As he walked by (parte 4)

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Damon richiuse la valigia con uno schiocco rassegnato delle cerniere: la voglia di andare a trovare la sorella di sua madre non era riuscito a trovarla nemmeno immaginandosi tutti i possibili incoraggiamenti che quell'inguaribile ottimista della sua ragazza avrebbe potuto fargli.

Non era riuscito a trovare dei risvolti positivi nemmeno quando si era chiesto 'Cosa penserei se fossi Stefan?', ma in un momento del genere nemmeno il suo positivissimo fratellino era così contento di dover passare le vacanze fuori città, specialmente adesso che sapevano che Lexi se n'era andata alle Bahamas con William... o come cavolo era.

Forse Lee?

Mah. Chissenefrega.

Non era poi così importante, dato che anche lei aveva cambiato fidanzati come cambiava le paia di scarpe, ma sulla cara Lexi non si era mai potuto dire nulla, ovviamente, era lui la pecora nera della famiglia. Chissà perché non era affatto una sorpresa.

Sua zia Lucy era la classica zia cicciona che non vedi mai, ma che quando sei un bambino e lei non ha ancora figli, ti riempie di caramelle in occasione delle feste, nel senso che proprio te le infila giù per la gola senza curarsi del fatto che tu le voglia o meno.

Lexi era arrivata solo qualche anno dopo di lui, e grazie al cielo non c'erano state più caramelle che non sapeva dove sputare, o non quante come prima. Comunque, non c'era stato verso di farli andare d'accordo: fin da piccolo Damon aveva avuto un debole per le belle donne, e Lexi era stata la bimba più brutta della terra, secondo il suo modesto parere.

Brutta e viziata, tra le altre cose. Peggio di così...

Era stato in quel periodo, quando sua cugina aveva cinque anni, che sua zia aveva giurato vendetta. Damon, incazzato perché quella scocciatrice proprio non voleva lasciarlo in pace, l'aveva spinta nel fango e non si era risparmiato nemmeno un insulto, le aveva detto tutto ciò che pensava di lei, e l'aveva rimandata in lacrime da sua madre.

Mary l'aveva rimproverato a lungo, Giuseppe, quando sua moglie non guardava, gli aveva dato il cinque, e forse era uno dei pochi ricordi che gli restavano in cui era stato contento di avere suo padre al suo fianco.

Sarebbe stato con loro solo qualche giorno, prima di prendere il primo aereo per Parigi e togliersi dalle scatole: aveva sempre preferito la famiglia di suo padre, erano meno freddi e più affettuosi, ma non appiccicosi, il genere di persone che non ti fanno sentire di troppo in nessuna occasione, e aveva legato molto più con loro che con l'altro ramo della famiglia.

Sarà stato che, a quanto pareva, Damon aveva il carattere peculiare dei Salvatore da che la famiglia era al mondo, ma sapevano capirlo e prenderlo in modo migliore. Nella famiglia di sua madre era sempre stato guardato come se fosse stato da portare dallo psichiatra solo perché era un po' irruento e non aveva peli sulla lingua nemmeno da bambino.

Forse era stato un po' ingenuo, specialmente da adolescente – ragion per cui si era lasciato usare da Katherine come bambola gonfiabile –, ma almeno qualcosa ci aveva guadagnato, nonostante tutto ciò che aveva perso.

Non poteva farcela, davvero.

Nemmeno per Stefan, anche se l'avrebbe deluso una volta di più, anche se gli avrebbe fatto passare le peggiori vacanze della storia, non poteva davvero andarsene a Williamsburg: doveva solo comunicare la notizia ai suoi e sorbirsi qualche discorso sulla morale e chissà cosa.

Una tortura.

Preferiva diecimila volte passare quei pochi giorni che poteva con Elena piuttosto che con parenti che non sopportava, anzi, avrebbe preferito stare con lei piuttosto che fare qualunque altra cosa, e non si prese nemmeno il disturbo di fingersi infastidito per questa consapevolezza da femminuccia.

Dear Diary - The Vampire DiariesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora