Capitolo 14.

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Ormai è passato 1 mese e mezzo dal primo giorno che sono arrivata qui. Mi sento felice e finalmente ho trovato lavoro come commessa in un piccolo negozio di abbigliamento e con i soldi che ho guadagnato il primo mese e i miei risparmi, sono riuscita ad affittare un piccolo appartamento sul mare. Casa mia è molto piccola, ha due piccole camere da letto un piccolo bagno, una striminzita cucina e un piccolissimo salotto con un divano a due posti. La casa non è completamente arredata per ora ci sono due letti singoli, il frigorifero, la lavatrice, il divano e un piccolo mobile dove c'è la televisione.
Il tavolo da pranzo non c'è ancora e nemmeno il forno e i ragazzi mi hanno regalato un piccolo microonde, manca l'armadio e quindi i miei vestiti sono sempre in valigia, ma quando metterò da parte un po' di soldi comprerò tutto quello che manca. È da più di due settimane che non vedo Troy e Harley e penso che anche loro probabilmente staranno cercando lavoro o l'hanno già trovato.
Sono circa le 20.00 e io sono appena arrivata a casa. Sono uscita dal lavoro alle 19.30 ma sono andata a fare un po' di spesa, dato che in casa mia non mai c'è un cazzo. Sistemo la spesa e mi vado un po' a riposare su quel cazzo di letto scomodo che i precedenti proprietari hanno lasciato qui.
Ad un certo punto sento bussare alla porta. Mi alzo e mentre vado ad aprire penso a chi possa essere. "Buon Natale!"dice Harley entrando in casa facendomi sbattere la porta sul mignolo. "Aia! Ir budello di tu ma!"gli urlai per la seconda volta in toscano. "Eh no, questa cosa che te mi offendi e io non capisco nulla, deve assolutamente finire."dice lui sdraiandosi sul divano. Chiudo la porta e vado verso di lui. "Ma ti sembra il modo di entrare in casa degli altri?"dico io facendo la finta seria. "Certo."dice lui ridendo. Sento bussare e vado ad aprire, questo sarà Troy. "Buona Pasqua!"dice lui entrando nello stesso modo di Harley e si dirige da lui e gli si butta addosso e caderono tutti e due insieme dal divano. "Ma mi spiegate che problemi avete voi due? Uno arriva dicendo 'Buon Natale!' e quell'altro dice 'Buona Pasqua', cosa avete bevuto?"dico io andando da loro. "Davvero Troy, smetti di fare queste cose. Ti sembra il modo di comportarsi? Fai il bravo bambino."scherza Harley mentre si alza, e Troy gli mostra il dito medio. "Siamo venuti a prenderti perché abbiamo deciso di andare in discoteca."dice Troy sedendosi a modo sul divano. "Ma domani devo andare a lavoro."sbuffo io. "Noi no. Quindi preparati."dice Harley venendo da me e spingendomi nella mia camera. "Okey."dico chiudendo la porta. Mi metto un semplice vestito nero corto con le spalline e con lo scollo a cuore profondo e un paio di tacchi dello stesso colore, mi piastro i capelli e mi trucco, tutto questo in 20 minuti. Appena esco dalla porta Troy mi guarda per qualche secondo e dopo aggrotta le sopracciglia. "Non che io sia tuo padre, ma quel vestito è troppo corto, e lo scollo... per favore vatti a cambiare."dice lui scuotendo la testa. "So che ti piace guardarle le tette."dice Harley ridendo e subito dopo Troy gli tira un pugno sulla spalla. "Cosa mi dovrei mettere? Il burqa?"dico io alzando le mani. "Pensaci, almeno Troy non ti guarda più."dice Harley. "Harely smettila."dice Troy serio. "A me piace il tuo abbigliamento."dice Harley guardandomi. "Beh, è bello ma è troppo corto e scollato."dice Troy guardando la mia scollatura. "Sulla lunghezza non puoi dire nulla, sulla scollatura ti posso anche capire."dico io. "Dai andiamo! Non ho voglia di stare qui a discutere del vestito di Lute."dice Harley alzandosi. "Non ti metti nulla sopra?"dice Troy. "Dio santo, aspetta!"sbuffo io e vado a prendere un giacchetto di pelle nero ed esco di casa dopo Troy. Chiudo la porta e lo seguo.
Per tutto il viaggio cantammo a squarciagola le canzoni che partivano alla radio e più di una volta beccai Troy che mi guardava dallo specchietto. Non so se prova qualcosa per me, ma non mi dispiacerebbe affatto. Arrivati Harley uscì dalla macchina ballando e Troy anche. "Allora tu camminnerai fra me a Harley, hai capito signorina?"dice Troy con un tono da fratello maggiore. "Motivo?"chiedo io. "Il tuo vestito."dice Troy incrociando le braccia. "Sappi che ti odio."

POV. ALICE

Sono un paio giorni ma comunque troppi da quando Lute è andata via, non lo so quanto tempo è passato, ne ho perso la cognizione. Niente è andato bene da quando lei non c'è più, assolutamente niente. Io e Joseph ci siamo lasciati perché non mi riconosce più, passo il tempo a ubriacarmi in tutti i bar che incontro. Non riesco a capire come abbia potuto lasciarmi sola in questo mondo di merda, cazzo me l'aveva promesso, avevo promesso che saremo state sempre io e lei contro il mondo. Non so i motivi per cui l'ha fatto, ma devo scoprirlo, devo chiarire con lei, anzi devo stare con lei perché è tutta la mia famiglia, siamo cresciute insieme e non ci siamo mai separate, e neanche stavolta lo faremo.
Mi alzo a fatica dal letto, mi vado a fare un doccia fredda per svegliarmi del tutto. Esco circa mezz'ora dopo, vado verso l'armadio alla ricerca di qualcosa da mettermi. Alla fine decido di indossare l'intimo nero di pizzo, jeans lunghi strappati, una canottiera bianca e un enorme felpa dell'Adidas bianca e nera che Lute ovviamente ha dimenticato qui. Preparo un borsone e ci infilo tutti i miei vestiti a casaccio, e preparo anche uno zaino in cui metto tutti i soldi che ho, due bottiglie di vodka (che ormai sono diventate indispensabili) e anche tutto quello che potrebbe servirmi durante questo viaggio. Vado in cucina e mi accorgo di essere sola, tanto meglio. Scrivo un biglietto dicendo che non sopporto più la situazione e di non preoccuparsi per me, che me la so cavare da sola, e che sto andando a cercare quella stronza della mia migliore amica e anche non tornerò più lì.
Esco di casa senza giacchetto non m'importa se fa freddo, non sento più un cazzo, mi metto le cuffie nelle orecchie e inizio a camminare alla ricerca dell'aeroporto.
Sono appena arrivata, e ho realizzato che non so da dove iniziare a cercarla...
Apro la mappa degli Stati Uniti e guardo attentamente tutte le città principali, mi sono incantata sulla scritta "Miami" ho una sensazione che possa essere in quella città quindi, decido di iniziare da lì, se poi non ci sarà pace, io c'ho provato. Sono entrata all'interno di quest'enorme struttura e devo dire che è un bellissimo aeroporto, ma c'è tantissima gente.... ed io odio le persone. Mi avvicino al banco per chiedere informazioni sul prossimo volo per la mia destinazione. Una signora sulla quarantina molto gentile e con un sorriso rassicurante, mi dice che il prossimo sarà tra due ore. Molto bene direi ho il tempo di mangiare, di riposarmi e sopratutto di bere almeno una bottiglia della mia amatissima Vodka.
Dopo due noiosissime ore, finalmente riesco a montare su quel fottuto aereo, mi è stato assegnato il posto a destra accanto al finestrino ed accanto ho un ragazzo di circa la mia età che sta parlando con dei suoi amici che si trovano nei due posti di sinistra accanto a noi. Dopo una decina di minuti decido di mettermi le cuffie e di ascoltare un po' di musica, ma per rilassarmi del tutto ho bisogno di un po' di quel liquido essenziale che ho nello zaino. Senza farmi vedere da nessuno porto la bottiglia alla bocca e proprio in quel momento si gira il ragazzo di fianco a me e inizia a ridere, io mi giro verso di lui è dico "Che cazzo hai da guardare, fatti gli affari tuoi!" lui mi risponde con un ghigno divertito "Mi piaci, bel caratterino." "Fottiti!"
Di lì fino alla fine del viaggio continuava a provare ad intraprendere un discorso con me, ma io lo liquidavo con un gesto della mano e i suoi amici lo prendevano in giro.
Finalmente arrivai a Miami verso tardo pomeriggio, mi alzai subito contenta di poter sollevare il mio bellissimo culo da quel sedile così scomodo, presi le valigie e cercai un taxi che mi potesse portare in centro. Lo trovai e dopo una decina di minuti mi trovai in una strada piena di gente, di negozi alla moda, di gelaterie, tabacchini e negozi di tatuaggi. Pagai e scesi della macchina, andai a cercare un hotel in cui andare a posare il borsone e a dormire almeno per stanotte. Dopo poco lo trovai, era molto carino, e la persone che ci lavoravano erano simpatiche e divertenti.
Appena dopo aver preso la chiave della stanza mi precipito verso le scale, ho proprio bisogno di una doccia, puzzo come una capra. Mi lascio cullare dall'acqua calda che mi rilassa i nervi e 20 minuti dopo fui pronta. Mi rimisi i pantaloni strappati di stamattina, insieme a una grande felpa blu e poi le mie amate Vans nere ai piedi. Mi asciugai in fretta i miei capelli rossi e li legai in una coda alta, mi truccai solo con un semplice rossetto rosso, presi lo zaino e uscì dall'hotel salutando gentilmente per quanto il mio umore permetteva.
Decisi che è ora di andare in un bar in centro dato che non ho più alcool in corpo e sento un buco al centro del petto che quando bevo sparisce.
Arrivo in un locale molto affollato, e davvero molto bello, magari Lute poteva essere qui, ma scacciai subito quell'idea tanto stupida, infondo ero appena arrivata e non sapevo nemmeno se fosse qui a Miami.
Appena ho finito due birre e qualche altro bicchiere di cui non ricordo il nome, decido di andare al mare, se devo trovare Lute devo andare per forza al mare perché so che a lei piace tanto. Arrivo sulla sabbia barcollando leggermente, non so come ho fatto ad arrivare fin qui tutta intera, ma ce l'ho fatta. Dopo due ore di ricerca, si è fatta buio e non è proprio il caso di continuare le ricerche per cui vado in albergo a dormire. Passo così i due giorni successivi, ubriacandomi e basta dato che ormai ho perso le speranze.
Mi alzai a fatica dal letto, ieri sera ho davvero esagerato nel bere, prendo il telefono sul comodino e controllo l'ora... bene mi accorgo che sono le 8 di sera, ma quanto cazzo ho dormito? Va bé. Mi preparo e vado al Mc a mangiare.
Stasera ho pensato di andare a ballare in un locale di cui ho sentito parlare molto ed è famoso per le feste scatenate.
Mi metto un vestito nero stretto e i tacchi dello stesso colore dei miei capelli, prendo l'unica borsa che ho portato e cerco di arrivare al locale.
Dopo aver sbagliato strada almeno tre volte riesco nel mio intento. È già pieno di gente non raccomandabile, ma ormai ho deciso che stasera mi voglio divertire quindi entro senza timore e subito l'odore di alcool e sudore mi arriva alle narici ma mi ci abituo dopo poco. Vado dritta al bancone e ordino qualcosa di forte, mi giro a guardare la gente che si diverte e una grande malinconia mi assale e gli occhi mi pungono, ma no. Non voglio piangere ancora. Adesso basta, sono forte.
Cerco di farmi spazio tra quei corpi sudati e vado a un tavolino con delle poltroncine di pelle nera, davvero comode. Mi siedo e guardo una ragazza a tre tavolini di distanza da me che è in compagnia di alcuni ragazzi, cerco di mettere a fuoco ma l'alcool me lo impedisce. Quindi mi alzo e senza farmi notare mi avvicino, vedo un ragazzo a me conosciuto e rimango immobile quando capisco che è Harley, lui mi vede e impallidisce, a quel punto anche quella ragazza si gira e mi guarda, mi rendo conto che è proprio la mia migliore amica. Senza pensarci due volte finisco la mia birra che ho preso insieme al cocktail di prima e mi fiondo da lei. In poco tempo tutti mi stanno guardando e io non do il tempo a Lute di parlare che gli inizio a urlare contro cose poco carine e piangendo esco di corsa da quel posto. L'avevo trovata, ma la mia tristezza è aumentata notevolmente dato che l'ho vista molto felice senza di me.
Subito dopo essermi messa a piangere su una panchina fuori il locale, mi sento toccare la spalla, mi giro e la vedo con gli occhi lucidi e io con un tono gelido che non pensavo di avere gli dico "Che cazzo ci fai qui eh? Torna pure a divertirti e vai via che è l'unica cosa che sai fare!"lei mi guarda con uno sguardo confuso e si accorge che sono ubriaca "Alice sei in condizioni pessime, ne parliamo domattina. Ma adesso vieni con me, ti porto a casa". Gli urlo contro che non voglio andare da nessuna parte con lei e l'ultima cosa che vedo è lei che cerca di tenermi prima che caschi per terra, poi buio.

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