A volte la vita ti fa trovare in delle situazioni talmente ridicole da farti pensare se stai vivendo un film o se è la realtà. Questa è una di quei momenti, uno di quelli in cui ho la testa che mi pulsa, il cuore che mi batte, le gambe che stanno per sgretolarsi a terra. Non so se avete mai provato questa sensazione, ma ve lo assicuro, non è una delle migliori. È come quando non avete studiato per l’interrogazione di matematica e siete convinte che la prof chiamerà proprio voi. È esattamente così che mi sento. Una cerchia di emozioni che girano per la mente, mi solcano ogni pensiero, mi spengono il cervello. E la cosa divertente è che tutto questo accade in pochi secondi, mentre invece a me sembra una vita. Mi sembra una vita passata a sperare che andasse tutto bene, diciassette anni impuntati a essere una persona forte che poteva farcela anche da sola, una ragazza debole che è stata buttata giù in piccoli pezzi, a piccoli passi. Uno per volta, un dolore ogni giorno, ogni secondo, ogni battito di cuore. Un pezzo di cuore rotto per volta mi ha portata a credere nella possibilità di mettere fine al dolore, all’odiarsi talmente tanto da sentirsi in colpa di esistere. E se sei fortunata come me, riesci a incontrare qualcuno che ti salva dal buio, ti fa vedere il mondo a colori. E il mio mondo, i miei colori, i miei pastelli colorati portano il nome di Harry. Harry, seppur non sapendolo, è stato luce, è stato vita. Perché ogni volta che lo vedo sorridere è come se rinascessi all’interno di un buco profondo in cui ci siamo solo io e lui, e la luce. Lui è la luce che mi ha guidata fuori dal buco nero che mi ero creata, lui mi ha fatto tornare a galla, lui mi ha insegnato a respirare. Il tutto non sapendo nemmeno chi fossi. E ora che lo ho vicino, ora che tutto sembra andare per il meglio, c’è ancora qualcosa che non va. Non intendo in me stessa, perché le cicatrici che porto dentro di me sono vive, potrebbero riaprirsi da un momento all’altro. Intendo qualcosa di più reale, qualcosa di biondo, perfetto, con una coda alta e il rossetto rosso sulle labbra altrettanto perfette, gli occhi da cerbiatto e lo sguardo dolce. O meglio, qualcuno che io ho sempre stimato, qualcuno che mi ha sempre ispirato e che ora trovo davanti a me, in attesa di un segno di vita.
Dieci minuti fa, più o meno, Taylor Swift mi ha chiesto se preferivo andare a uno dei parchi di Miami per parlare o se mi andava bene anche restare nella hall dell’hotel. Le ho risposto che mi sarebbe andata più a genio la seconda scelta. Avrei voluto anche aggiungere che, in questo modo, sarei potuta scappare più in fretta da lei, ma mi sono trattenuta. Com’è possibile che questa donna mi metta ansia e panico ogni volta che mi guarda? Non capisco nemmeno il motivo per il quale mi ha cercata. Che tipo di relazione abbiamo io e lei? Siamo tutto tranne che amiche o conoscenti, anzi, io conosco lei come nessun’altro, lei non conosce me. Penso addirittura che, la prima volta che mi ha vista, è stata proprio questa mattina in piscina. Oh… la piscina. Ecco cosa vuole da me! E’ qui per parlare di Harry? È questo che vuole? Porca miseria, non ho idea di come comportarmi. Come la devo trattare? Come la mia cantante preferita o come la ex del mio attuale ragazzo? O come un’amica di vecchia data? Non ne ho idea, e tutto questo mi manda il cervello in panne. Intanto, seduta comodamente sulla poltroncina della hall, vedo Taylor tornare da me con due drink. Penso che mi abbia portato un analcolico. Lei, invece, tiene salda fra le mani una bottiglietta di Diet Coke. La sua preferita penso. Si siede accanto a me con una grazia divina, io punto lo sguardo sulla receptionist che ci lascia qualche occhiata. Siamo sole, nessun esce o entra nell’hotel, l’unico rumore che posso percepire è il suono di una nuova chiamata proveniente dal telefono principale. Decido di ignorarlo e provare a concentrarmi.
Taylor fa un sorriso innocuo, troppo per questa situazione, accavalla una gamba e mi guarda. “Allora… prima di tutto grazie, non volevo disturbarti, solo che ho pensato che se non lo facevo adesso non te lo avrei più chiesto” fa una risatina adorabile. Come fai a trovarla adorabile? È l’ex del tuo ragazzo! dice impavida la mia coscienza. Vorrei darmi uno schiaffo per non farla parlare.
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We are meant to be
Fanfiction"Penso che sia il destino a decidere tutto. Penso sia stato il destino a decidere che io avrei dovuto prendere quell'aereo nel momento in cui, tu, ne prendevi un altro, sempre per la stessa destinazione. Penso sia stato il destino a decidere di farc...