Capitolo 8

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Dire che ero incazzata era dire poco perché, appunto, ero più che incazzata. Il comportamento che aveva avuto Harry quattro ore fa mi aveva turbato e ora, mentre aspetto che Louis venga a prenderci, il mio buon umore è chiaramente cambiato. Dalla furia, batto un piede per terra facendo sobbalzare Martina.

"E' tutto okay?" chiede sospettosa.

"Ma certo" dico, il nervoso sulla punta della lingua "Tutto magnifico. Tutto perfetto. Tutto splendido. Così splendido che se vedessi una testa riccia e due occhi verdi, probabilmente gli sputerei addosso tutta la cena"

La sento fare una risatina leggera, poi si schiarisce la voce. "E' successo qualcosa con Harry"

"No" borbotto.

"La mia non era una domanda"

"Martina, non ti ci mettere anche tu" la interrompo, sul punto di avere una crisi nervosa. Forse lei non si rende conto che il suo comportamento non mi è affatto d'aiuto. "Si, è successo qualcosa e no, non ho voglia di parlarne"

Sospira. "Sei sempre la solita. Tu vorresti parlarne solo che non ne hai il coraggio"

Mi siedo su un gradino sbuffando, mi rendo conto che il mio umore sta andando di male in peggio e passare un concerto con i nervi non è la cosa più adatta. Forse dovrei davvero parlarne, forse mi sentirei meglio.

"Non so nemmeno io cosa è successo di preciso" riesco a dire, lo stomaco che grugnisce al ricordo delle parole di Harry. "Harry ha avuto un comportamento strano, mi ha quasi... accusata"

Martina aggrotta le sopracciglia. "In che senso?"

"Stavamo parlando di Taylor" comincio "Non... non mi ha detto quasi nulla perché è entrato Alex e ci ha informati che dovevamo andarcene. Poi non so che cosa abbia fatto Alex di preciso, ma ha fatto innervosire Harry che mi dice 'Alex adesso si è fissato con te?'" cerco di imitare la sua voce profonda e mi scappa anche una risata. "Insomma era irritato, ma non so per quale motivo"

"Mh, ne sei sicura? Alex non ti aveva detto o fatto qualcosa davanti a lui?"

Cerco di ricordare le quattro ore passate, ma l'unica cosa che mi viene in mente mi pare piuttosto assurda. "Mi aveva guardata e mi ha fatto un sorriso anche piuttosto imbarazzante, ma niente di più"

"E non hai pensato che magari fosse... geloso?"

Scoppio a ridere immediatamente e mi devo tenere la pancia per non rotolare giù nel parcheggio. Ma cosa va a pensare? Cos'ha nel cervello, questa ragazza, che non va?

"Tu hai dei seri problemi mentali" riesco a dire, ripreso il controllo "Geloso di che cosa? Perché mi aveva sorriso?"

"Hai delle idee migliori delle mie?" mi riprende seria.

"No, ma..."

"Ma niente" mi interrompe "E' evidente che era geloso. Il motivo non lo so, ma era irritato per quel, è palese"

Inarco un sopracciglio e non rispondo. Sinceramente non ho nemmeno voglia di sapere il motivo per cui quel cretino ha cambiato umore così in fretta. L'ho detto, io! Non sono adatta a stare a contatto col cervello maschile, è inutile. Non ne vale la pena stare male per una cosa così stupida, quindi decido di calmarmi e di guardare al di là del parcheggio. Proprio in quel momento, una macchina lunga e sportiva ci raggiunge, veloce e fiammante. Sarà di sicuro Tomlinson.

Faccio segno a Martina di seguirmi e corro verso l'auto che mi sembra fin troppo grande per essere una vera e propria auto. Louis è al volante, sorridente come sempre.

"Ehy Tom" gli scocco un bacio sulla guancia.

"Ciao Meg, scusa il ritardo"

"Figurati" lo tranquillizzo. Poi gli faccio notare che c'è anche la mia amica, dovrei dire imbarazzatissima.

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