Sento la necessità di muovere le mani, ci provo con tutta me stessa.
Muovi le dita Eleonora. Muovi le dita Eleonora.
Ripeto dentro di me come un mantra.
Il Bip continua a insistere e ogni volta lo sento più potente.
Provo ad aprire gli occhi chiusi, è come se le palpebre siano attaccate da una grande quantità di colla.
Mi sforzo di muovere le dita e sebbene sembra non ci riesca, una voce bassa e roca parla.
<<Papà, sta reagendo... vieni qui>>
Una mano fredda stringe la mia, e di colpo riesco ad aprire gli occhi.
Apro e chiudo le palpebre più volte, inizialmente la vista è sfocata ma poi si fa più vivida.
Deglutisco e ripongo lo sguardo su Gaia, in piedi al mio fianco.
È lei che mi tiene la mano e alterna lo sguardo da me alla porta azzurra.
<<Ele...Amore riesci a parlare? Finalmente ti sei svegliata!>> dice con delle lacrime che le scendono sulle guance.
<<Si è svegliata? Come la vedi?>> chiede un uomo vestito con un camice bianco e uno stetoscopio sulle spalle, entrando nella stanza e affiancandomi.
Strizzo gli occhi e poi capisco dove mi trovo.
Provo a parlare, nonostante mi senta la gola secca.
<<Sono in ospedale?>> chiedo blaterando.
<<Si amore, tranquilla ci sono io con te. Ti amo. Ti amo tantissimo>> mi dice Gaia, accarezzandomi la fronte e posando, per un breve momento, la sua testa sul mio petto.
Sussulto e gemo.
<<Ti amo anche io, ma mi fai male>> dico.
<<Come ti senti Eleonora?>> chiede il medico, esaminando la cartella clinica, ossrvando la flebo e toccandomi la testa.
<<Mi fa male il petto, e la testa. Ma che è successo? Perché sono qui?>> chiedo guardando Gaia.
<<Hai avuto un incidente, altre persone sono state coinvolte>> risponde l'uomo col camice, tornando vicino la porta.
<<E come stanno?>> domando preoccupata.
Una fitta alla testa mi fa gemere e porto una mano alla tempia.
L'uomo e Gaia si guardano a lungo, poi lei annuisce, come per riposta ad una domanda non posta, almeno apparentemente.
<<Gaia ti dirà tutto. Io vado ad ordinare all'infermiera di venire a cambiare la flebo. Ti stai riprendendo, siamo fortunati che tu non abbia avuto un trauma cranico>> mi informa, salutandomi con un cenno del volto.
<<Va bene papà. A dopo, e grazie>> risponde Gaia con tono dolce e amorevole, le lacrime piano piano smettono di scendere.
<<È il mio lavoro>> si congede.
Mi muovo un Po nel letto, alla ricerca di una posizione migliore.
I cuscini degli ospedali sono scomodi e i tubi trasparenti che si attorcigliano alle braccia e finiscono nel naso sono ancora peggio.
<<Non sapevo che tuo padre fosse un medico>> dico poi, faccio fatica a parlare e respirare.
Lei sorride e mi stringe la mano.
<<Ci hai fatta spaventare Ele, a tua madre per poco non veniva un infarto>> dice guardandomi e accarezzandomi il viso.
<<Dov'è lei adesso?>> domando ricordando la telefonata.
<<È tornata da poco a casa, insime ad Angelica>> risponde.
<<E mio padre?>>
<<Tuo padre è agli arresti domiciliari>> dice seria, guardandomi attentamente.
Abbasso lo sguardo e mi rendo conto solo dopo alcuni secondi di aver stretto un Po troppo la mano di Gaia.
<<Quella telefonata... lui la stava picchiando vero?>> domando impassibile.
La risposta vien da sé.
Non è la prima volta che mio padre picchia mia madre.
<<Alcuni anni fa mia madre è finita in ospedale con due costole rotte e una gamba gonfia per colpa di mio padre, da allora la nostra famiglia si è trasformata. Io mi sono trasformata, diventando quella che sono... o meglio, quello che ero prima di incontrare te. Una ragazza dai paraocchi. Ferma e triste e...sofferente>>spiego con la voce che mi trema.
<<Perché tuo padre avrebbe fatto una cosa del genere?>> chiede.
<<Lui era geloso, è un tipo parecchio possessivo e manesco. Raccomanda gli altri quando lui, è il primo ad assomigliare a Giuda>>
<<Mi dispiace Ele>> dice accarezzandomi dolcemente le nocche.
Ripensando a mio padre, mi viene un pensiero in mente.
<<Debora dov'è? >>
<<Ecco vedi, riguardo a questo e alle persone coivolte nell'incidente, c'è una cosa che dovresti sapere>> mi guarda fissa negli occhi, le sue pozze nere si allargano.
<<Cosa?>> il cuore per un momento smette di battere.
<<Una delle persone coivolte è Debora, ed è grave. È in uno stato vegetativo>> risponde seria.
Guardandola, noto della tristezza dentro di lei, mentre la mia di tristezza, mi invade e tutto si ferma intorno a me.
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#ELAIA {COMPLETA}
RomanceUn cambiamento radicale colpirà la precisa e ordinata Nora, facendole conoscere un mondo nuovo e assai diverso dal suo stile di vita, sarà Gaia a cambiarla totalmente? O è la noia ad averla resa quella che è diventata? Una storia d'amore passionale...