Capitolo 21

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EVA

Guardavo Harry a occhi spalancati, lasciando che le sue parole entrassero nel punto più profondo di me.
Ovviamente, gli occhi di tutti erano su di noi; gli sguardi stupiti degli studenti si spostavano da me a Harry.
Il viso di Vanessa era impagabile: un'espressione assolutamente scioccata la rendeva quasi ridicola nel l'aspetto, sembrava uscita da un cartone animato.
Finalmente, guardai Harry.
I suoi occhi verdi trovarono i miei, facendomi aumentare i battiti del cuore.
Mi guardò per qualche secondo, poi mi prese per il polso e mi trascinò con sè, lontano da tutte quelle persone.
Non disse una parola mentre camminavamo attraverso il giardino; arrivammo alla sua macchina e con mia assoluta sorpresa mi aprì lo sportello. Lo guardai incredula, poi salii ancora senza dire nulla.
Qualche secondo dopo era dentro anche lui. Si voltò verso di me e fece un mezzo sorriso.
-Hey, tutto ok?- la sua voce era roca, il tono premuroso. Sentii una morsa attanagliarmi il cuore, ma non di paura, non di panico; di amore.
Annuii senza aggiungere niente.
-Sei sicura? Non mi sembri in te, non hai detto una parola.- mi fece notare.
Mi schiarii la voce.- Cosa dovrei dire? Ci ha pensato...-mi interruppi per evitare che la voce si spezzasse.-Ci ha pensato Vanessa, ha detto tutto ciò che c'era da dire.-
Abbassai lo sguardo.
-Grazie,comunque.-aggiunsi.
-Per cosa?- rispose.
Lo guardai timida.- Per avermi aiutato.-dissi ovvia.
Lui sospirò.- Perché non ti sei difesa?-mormoró.
Sentii gli occhi farsi lucidi, ma non volevo piangere, non potevo.
- Nonostante sia stata maleducata, quella ragazza non ha detto nulla di falso.-risposi semplicemente.
-Cosa?!- ribattè immediatamente.
Lo guardai decisa.- Ha solo detto che sono brutta e sfigata.- gli feci notare.
Il verde degli occhi di Harry si accese.
-Si può sapere cosa...-
Lo interruppi di nuovo.-Va bene così, Harry, davvero. Grazie anche per la cosa che ti sei inventato alla fine...- ma non mi fece finire.
Mi afferrò le mani facendomi tacere.
-Frena, Eva.-
Mi morsi il labbro inferiore per trattenere le lacrime.
-Non puoi,- evidenziò la parola, rimanendo qualche secondo in silenzio.-Non puoi credere che ciò che ha detto quella stronza sia vero.-
Sbuffai.-Stammi a sentire. Ci sei stato con lei,no?- domandai,schietta.
I suoi occhi si fecero più scuri e tristi.-Non è stato..- cominciò, ma lo fermai.
-Non importa.- dissi. Il pensiero di loro due, insieme, mi faceva letteralmente sentire male.
-Però, voglio dire, è chiaro che ti piaccia fisicamente, perché è bella. E io no. Lei, per quanto possa odiarla in questo momento...ha detto la verità.-
La presa di Harry sulle mie mani si fece più forte e decisa, il suo sguardo più determinato.
-Ok, con lei è stato facile finirci a letto, perché non c'era nient'altro che avrei voluto da lei, perché non ha nient'altro. Ma tu...- sbuffò e mi guardò attento.
-Tu, Eva, Dio mio... Non puoi nemmeno paragonarti a lei. Non farlo, per favore. Chi se ne importa se sei più bassa di lei o se i tuoi occhi non sono verdi?-
-Non è questo il punto,Harry...-
-Si che lo è! Ti stai paragonando a lei solo in base al vostro aspetto, ma chi se ne importa?- disse, infervorato.
Lo guardavo rapita.
-Io...non ho mai voluto baciarla come voglio baciare te e anche quando me la sono fatta, non era niente, nemmeno divertimento, mentre con te...-fece una breve risatina.
-Dio, con te...-
Arrossii di fronte al suo sguardo di fuoco, incredula. Abbassai gli occhi.
-No,Eva, guardami.-
Feci come aveva detto.
-Con te...non desidero altro.-
Ormai ero un peperone e avrei voluto dire qualcosa, ma la mia bocca era asciutta.
-E non mi sono inventato niente, quando ho detto che mi piaci.-
Spalancai gli occhi stupita,con la testa che girava a mille.
-Sono stanco di fare finta che non sia così.-
Rimasi in silenzio e così fece lui.
Ci stavamo osservando come mai prima d'ora.
-Posso baciarti?- sussurrò infine, in risposta avvampai.
Aprii la bocca per dire qualcosa ma niente.
Ormai era vicinissimo, il suo respiro su di me,le sue labbra a centimetri dalle mie.
-Posso, Eva?-
Annuii velocemente, non volendo altro.
Finalmente portò le labbra sulle mie e mi baciò. Mi sembrava passato un secolo.
Inizialmente fu molto delicato, poi il bacio cominciò a farsi più appassionato.
Quando le nostre lingue si unirono, gli sfuggì un suono gutturale. Lo baciai anche io più decisa, portando le mani tra i suoi capelli. Le sue mani raggiunsero i miei fianchi, ma, prima di andare oltre, si divise da me, portando la fronte sulla mia.
Eravamo affannati, travolti.
-Mi piaci, Eva.- ribadì.
Dentro di me sapevo che non mi sarei mai stancata si sentirglielo dire.

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