One touch of his hand (parte 6)

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Elena scomparsa?

«Cosa?!» fece Damon, sconvolto dal fatto che la persona che probabilmente tutta la città stava cercando era, forse, nel bagno, almeno a giudicare dall'acqua che sentiva scorrere.

Grandioso. Grandioso.

Ancora non riusciva a ricordarsi perché mai non avesse deciso di guardare la stracazzo di ora.

Liz Forbes, in persona, incrociò le braccia, sembrava seria e preoccupata. «Ieri doveva venire a casa mia, a quel che mi ha detto mia figlia, ma non è mai arrivata.»

E ancora Damon non poteva credere che il suo stronzissimo karma gli avesse tirato un altro bidone: adesso chissà che guai avrebbe dovuto passare per le mani di Grayson Gilbert che sperò sentitamente non fosse coinvolto.

«Sceriffo, credo che ci sia un malint...» tentò, ma venne subito interrotto dalla donna.

Voleva risposte ma non era disposta ad ascoltarlo. Anche qui, grandioso.

«Tu sei l'ultima persona con cui era, a sentire Caroline, dove l'hai vista l'ultima volta, esattamente?» gli chiese, impaziente.

E che cosa avrebbe dovuto rispondere? "L'ultima volta l'ho vista esattamente vicino al frigo mentre cercavo di spalmarle addosso della cioccolata"? Come se i vestiti – ormai asciutti – sparsi per la stanza non fossero stati una prova sufficiente per capire!

Certa gente sapeva essere proprio cieca, o forse tonta.

Sospirò. «Aspetta un attimo.»

Quindi, aprì la porta a vetro e bussò a quella del bagno. L'acqua si fermò all'improvviso, e da dentro la voce della ragazzina gli chiedeva chi fosse alla porta.

«Credo che dovresti uscire, piccola.» le disse, non sapendo bene come spiegare. «C'è un problemino

Lei si affacciò, con addosso un asciugamano e basta, anche perché gli accappatoi se li erano giocati alla doccia precedente, e adesso giacevano abbandonati da qualche parte nella camera da letto.

«Che succede, amore?» gli chiese, spazzolando i capelli perché non si arricciassero più. Era l'immagine dell'innocenza: non si era minimamente accorta che avevano dormito un pochino più di quanto avrebbero dovuto.

«Ecco...» cominciò, incerto. "È mattina inoltrata e siamo nei guai fino al collo" non era una cosa carina da dire. Ci pensò Liz a piombare nel corridoietto come spiegazione.

Elena spalancò le palpebre, stringendosi addosso l'unica cosa che ancora la copriva. «Liz!» fece, sorpresa.

Poi guardò Damon come se si aspettasse una lunga e dettagliata motivazione sul perché lo sceriffo fosse lì a quella che credeva fosse l'ora.

«Elena!» la richiamò la donna, altrettanto stupita.

Adesso guardavano Damon entrambe, ma se da una parte c'era stupore, dall'altra soltanto un severo rimprovero.

Il ragazzo si finse sorpreso, come se Elena fosse apparsa là in quel momento. «Ma tu guarda... l'abbiamo già trovata!»

Ed Elena nemmeno sapeva di essere scomparsa, tanto che non ci aveva ancora capito niente. Non aveva idea del perché Damon aveva appena detto che avevano un problema o del perché Liz fosse là, che non sembrava nemmeno tanto preoccupata o tesa.

Quindi... che cosa c'era di così urgente da non poter aspettare?

«Piantala di fare l'idiota!» lo sceriffo rimproverò Damon, con uno scappellotto dietro al collo. «Se non lo sapessi, direi ancora che hai tredici anni. Possibile che siate stati tutti e due così stupidi da non avvisare Caroline di coprirvi? Lo fanno tutti gli adolescenti normali!»

Dear Diary - The Vampire DiariesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora