Capitolo 31

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Apro gli occhi, accecata dalla forte luce del primo marzo e mi giro su un fianco.

Dall'altra parte del letto non c'è nessuno e rimango un po delusa.

Credevo che dopo aver fatto l'amore Gaia sarebbe rimasta e non sarebbe scappata.

Sospiro e mi alzo, spinta da una fame allucinante. Mi infilo i pantaloni della tuta e una felpa gialla.

Esco dalla camera e percorro il corridoio a piedi nudi, arrivando in cucina.

Sento dei rumori di pentole, timer e posate e parlo.

<<Mamma credevo fossi già uscita...>> alzo lo sguardo e non trovo mamma, ma Gaia, che cucina e apparecchia con un sorriso sulla faccia grande da un orecchio all'altro.

<<Buongiorno splendore! Come stai stamattina?>> domanda vedendomi vicino a baciandomi sulle labbra.

<<Non pensavo di trvarti qui... questi sono i miei pantaloncini?>> domando con voce maliziosa infilando due dita nell'elastico dei miei pantaloni.

<<Mmh. È probabile>> sorride e torna vicino i fornelli. Sembra chi si trovi a suo agio in cucina.

<<Ti ho preparato una buonissima e nuovissima colazione americana e una monotona all'italiana. Quale preferisci? >> chiede osservandomi mentre mi siedo al tavolo.

È bellissima ed estremamente eccitante. Oltre ai miei pantaloncini rossi indossa solo una canotta che le lascia l'ombelico di fuori. A me va giusta giusta.

<<Assaggerò entrambe le colazioni>> rispondo affamata.

<<Mi sembra un'ottima idea. Sono una bravissima cuoca>> ride

<<Solo io potrò giudicare>> le rubo il cornetto dalle mani tatuate e lo mordo.

Un Po di crema che lo riempie mi sporca le labbra e la guancia e lei, senza dirmi niente, mi si avvicina e mi bacia, pulendomi con la lingua.

Il classico brivido mi percorre la schiena quando scende un Po e mi bacia il collo.

<<È caduta anche lì la crema?>> domando ironica, deglutendo.

<<No. Ma volevo baciartelo. Hai un bel collo>>

<<E tu sei bella tutta>> rispondo piano, godendomi la sua bocca sulla mia pelle.

A proposito di collo, una domanda mi martella nella testa.

Gaia si è tatuata il mio nome, ma l'ha mai fatto per qualcun'altra?

Curiosità e irritazione mi invadono. Devo saperlo, devo sapere se ha mai provato per qualcuno quello che prova per me, perché io no. Non l'ho mai provato.

<<Gaia>> dico. La faccio scostare e lei mi guarda, con uno sguardo interrogatorio.

<<Ele che succede? >> domanda perplessa.

<<Tu sai che ti amo, sai che non ho mai provato niente del genere prima d'ora. Ma tu, cosa provi per me? Quanto è potente il tuo sentimento nei miei confronti?>>

Lei sta zitta per un secondo, credo per capire se veramente le ho posto una domanda del genere.

<<Forse non è chiaro. Io ti amo>> dice semplicemnete.

Quelle parole mi rincuorano ma non sono ancora le parole che voglio sentirmi dire.

<<Quanto mi ami?>>

<<Tanto>> dice seria.

<<Hai mai amato qualcuno come ami me?>> chiedo.

Ecco, fra poco saprò quello che voglio sapere.

Non risponde subito, questo significa che ci sta pensando?

<<Allora?>> un groppo in gola mi fa uscire la voce stridula.

<<In realtà ho amato qualcun'altro come amo te>> risponde guardandomi. Gli occhi sono neri petrolio, profondi e scuri come il buio più buio che esista.

Il cuore rallenta e la delusione mi invade. Non riesco a parlare perciò continua lei.

<<Si ma è una storia vecchia. Non penso più a lei. Non la vedo da qualche giorno>> dice, posando una mano sulla mia sedia.

COSA? QUALCHE GIORNO?

<<Da qualche giorno? Voi vi vedete ancora?!>> chiedo alzando la voce,che mi trema.

Mi alzo e arretro di qualche centimentro, ripetendomi nella testa quelle parole che mi hanno ferita.

Gli occhi diventano lucidi e sento che le lacrime sono pronte per scendere e rigarmi il viso.

<<Si, ma Ele per favore fammi spiegare>> dice a bassa voce, guardandomi.

<<Sei stata con lei in questo giorni? Avete fatto sesso?>> domando guardandola, le lacrime scendono.

<<COSA? NO!>> si alza anche lei in piedi ed urla <<Non abbiamo fatto niente. Non abbiamo fatto sesso>> continua.

Devo crederle? Se non le chiedevo questa cosa me lo avrebbe tenuto nascosto? Per quanto tempo?

<<Hai tatuato anche il suo nome sulla pelle?>>

Lei abbassa lo sguardo.

Significa si? Il silenzio acconsente.

<<È un si?>> domando ormai piangendo. Il cuore mi picchia dentro il petto come un missile.

<<Fammi spiegare...>> Non la lascio finire.

<<Non c'è niente da spiegare. Non me lo avresti detto se non te lo avrei detto, vero?>> urlo.

Apre la bocca, ma poi la richiude.

<<Chi è lei?>> domando, sempre con lo stesso tono di voce.

Lo ripeto due, tre, quattro volte, fino fino a quando risponde. Finalmente si è decisa.

<<Chi è lei?>>

<<Debora.>>

A quel nome un ondata di rabbia mista a tristezza mi blocca, chiedendomi in una bolla trasparente.

#ELAIA {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora