝

Ci vediamo nel prossimo capitolo, a presto luvs e mi raccomando, lasciate una stellina✨❤️

-Rob

Through Your Heart || Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora