Capitolo 27

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<<Sei contenta di uscire?>> mi domanda la mamma aiutandomi a riempire la borsa della puma rosa.

<<Certo mamma che sono contenta di uscire, sono emozionata...ma Deb...>> dico inizialmente con voce euforica e poi dopo, con tristezza.

<<Sai cosa ha fatto Debora, e non dico che merita di morire, non sono così crudele, ma non devi sentirti in colpa. Non è colpa tua>> mi dice poggiandomi una mano sulle spalle e rassicurandomi.

Butto il mio jeans di ricambio nella borsa, e poi mi siedo sul letto. Fuori è bel tempo, c'è il sole e non rispecchia neanche un po come mi sento.

<<Eccomi, ti ho portato il tuo succo>> dice Gaia quasi urlando entrando nella stanza. È contenta.

<<Grazie>> rispondo alzandomi e avvicinandomi alla finestra.

Mi passa la bottiglietta di vetro e bevo.

<<Mmh... ananas. Il mio preferito>>

Gaia sorride.

<<Vi aspetto in macchina ragazze>> dice la mamma uscendo dalla camera.

<<Come ti senti?>> Mi domanda la mia ragazza, raggiungendomi alla finestra e dandomi un casto bacio sulla bocca.

Mi mancavano le sue labbra.

<<Io sto bene>> dico.

<<Non pensare a lei. Non puoi farci niente>> mi dice prendendomi il viso tra le mani,  in modo dolce.

Una lacrima scappa dai miei occhi devastati.

<<È colpa mia, stavo controllando il cellulare e le sono finita addosso>> dico con un filo di voce.

Gaia mi abbraccia forte e piango tra le sue braccia.

Dopo due ore sono a casa, sono uscita dalla doccia e mi sono preparata: indosso una tuta della nike e i capelli sciolti sulla schiena.

La mia ragazza è tornata a casa sua per sistemarsi e tornerà appena può, mamma le ha offerto di dormire da me.

Fa uno strano effetto tornare a casa mia dopo due settimane, nel mio letto, nella mia camera e nelle mie mura, mi sento un'estranea.

<<Posso entrare?>> domanda la mamma bussando e rimanendo sulla soglia della porta.

Annuisco e le faccio segno di sedersi accanto a me.

Ha un'espressione diversa in viso, più sciolta e meno severa e tesa di come era prima.

<<Come stai? >> chiede.

<<Sto bene. Smettetela di chiedermelo tutti!>>esclamo col cuore in gola.

<<Che devi dirmi mamma?>> domando dopo, riprendendo il tono serio e stanco.

Vuole parlare di lei e papà, ne sono sicura, non sono in vena di parlare ma posso almeno ascoltare.

<<Tuo padre è agli arresti domiciliari, se per te va bene ho chiesto la separazione>> mi dice prendendomi la mano.

<<Va bene, non deve permettersi di metterti le mani addosso di nuovo>> dico, guardando il suo occhio gonfio e un enorme livido violaceo sul braccio.

<<Dov'è adesso?>> continuo.

<<In centrale di polizia>> risponde.

Annuisco di nuovo e poi mi lascio andare sulle coperte, vorrei solo dormire adesso; ma la mia attenzione si sveglia quando dalla sua bocca escono certe parole.

<<Ho parlato con Gaia>>

Di cosa? Il cuore mi batte a mille.

<<E?>> chiedo.

<<Ed è una brava ragazza. L'apparenza inganna e sto imparando a guardare oltre l'aspetto fisico>> un sorriso mi guizza sulle labbra e mi accorgo che mi sto mordendo il labbro.

<<È davvero una brava ragazza>> confermo.

<<In questa settimana ho pranzato insieme a lei e ad Angelica, e mi hanno detto tutto>> continua.

Hanno detto tutto cosa? Scruto il suo sguardo, alla ricerca di qualche informazione nascosta.

<<Che tu e Gaia siete più che amiche. Perché non me lo hai detto Nora?>> chiede guardandomi negli occhi.

Ad un tratto la salivazione si ferma e sento il petto esplodere. La mia famiglia, o meglio, mia madre non è pronta per affrontare questo argomento.

<<Perché dovevo prima prenderne coscienza io mamma. Sai come sono... com'ero>> mi correggo subito << una ragazza dai paraocchi, studiosa e tutto questo per seguire il tuo esempio e quello di papà. Adesso sono cambiata, LEI mi ha cambiata e mi sento meglio, più viva>> mi fermo per prendere fiato.

<<E poi, avevo paura di come l'avreste presa. Siete sempre stati chiusi di mentalità...>> la mamma mi blocca intervenendo subito.

<<Lo so. È vero, lo siamo stati. Ma questo non cambia quello che provo per te. Ti voglio bene tesoro>> mi dice abbracciandomi.

<<Ti voglio bene anche io mamma>> quell'abbraccio dura tantissimo.

Erano anni che non ci abbracciavamo così...










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