Dear Diary - The Vampire Diaries

Today I saw a boy

Ricordate sempre che la nostra unica ricchezza sono i sogni che facciamo da bambini. Sono la benzina della vita, l'unica forza che ci spinge ad andare avanti quando le cose si mettono male. Coronare i sogni del bambino che è dentro di voi, deve essere il vostro unico scopo. Non dimenticate mai che diventerete adulti solo nell'aspetto, ma quel piccolo uomo vive ancora dentro di voi. Impegnatevi tanto nel vostro lavoro.
[...]
Dovete provare a essere i migliori in ogni campo, anche se venderete una frutta in una bancarella. Tutti dovranno dire: "Che frutta buonissima che ha quello lì". La vita vi metterà davanti a tante prove e voi non dovete mai tirarvi indietro. Fate fate fate, anche a costo di sbagliare. E se sbagliate e causate del male a qualcuno, chiedete scusa. Chiedere scusa e ammettere un errore è la cosa più difficile di tutte. Quando invece qualcuno vi fa del bene, ricordatevelo sempre. Mostrare la propria gratitudine è altrettanto complicato. Quando vi capiterà di vincere qualcosa, non prendete in giro gli avversari e non vantatevi.
[...]
Vi chiedo solo una cosa importante: comunque vada la partita, lottate fino alla fine.
[Fausto Brizzi - Cento giorni di felicità]

 9 Ottobre

Caro diario,

non so cosa sia successo oggi, ma posso giurare che mi ha lasciato una piacevole sensazione in fondo allo stomaco. L'atmosfera, subito dopo che sono uscita dalla porta, stamattina, non mi è sembrata quella di ogni altro giorno, e invece di spaventarmi come credevo sarebbe successo, mi ha dato la carica. È incredibile! Mi sento ancora su di giri, e so che non è successo niente di speciale, però... non lo so. È come se fosse arrivato il vento del cambiamento.

Non so spiegarlo, ma è così.

Sarà stato il fatto che mi ha accompagnata Bonnie a scuola?

Forse è stato solo l'inizio, un segno che quella giornata aveva rotto la monotonia e il senso di piattezza che avvertivo nella mia vita. Forse perché oggi ho dato appuntamento a Matt per domani al Grill: ho intenzione di parlargli seriamente e dirgli tutto, stavolta.

Caroline ha ragione, nonostante mi costi ammetterlo, non posso più rimandare, specialmente in questo momento. Sono arrivata alla conclusione che lo devo fare per me stessa, e lo so che sembra egoistico, però è così. Ma lo faccio anche per lui: lo lascio andare, in modo che possa trovare qualcuno che possa far parte del suo futuro e assecondare i suoi desideri come merita, perché ora più che mai so che non posso essere io, e so che nessuno dovrebbe essere condannato a stare in una relazione che non ha più niente da dare.

Me ne sono accorta proprio oggi, dopo pranzo, quando ha chiesto di parlarmi, e io già sapevo che il perno del discorso sarebbe stato il College, quasi glielo leggevo in faccia. Sarà che ha sempre quella espressione un po' euforica un po' stranita quando si tratta di parlare di futuro, eppure il mio sesto senso già mi aveva avvisata che sarebbe stata una notizia che non mi sarebbe piaciuta, da cui sarebbe scaturita una conversazione che non avrei voluto sostenere.

Non so dove ho trovato la forza di reggermi in piedi, quando mi ha detto che l'hanno accettato alla Bridgewater e che non desiderava altro che andassi con lui: mi sono sentita il peso di tutta una vita sulle spalle, e mi sono sentita intrappolata in vestiti che non erano i miei, in desideri che non potevo assecondare e al proposito dei quali nessuno mi aveva chiesto che ne pensassi.

Si è addirittura già mosso per trovare la casa, per me, perché gli alloggi sono disponibili solo per i vincitori della borsa di studio, ha già deciso che studierò Lettere, ha già programmato il nostro futuro da qui a dieci anni e io sono rimasta sconvolta, non ho quasi avuto la forza di dire una parola, ancora non so se l'ho fatto perché non volevo troncare i suoi sogni sul nascere o perché non avevo un'alternativa a quella proposta che avrei potuto contrapporre come motivazione valida per rifiutarmi che fosse diversa da "Io ancora non lo so cosa voglio", e non l'ho detto perché mi sembrava una scusa per uscirne, per nascondermi dietro la paura di non farcela.