Capitolo 15

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La sveglia suona, come ogni stramaledettissima mattina. Provo ad alzarmi dal letto, ma appena mi siedo mi gira forte la testa e sento che a momenti protrei cascare, cosí mi stendo  e provo a chiamare Giorgio, ma sta non mi sente, lui di solito quando è casa mia, si sveglia quando sento la sveglia "Giorgio porcammerda vieni che mi sto a sentí male" urlo, almeno ci provo. Per fortuna mi ha sentito ed è venuto in camera.

Gio:" che ti urli? Che hai?"
Io:" grazie al cacchio che strillo. Non lo so, mi gira forte la testa, ieri stavo benissimo ricordi? Però boh, non so. Fa paura"
Gio:" tranquilla, non andare a scuola"
Io:" mi sentirò meglio"
Gio:" no. Tu. Non. Vai. A. Scuola. Non contraddirmi"
Io:" okkey. Volevo vedere Giulio"
Gio:" eh, lo vedi domani"
Io:" già"

Giorgio mi mette sotto le coperte e scende di sotto a prepararmi la colazione. Sale dopo poco con su un vassioio il latte e un cornetto, con un succo di frutta, ovviamente. "Ma non è che ieri invece di studiare con Giulio, avete fatto altro?" mi guarda interrogativo, alzo gli occhi al cielo "Gio.. Se avremmo fatto altro, non l'avremmo fatto con te a casa e poi tranquillo non sono -faccio una breve pausa- quello che pensi te. Ci vorrebbero almeno 2 mesi" sorride sollevato, lui si fida molto di me. "Gio sto morendo di caldo, mi apri la finestra?" mi dice di no, che potrei prendere freddo, mi dice di togliermi la felpa e rimanere in canottiera.
I tagli, merda, ci sono le cicatrici, ormai avevo smesso di farlo, avevo smesso di parlarne, come faccio adesso. Non posso.

Io:"no Gio, apri"
Gio:" no. Prendi freddo"
Io:" allora lascia stare"
Gio:" lascia, ti aiuto a togliere la felpa"
Io:" no. Gio.."

Mi sfila la felpa, le cicatrici sono piccoli segnetti bianchi, io li vedo benissimo, lui non so.

Gio:" Ila. Cosa sono quei segni bianchi?"
Merda.
Io:" niente Gio, sarà che mi sono grattata e sono rimasti i segni" sorrido falasamente.
Gio:" no Ila, quando ti gratti non rimangono i segni e lo sai benissimo. C'è qualcosa che dovrei sapere?"
Io:" no, ti giuro" sorrido ancora, sembra credermi.
Si alza dal letto e se ne va.
Mi stendo sollevata di non essere stata sgamata, ma poco dopo arriva Giorgio, ha in mano una mia lametta che usavo mesi fa, ma ormai non lo faccio piú, era un capitolo chiuso ormai, glielo avrei detto, adesso.

Gio:" cosa sono?"
Io:" non vedi? Lamette."
Gio:" che ci facevi?"
Io:" non si sa?"
Gio:" perche?"
Io:" che importa. È un capitolo chiuso quello, ho smesso mesi fa"
Gio:" perche non me lo hai mai detto?"
Io:" mi avresti portata via"
Gio:" no, ti avrei aiutata. Ti ci porto, adesso, via"
Io:" no Gio.."
Gio:" domani partiamo. Prepara la tua roba"
Io:" no Gio.. Ti prego. Ho la mia vita"
Gio:" muoviti"
Io:" te. Lo. Scordi." mi avvolgo nelle coperte e lui esce dalla stanza.
Quando è ora che escono di scuola, mi vesto ed esco, mi gira ancora un po la testa, ma devo vedere Giulio.

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Li vedo uscire, io mi avvio al muretto che poco dopo Giulio raggiunge.

Giu:"Ila -mi abbraccia- perche non sei venuta?".
Io:" non importa, mi girava la testa e sono rimasta a casa, ho avuto un caldo esagerato ad un certo punto e Giorgio mi ha fatto togliere la felpa. Ha visto le cicatrici, domani vuole partire con me"
Giu:" no -i suoi occhi si riempiono di paura e malinconia- non puoi. Dovevi impedirlo"
Io:" c'ho provato" sento delle lacrime scendere dagli occhi e lo abbraccio forte "scusa Giu"
Giu:" partirai?"
Io:" si, mi obligherà, sennò mi porterà dai miei. Meglio a stare con lui che con i miei"
Giu:" no" mi stringe a se che quasi mi manca l'aria.
Io:" perdonami. Verrò appena posso. Andiamo in giro?".
Giu:" s-si.."

Ci dirigiamo senza una meta precisa, non so dove.
Ci fermiamo in un parcogiochi spoglio di alberi e giochi, sarà abbandonato.
Non diciamo niente, abbiamo il semplice bisogno di stare l'uno con l'altra per un'ultima giornata. Non so se prima o poi Giorgio mi farà tornare, sento solo che in questo momento lo odio, o è solamente rabbia.
Squilla il telefono sblocco e noto che è mio fratello, ha deciso di scartavetrare le ovaie. Stacco la chiamata, non voglio sentirlo, deve lasciarmi in pace, vuole farmi del bene, ma mi sta facendo solo del male.
Passo il resto della giornata con Giulio, riusciamo a scherzare, a ridere e ci scappa qualche bacio.
La sera Giulio mi accompagna davanti casa "notte amore mio" mi bacia con malinconia e 'passione' allo stesso tempo. "Ti amo Giu" ricambio il bacio ed entro.
"Giorgio sono a casa" sputo fredda.

*SPAZUO AUTRICE*
Ragazzuoli, perdonate il ritardo.
Spero che il capitolo vi piaccia.

Non Fa Paura||LowlowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora