Capitolo 16

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Prima di scrivere un messaggio, di solito, ci penso sempre una ventina di minuti. Sono una ragazza riflessiva, solita a pensare troppo la notte o prima di addormentarsi, solita a prendere le decisione all'ultimo momento seppur volendo organizzare per filo e per segno la propria vita. Non è una cosa positiva, non è un pregio, ve lo assicuro. Essere questo tipo di ragazza non è affatto una cosa semplice e a volte perdo anch'io la voglia di starmi accanto e di sopportarmi. Per questo, prima di inviare quel messaggio di aiuto ad Harry, ci ho pensato almeno un migliaio di volte. Ho pensato alle conseguenze del mio gesto, al fatto se era davvero necessario il suo aiuto dopo che non aveva risposto alla mia dichiarazione. Ma, nonostante i miei continui pensieri, alla fine ho scritto quelle parole che sono state inviate alla velocità della luce. E ora le immagini di qualche ora fa mi ripercorrono la mente, mentre sono sdraiata sul tappeto di casa mia, in preda al panico, e alle lacrime.

La casa di Nicolò è grande, spaziosa e stranamente accogliente. Strano per uno con un carattere come il suo. Forse vive ancora con i genitori, non ne ho idea, o forse si è comprato un appartamento tutto suo. I soldi non gli sono mai mancati. Mi sento leggermente in imbarazzo ad attraversare il corridoio color verde mela, ma cerco di non farci troppo caso e non soffermarmi sui particolari. Le sensazioni di quando ancora provavo qualcosa per lui si riaccendono per un secondo: è come tornare a un anno fa... è dannatamente strano. 

"Serviti pure, eh! Io salgo un momento in camera mia" dice facendo capolino dalle scale "In frigo dovrebbe esserci del succo... e della birra" aggiunge alla fine con un sorrisetto. 

Gli lancio un'occhiataccia e lui ricomincia a salire le scale, mentre io mi dirigo in cucina. La cucina è altrettanto accogliente, di un colore più chiaro rispetto a quello del corridoio iniziale. Sembra la tipica cucina di una famiglia felice. Apro il frigo e, come da copione, trovo il succo e la birra, uno accanto all'altro. Afferro il cartone del succo e me ne verso un po' in un bicchiere. Bevo con decisione, convinta che il freddo del frigo possa alleviare la mia tensione. Sento i passi di Nicolò avvicinarsi e immediatamente chiudo il tutto e metto il bicchiere nel lavabo.

"Buono?" chiede, un'espressione tenera sul viso.

Annuisco. "Sai bene che mi piace il succo"

"E tu sai bene quanto io ami la birra" apre di nuovo il frigo e ne tira fuori una. Comincia a bere, con calma, il suo collo in vista che si contrae. 

E' attraente, questo lo so bene anch'io che lo odio dal profondo del cuore. "Di cosa stavamo parlando prima?" chiedo per spezzare il silenzio.

"Mh... ah si, della tua relazione con Styles"

Il mio cuore fa un balzo. Mi ricordo in modo distratto che non ha risposto al mio messaggio. Dannazione, ho sbagliato in tutto e per tutto. "Non abbiamo nessuna relazione" provo a smentire.

Mi lancia un'occhiata di ghiaccio seppure lui abbia gli occhi scuri. "Devo ripeterti la storia della lingua nella sua bocca?"

Le mie guance si infiammano e sono costretta a distogliere lo sguardo. "Ci stiamo solo... frequentando" Non è poi così sbagliata questa affermazione dice la mia coscienza. Beh... è vero. Non stiamo esattamente insieme. O si? Stiamo insieme? Forse prima che io gli dicessi, tramite un sms, che lo amo. Non so nemmeno se sono ancora qualcosa per lui, a parte una bambina.

"Tu non frequenti le persone se non ti piacciono sul serio" mi ricorda.

"Non ho detto che non mi piace"

Sorride. "Un punto per te, Meg."

Sembra una conversazione normale, ma io so che non lo è. Sta soltando aspettando di lanciare la bomba e di farmi stare male, sta solo rimandando l'attesa. A lui piace da morire giocare, con le persone, con i sentimenti. Lui è un ottimo giocatore, quando si parla di questo.

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