Capitolo 18

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Vado in camera mia e messaggio Giulio.

A
Nano:" mi manchi merdina.."

La rosposta arriva dopo pochi minuti

Da
Nano:" non sononuna merdina :( e comunque anche tu mi manchi.."

A
Nano:" sto pensando di scappare e venire da te"

Da
Nano:" no, non farlo"

A
Nano:" chiamami"

Non risponde e dopo pochi secondi mi arriva una chiamata da parte sua.

*inizio chiamata*
Io:" Giu" piango.
Giu:" non piangere. Non farlo quello che hai detto"
Io:" è l'unico modo"
Giu:" no, appena puoi vieni con lui"
Io:" no ma te lo scordi. Io con lui non ci parlo da quando siamo partiti*
Gio:" ti prego"
Io:" vabbe. Forse. Adesso devo staccare. Ti amo"
Giu:" ti amo"

Stacco la chiamata e vado in cucina. "Gio. Ti devo parlare." sbotto fredda.
Smette di fare ciò che sta facendo e sta con me, quei pochi minuti che gli occhi, è sempre disponibile per me, anche quando non gli parlo, anche quando è incazzato. Ci sediamo sul divano e gli spiego che non sta mandando a scuola, che sto di merda, mi manca Giulio e che ormai quelle lamette non le usavo da un botto di tempo. "Gio, mi fai tornare a casa?" come riaposta ottengo un "no" secco. Lo mando a quel paese e vado in camera e chiudo a chiave.
Apro le valigia, la parte dove si mettono gli oggetti piccoli, osservo le due piccole lamette è tanto tempo che non le uso, magari gli manco, magari solo uno. Infondo loro due, sono state le uniche amiche che avevo nel momento del bisogno, ho promesso a Giulio che non lo avrei fatto. Ne prendo una e la porto sul braccio, ma mi fermo e penso.
Non fare idiozie, pensa che Giorgio non ti fa andare mai piú a casa. Ilarya posa quella lametta, pensa alle conseguenze, addio casa, addio Giulio, addio vita. No non posso.
Poso la lametta in valigia, nel sacchetto degli oggetti piccoli. Mi butto a peso morto sul letto e sprofondo in un pianto disperato e malinconico. La mia vita è andata a suicidarsi.
Sento aprire la porta "hey, piccolè, che c'hai?" Giorgio si siede accanto a me sul letto e mi accarezza il braccio. "Cosa c'ho Gio? Ma sei serio?. Mi hai portata qui, ho perso la mia vita, Gio mi stai facendo perdere Giulio, la mia felicitá, la mia vita. Ti giuro Giorgio e non lo faccio da tempo, ti prego Gio, farmi tornare a casa" dico singhiozzando le ultime parole, lui si alza e va di lá, sul divano credo.
Ha ragione, di me non gli importa, perche dovrebbe, ma non ce la faccio ad odiarlo io gli voglio bene. Mi alzo e vado da lui, mi trascino sulle gambe fino al divano, mi tiro le gambe al petto e mi appoggio al suo petto, mi passa un braccio dietro alla schiena, accarezzandomi.

Io:" Gio" mi accorgo di avere solo un filo di voce.
Gio:" andrai a casa, tra un paio di mesi. Non dire niente a Giulio"
Io:" Gio. Ti voglio bene. Sei mio fratello, ti ho odiato a morte questi due giorni, ma non riesco piú di tanto. Insomma, io mi sento protetta con te."
Gio:" piccola mia".
Si gira verso di me e mi avvolge nelle sue braccia, mi addormento tra le sue braccia e mi sveglio dopo un paio di ore, sul divano e una coperta fino alle orecchie. Mi stiracchio e mi alzo. Adesso che mi ha detto quello mi sento piú felice, piú sollevata. "Gio" lo abbraccio forte "che hai?" mi accarezza i capelli e mi dondola piano "niente" lo stringo forte a me, avevo bisogno di un'abbraccio, mi sentivo sola. Mi stacco da lui e salgo in bagno a farmi una doccia, mi vesto e scendo di sotto, dopo un paio d'ore Giorgio e io prepariamo la cena. Mangiamo e decidiamo di farci una passeggiata a piedi, cosí mi cambio ed usciamo.

*SPAZIO AUTRICE*

È piccolo, fa schifo, perdonatemi.
Fatemi sapere se vi piace :)
Ciauz

Non Fa Paura||LowlowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora