Capitolo 6

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Sono al terzo sorso del liquido verde e  qualcosa non va in me. Mi gira tutto.

<<Oddio Gaia sei riuscita a farle quasi finire il suo bicchiere!>> esclama Angelica incredula.

<<Chiamatemi pure maga!>> risponde Gaia ironica. Fa un sorrisetto e mi guarda. Ha un bel sorriso.

<<Devo ammettere che mi piace>> dico bagnandomi di nuovo la bocca. Ogni volta mi fa la stessa reazione, incidendo gravi danni al cervello. Ma ormai non ci penso più.

Non penso più a niente. Non ci riesco.

Riesco solo a guardare lei. Circondata da altre persone, lei è l'unica che mi cattura. In qualche modo.

È così diversa da me nel suo vestito nero aderente che le fascia il seno e i fianchi. I tacchi a spillo neri e la sua giacca di pelle, nera. Sarà il suo corpo ricoperto di tatuaggi.

O forse, sarà il suo corpo e basta.

Bevo ancora e mi alzo. Sto pensando solo minchiate. Gaia è una donna e io sto pensando ad una donna.

Devo andarmene da qua.

<<Ele, dove vai?>>mi domanda Gaia alzando lo sguardo.

Ele?! Quando mai qualcuno mi ha chiamata Ele? È così scontato come soprannome... Ma mi piace.

<<Vado a casa>> mi sento girare e sbando per un momento. Credo di aver bevuto troppo.

<<Hey Ele attenta!>> mi dice Gaia posando una mano sulla mia vita. Quel tocco mi fa uno strano effetto. Sento contrarre una parte sconosciuta del basso ventre.

Cosa è stato?

<<Credo che tu abbia bevuto troppo>> aggiunge alzandosi. Ah si? È stata tua l'idea di farmi ubriacare 'Miss è-ora-che-inizi-a-bere'

<<Come sei perspicace>> dico.

<<Nora vuoi restare a dormire da me? Vengono anche loro, ma puoi metterti a dormire se vuoi>> mi chiede Angelica. La guardo e ci penso.

<<Vieni anche tu?>> domando a Gaia che, come risposta annusice.

<<Allora no, voglio andare a casa mia>> dico e volto le spalle al tavolo con la testa che mi gira e la gambe che mi tremano.

Lei mi piace. Mi fa uno strano effetto. Un bello effetto. Ma non voglio stare con lei. Non devo.

Esco dal locale confusionario e respiro un Po' d'aria pulita. Il freddo della notte di febbraio mi segna sulla pelle e il mio corpo viene coperto da brividi.

<<Ele, il tuo giubotto>> mi dice Gaia alle mie spalle, raggiungendomi.

Mi giro e mi porge il giubotto aperto, vuole aiutarmi ad infilarmelo. Glielo lascio fare e dopo mi sistema i capelli su una spalla, sfiorando la pelle del collo.

Altri brividi mi invadono e la sensazione in fondo al mio corpo si rafforza.

<<Non chiamarmi Ele>> dico mentre la guardo.

<<Non morderti il labbro>> risponde lei spostando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.

#ELAIA {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora