Capitolo 16

206 20 3
                                    

"Sono a casa Giorgio." sputo fredda e sbatto il portoncino di casa.
Mi dirigo in cucina, bevo un sorso d'acqua, mi faccio un panino che mangio velocemente e vado su in camera, cammino a gattoni sul letto fino ad arrivare al cuscino, per poi accasciarmi e sprofondare nella tristezza e nella solitudine piú profonda.
Comincio a piangere e a pensare ai momenti con Giulio, appena feci amicizia con lui nei bagno del secondo piano della scuola, quando scivolammo sul ghiaccio quella mattina e cademmo entrambi con il culo per terra e tornammo a casa doloranti. Credo che davvero Giulio mi abbia cambiata in meglio, prima di incontrarlo la mia vita era un completo disastro, mi tagliavo, spesso vomitavo ciò che mangiavo, ero cupa, non sorridevo mai, non parlavo con nessuno, ero una ragazza sola. Adesso era tutto diverso, ridevo di gusto, non mi taglio piú, ho sempre voglia di mangiare e tenermi nello stomaco tutto, senza andarlo a vomitare, adesso parlo con molta gente e so difendermi anche, ho Giulio, insomma, ero felice e tutto si era aggiustato, ma Giorgio voleva strapparmelo via, convinto che mi serve aiuto. Il punto è che di quello di cui avevo bisogno era Giulio e io l'avevo trovato. Tra poche ore perderó di nuovo tutto e sprofonderò nella mia depressione.
Sento bussare alla porta "Vattene." non voglio vederlo, nè sentirlo. "Dai Ila, fammi entrare" quasi supplica da dietro la porta "fai come cavolo ti pare" apre piano la porta ed entra.
Si sede accanto a me, ma gli do le spalle girandomi dall'altra parte.

Gio:" Ila.. Hai fatto le valigie?"
Io:" si."
Gio:" brava" mi accarezza sul braccio.
Mi sposto.
Io:" non mi toccare."
Gio:" è per te, lo sai"
Io:" lo so o no, per te il mio parere non conta, come non contava per mamma e papá, come non contava a scuola, come non contava per nessuno. L'unico che s'importava di me era Giulo okkey? Tu vuoi portarmi via ciò che mi ha fatto stare bene." stringo il cuscino, facendo uscire con rabbia quelle lacrime che mi riempivano gli occhi.
Gio:" devo farlo, per tenerti d'occhio."
Io:" vattene"
Gio:" cosa?"
Io:" vattene via, vattene in camera tua, sta lontano da me" gli urlo contro queste parole e lui se ne va sbattendo la porta.
E cado nella malinconia e tristezza piú profonda che possa esistere, sento dentro di me un vuoto che non passa, un buco che rimarrá per sempre. Non riesco a descrivere come mi sento, è qualcosa di molto brutto, non lo auguro a nessuno.
Provo ad dormire, ma ci riesco solo un paio d'ore credo, riesco solo a sognare che lascio Giulio da solo mentre piange, mi alzo di scatto e mi metto a sedere sul letto e poi cado all'indietro.
Mi giro e mi rigiro nel letto.

04:51am

Sono le cinque meno dieci di mattina, tra un ora ho il treno che porterà via la mia vita.
Sblocco il telefono e decido di inviare un messaggio a Giulio.

A
Nano: Buongiorno amore mio, come sai oggi, ovvero tra un po parto. Prenderò il treno che porterá via la mia vita, che mi porterá lontano da te, lontano da qualcosa e qualcuno che ho amato davvero, lontano da te, che mi hai insegnato a vivere davvero, a superare ogni incertezza, mi hai fatto superare ogni brutta abitudine, o meglio dire sfogo, che avevo. Tu hai sostituito tutto, sei il mio sfogo, il mio motivo di gioia, il mio motivo per cui venire felice a scuola, il mio migliore amico, il mio punto di riferimento. Ma pultroppo, tutto questo, Giorgio non l'ha capito e vuole strapparmelo via, con la convinzione che starò bene.
Io non voglio che quello che c'è tra di noi, svanisca, per un capriccio di un fratello che non capisce la situazione, ti prometto amore mio, che tutto questo non finirá mai, io tornerò, se tu mi vorrai aspettare, ci vedremo ogni mese, io verrò qui e ti bacierò fino a stancarci.
Perchè da tutti i psicologi, medici e quant'altro che Giorgio mi porterá, non possono mai farmi il tuo effetto, non possojo farmi stare bene, perche tu Giulio Elia Sabatello, sei quello di cui ho bisogno davvero."

Invio.
La risposta arriva dopo pochi minuti.

Da:
Nano: tu non puoi prendere quel treno. Tu devi stare con me, devi aiutarmi, devi farmi stare bene, dovremo proseguire questa storia insieme. Tuo fratello non può strapparmi via un pezzo di me. Non potrei vivere.

Comincio a piangere.

A
Nano: Verrò a trovarti, ogni settimana, o ogni due settimane. Appena potrò. Ti amo"

Da
Nano:" Ti amo."

Restiamo a parlare per un po, finche non suona la sveglia e devo vominciare a preparare, ho detto a Giulio che il treno partirá alle 8:15, cosí se mi vorrá salutare sá a che ora venire.
Resto nel letto finchè non viene Giorgio a dirm di sbrigarmi.
Mi tiro su a sedere, scendo in cuvina mangio un toast e bevo un succo, salgo in camera, metto le ultime cose nella valigia, trucvo, cuffie, caricabatteria, soldi, occhiali, cappelli tutto pronto per quel maledetto treno.
Vado in bagno e mi faccio una doccia che mi rilassa i nervi, mi trucco e vado in camera, indosso una felpa nera, un cappello dell stesso colore, jeans neri e scarpe nere.
Prendo le due valige e le porto al piano di sotto "è tutto pronto." dico fredda. Prendo le chiavi di casa e uscendo chiudo il portoncino a chiave, mi assicuro di aver chiuso tutte le finestre e salgo in pullman con Giorgio. Ci sediamo vicini, ma io non lo degno di uno sguardo o una parola, continuo a guardare fuori malinconica, sto per abbandonare 2anni della mia vita qui, uno in istituto e l'altro in casa mia.
Arriviamo in stazione, prendo le mia valigie e stra trascino per terra, hanno le rotelle. Facciamo un biglietto per Roma Nord solo andata "solo andata"  penso tra me e me, tanto tornerò, lo so, e lo farò.
Usciamo dalla porta e andiamo al binario 3, mi siedo su una panchina, ancora non parlo con Giorgio, non voglio, dovrá guadagnarsi il perdono per questo. "Ila" mi giro e vedo Giulio di fronte a me "Amore" mi alzo di scatto, lo strinto a mene comincio a piangere di disperazione, mi stringe anche lui. "Ti amo" mi bacia "anch'io".
Si siede sulla panchina e io sulle sue gambe, restiamo cosí ad aspettare il treno. Parliamo del piu e del meno, di quanto ci mancheremo. Arriva il treno, si ferma.
Mi alzo e anche Giulio, ci abbracciamo forte, respiro a pieni polmoni il suo profumo, un ultimo bacio, malinconico e salgo sul treno, corro al finestrino e mi affaccio.
Il treno parte e vedo allontanare da me la mia vita, il mio Giulio, quando sparisce piango e mi metto a sedere.

Non Fa Paura||LowlowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora