Capitolo 18.

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Mi sveglio e accanto a me mi ritrovo Troy, durante la notte non si è avvicinato a me ed è restato lì. Mi alzo dal letto e ho una fame pazzesca, vado in bagno e mi guardo allo specchio. Quasi mi spavento dal mio orrendo aspetto, ho i capelli arruffati e il mascara sbavato. Mi sistemo, esco dal bagno e vado a mangiare qualcosa. Prendo una mela e mi siedo sul divano e inizio a mangiare, il mio pranzo e la mia cena sono andati!
Ad un tratto mi squilla il telefono e vado a prenderlo. È papà. "Sei arrivato?"dissi con un tono freddo. "Si, sono sceso ora dall'areo. Dimmi dove sei così ti passo a prendere."non gli dirò l'indirizzo di casa, verrebbe a cercarmi quando vorrebbe. "Ti aspetto davanti al Burger King." "Tra 20 minuti sono lì. A dopo."dice lui chiudendo la chiamata. Finisco la mela e vado a prepararmi e Troy è sempre nel mio letto che dorme in pace. Esco di casa e mi dirgo al Burger King, mi siedo sulla panchina e aspetto papà. Mentre lo aspetto mi fumo una sigaretta e dopo un paio di minuti arriva. Scende da una macchina lussuosa nera e viene verso di me, aprendo le braccia, mi alzo in piedi e mi limito a sorridere. "Mi sei mancata tanto."dice abbracciandomi forte ma io resto immobile. "Ciao papà."dico quando finalmente si stacca. "Non ti sono mancato neanche un po'?"chiede lui ad un tratto. Resto in silenzio e lui gira la testa a destra. "Come stai? Sei dimagrita tanto."chiede lui guardandomi dall'alto in basso. "Sto bene."dico semplicemente. "Andiamo a prendere un caffè insieme? Almeno parliamo un po'." "Okay."dico dirigendomi in macchina.
Siamo andati in un bar e abbiamo bevuto il caffè senza nemmeno parlarci e non ci siamo neppure guardati. "Da quanto ho capito non tornerai più a casa."dice lui finendo l'ultimo sprso di caffè. "Perché dovrei ritornare? Venivi a casa 2 volte al mese e ogni volta litigavamo. Dimmi solo un motivo per ritornare."dico mantenendo il tono di voce basso. "Io sto bene qui. Se veramente vuoi che io sia felice, lasciami in pace."abbassa lo sguardo a terra e non dice nulla. "Okay fai quello che desideri. Se qui sei felice a me fa più che piacere. Se hai bisogno di qualcosa sappi che ci sarò sempre."dice prendendo una busta gialla dalla tasca della giacca e lo mette davanti a me. "Cos'è questo?"chiedo io. "Il minimo che posso fare per te. Apri."dice lui sorridendo. Apro la busta e ci trovo tanti soldi, tutti pezzi da cento e un paio di chiavi. "Le chiavi di cosa sono?"chiedo tirandole fuori. "Della tua nuova casa. È una bella casa vicino al mare, ha due stanze da letto, una grande cucina che si collega col salotto e la sala da pranzo, ci sono quattro bagni e una cabina armadio piccola, è tutta arredata e dietro casa c'è un piccolo giardino."dice lui sempre con il sorriso. "Io non posso accettali."dico mertendo le chiavi dentro la busta. "Perché?"chiede lui sorpreso. "Perché voglio fare le cose da sola, ho un lavoro, una casa e che ho trovato da sola senza il tuo aiuto e vorrei continuare così. Ti ringrazio ma non posso accettare."spigo la busta verso papà e lui la rispinge verso di me. "E se un giorno perdi il lavoro? O non ti danno i soldi? E se perdi la casa? Ci hai mai pensato? Questa busta tienila per quando hai bisogno."per quanto io sono dell'idea di voler fare tutto da me, una vocina dentro di me dice 'Ma tu sei pazza! Ti offrono soldi, una casa e non accetti?! Al diavolo il tuo misero lavoro e la tua misera casa! Mangi poco e sei sempre distrutta! Per una volta fai come dice tuo padre!' Ci penso un attimo e senza che nemmeno me ne accorgessi ho detto: "Okay grazie."prendo la busta e la metto dentro la borsa. "Mi dispiace che non sono stato un padre presente per te, non sono venuto a Natale, a Pasqua, al tuo compleanno ma non ho mai spesso di volerti bene. Sei mia figlia, il mio sangue, come non potrei volerti bene. Quella sera quando sono tornato a casa e ho trovato una lettera al posto tuo, è stata la seconda cosa più brutta della mia vita."dice lui dispiaciuto. "La nostra vita non è andata come volevamo."dissi stringendogli le mani. "Avevamo troppi sogni e ambizioni che poi sono svaniti in quel incidente insieme a loro due. Ti ricordi? Mamma sognava che un giorno potessi andare all'università di Firenze per giurisprudenza come lei e per Lorenzo sognava che fosse capo dell'azienda insieme a te."dissi trattenendo le lacrime. "Poi ti ricordi quando si andava a Roma?"dico col sorriso. "Certo che me lo ricordo! E le vacanze in Sicilia da nonna?"da quanto è felice gli brillano gli occhi. "In barca! Mi ricordo che zio buttò Lorenzo in mare perché non sapeva nuotare e poi imparò. Ti ricordi quanto urlava?! Era troppo divertente!"mi misi a ridere ricordando quei bellissimi momenti. "Mi ricordo quando correvi con quelle piccole gambe per la barca, col pannolone che pesava più di te! Eri bianchissima rispetto ai tuoi cugini, loro stavano tutto il giorno al mare e si abbrozavano e ti chiamavano 'Tedesca' e anche Lorenzo lo chiamavano così!"dice ridendo. "Aspetta, questa non me la ricordo."dico aggrottando le sopracciglia. "Eri piccola, avevi 2 anni."
Siamo restati al bar per un po' a ridere e a ricordare i vecchi momenti e papà ha detto che era da anni che non rideva così, ora stiamo andando nella mia nuova casa.
La casa è davvero carina da fuori, il giardino è curato e ha dei bellissimi fiori. Tutte le case in questa via sono più o meno simili. È una zona tranquilla della città e non è lontana dalla casa di Harley e Troy. Per arrivare al negozio dove lavoro mi ci vogliono 15 minuti a piedi e 5 in macchina.
Tiro fuori le chiavi dalla borsa e apro la porta. Entro e subito c'è la grande cucina insieme alla sala da pranzo e il salotto dove c'è una grande finestra da cui entra molta luce. La casa è arredata e mi piace perché non è moderno ma è una tipica casa americana. "Ti piace?"chiede papà sorridendo. "Si, grazie... davvero."dico abbracciandolo. "Non c'è di che." Salgo al piano di sopra ed entro nella prima stanza, dovrebbe essere la cabina armadio, ha un armadio grande con ante scorrevoli, una specie di mobile con uno specchio e dei portatrucchi. Esco e vado nell'altra stanza che è una camera da letto. C'è un letto matrimoniale beige, un piccolo armadio e due comodini, questa sarà la mia stanza. Entro nell'altra stanza ed è simile alla mia, cambia solo il colore del letto che è bianco. In ogni stanza da letto c'è un bagno, uno accanto alla cabina armadio e uno al piano di sotto. "Allora queste sono le chiavi della tua macchina e questa è la carta di credito che ti ricarerò tutte le settimane."dice dandomeli. "Ma non c'era bisogno! È già tanto se mi hai preso questa casa."tanti soldi alla settimana=niente più lavoro, che gioia! "Se non faccio queste cose per mia figlia, per chi le dovrei fare?"dice lui abbracciandomi. "Andiamo a vedere la macchina!"dice aprendo la porta e uscendo. "So che è un'Audi."dico io guardando le chiavi col logo sopra. "Indovina, è la macchina che hai sempre voluto."dice chiudendomi gli occhi. "Audi A1 a 5 porte, bianca, col tettuccio nero e con il cambio automatico."è da un po' che ripeto sempre le stesse cose a papà di come voglio la macchina e spero che sia quella. "Esatto."dice levando le mani dai miei occhi. Non posso credere ai miei occhi! È davvero la mia macchina dei sogni! "Grazie papà!"dico saltando dalla gioia. Questa è la prima volta dopo tanti anni che lui sorride così. Ad un tratto viene l'autista. "Signore il volo è tra 1 ora, dobbiamo andare in aeroporto."e va via. "Ma non avevi una riunione?"chiedo perplessa. "No, sono venuto solo per vederti, era una scusa."dice lui ridendo. "Allora, se hai bisogno di qualcosa chiamami, la carta di credito come ti ho già detto, la ricarerò io poi chiamami ogni tanto."dice abbracciando. "Certo lo farò! Grazie di tutto...."dico ricambiando l'abbraccio. "Ciao piccola."dice dandomi un bacio sulla fronte. "Ciao papà."

Adoro la mia nuova casa e amo la mia macchina, e tutto questo grazie a papà. Ora sono qua seduta sul divano del mio splendente salotto a gaurdare la televisione. Ho davvero tanta fame ed è quasi ora di pranzo. Vado in cucina con la speranza di trovare qualcosa da mangiare. Apro il frigorifero e vedo che è pieno. Oh madonna.
La cucina ha tutto, pentole, posate, piatti, bicchieri ecc...
Prendo una pentola e ci metto dell'acqua e la metto sul fuoco. Voglio prepararmi un bel piatto di pasta come so fare solo io.
Dopo il buonissimo pranzo andai a dormire, ieri per fortuna è stato il mio ultimo giorno di lavoro, che bello stare a casa.

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