Pov. Harry
Non ero pronto a sentirmi dire quelle due parole, non dopo la delusione con Taylor. Dopo quella storia ho avuto come la sensazione che non potessi più provare nulla di forte e, per mesi, mi ero chiuso in me stesso con l'idea di essere io il problema. Ma Megan, mi ha fatto pensare il contrario. Megan mi ha completamente stregato con il suo modo di fare, con la sua risata, con il suo farmi sentire così normale in un mondo non del tutto semplice da vivere. E' difficile non farsi prendere dalla fama e dai soldi, quando non si hanno accanto le persone giuste. Per me è stato semplice, avevo i miei amici, i migliori del mondo, dei genitori fantastici e una sorella rompicazzo, ma altrettanto incredibile. Sentivo che mancava qualcosa, comunque, nel fondo delle mie giornate. Ero felice, ma quando non sei con qualcuno, è come se fossi da solo ogni giorno. Megan ha quel tipo di carattere, di personalità e luce negli occhi che mi fa sentire vivo, qualsiasi cosa io faccia. Ma non sono pronto a fare quel passo, a dirle che la amo. Io non so se la amo. E se fosse una cosa passeggera? Se lei si stancasse improvvisamente, o fossi io quello a stancarsi per primo?
"Harry?" sento bussare alla mia porta.
Sono le due del pomeriggio, da quanto vedo sull'orologio. Ho un sonno tremendo, le ore di differenza rispetto a Miami sono enormi e ancora devo riprendermi.
"Mh?" mugolo in risposta alla testa di Louis che esce dallo stipite. Si avvicina al letto e si sdraia affianco a me.
"Stai bene, amico? Ti vedo parecchio..."
"Parecchio?" domando con voce assonnata.
"Depresso" dice dopo una lunga pausa.
"Non esagerare" commento "Sono solo stanco e... preoccupato per Megan. Non mi risponde al cellulare"
Rimane un momento in silenzio a respirare. Ho la sensazione che mi stia fissando i capelli, ormai troppo lunghi. Dovrei tagliarli, ora che mi viene in mente.
"Magari non ti rispondi perché tu non le hai risposto.." confessa.
"Cosa avrei potuto dire?!" scatto in piedi in un momento di difesa "Che non sono sicuro di amarla? Che è passato troppo poco tempo? Che sono un insicuro del cazzo e che non vorrei ferirla?"
"Si!" si alza in piedi anche lui e finiamo uno davanti all altro "Avresti potuto semplicemente dirle la verità invece che sviare il discorso e aspettare ore prima di richiamarla. E' una ragazzina, Harry, cosa pretendi che faccia? Siete entrambi ragazzini, non c'è una data precisa per dirsi Ti Amo"
Sospiro. "Per me c'è una data. Il momento in cui ce la si sente è il momento giusto"
"E tu non te la senti o hai paura di impegnarti proprio come anni fa?"
Mi risiedo, esausto più di prima. "Non ho mai avuto una storia fissa da quando siamo diventati.. così. Da quando siamo una band. Ho paura che possa stare male a causa di tutto quello che la fama può portare. E' troppo umile e pura per stare male."
"Ha diciassette anni, Harry. Non potrai proteggerla sempre" risponde.
"Si, ma.." quando provo a ribattere, mi arriva improvvisamente un messaggio sul telefono. Che sia lei?
Appena leggo il messaggio, un senso di angoscia mi scorre nelle vene. Appena leggo "Harry aiutami" sento la paura salire sempre di più. Immediatamente mi metto il cellulare in tasca ed esco dalla mia camera, lasciando Louis da solo e confuso. Scendo le scale più in fretta che posso e, senza guardare gli altri ragazzi sul divano, apro la porta di casa. Il vento londinese mi colpisce in faccia e sono costretto a mettermi gli occhiali. Mentre mi avvio verso una fermata di taxi, compongo il numero di Marco, il simpaticissimo italiano che ci accompagna sempre dappertutto quando andiamo in Italia.
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We are meant to be
Fanfiction"Penso che sia il destino a decidere tutto. Penso sia stato il destino a decidere che io avrei dovuto prendere quell'aereo nel momento in cui, tu, ne prendevi un altro, sempre per la stessa destinazione. Penso sia stato il destino a decidere di farc...