Capitolo 13

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EVA' S POV
Non avevo molto da offrire a Harry, perciò gli preparai il pollo che trovai in frigo.
Si mise seduto e cominciò a guardarsi intorno, senza dire una parola.
Anche io rimasi in silenzio, cercando di analizzare tutto quello che era successo tra noi. In realtà c'era ben poco da analizzare, perché ciò che accadeva non rispondeva a nessuna logica.
-A cosa pensi?- chiese Harry di punto in bianco.
Mi voltai a guardarlo con un sorriso.-Soliti pensieri, niente di che.- mentii.
-È un peccato, perché io non faccio che pensare a prima.-mormorò.
Evitai imbarazzata il suo commento, facendogli una smorfia mentre gli davo il piatto.
-Smettila di essere allusivo e mangia.-
Lui rise.-Tu non mangi con me?- chiese.
Mi sedetti vicino a lui.
-Ho già mangiato.-spiegai,sorvolando sul fatto che avevo lo stomaco chiuso.
Lui iniziò a mangiare e la sua espressione si fece sorpresa.
-Wow, sei brava a cucinare.- mi complimentò.
Sorrisi, ma osservandolo mi feci subito seria: si stava comportando come un ragazzo gentile ora, ma sapevo che quello non era il solo Harry. Lo avevo conosciuto completamente fatto e poi con una ferita dovuta ad una rissa.
-Cosa c'è?- domandò confuso forse dal mio sguardo.
-Pensavo...come va la ferita?-
Il suo viso si incupì leggermente.
-È guarita-, tagliò corto.
Annuii lentamente, grata.
-Cos'è che ti piace tanto delle risse, comunque?-tentai, anche se il suo viso era più scuro.
Infatti si limitò a fare spallucce, senza darmi una risposta soddisfacente.
- E a te cosa piace tanto dei libri?- ribatté.
Sorrisi. -Mi piace il fatto che parlino della condizione umana e che ti facciano capire che qualsiasi cosa tu stia sentendo dentro, non sei mai solo nel provarla.- spiegai.
Lui mi guardò attento, spostando il piatto di pollo che aveva già finito.
Spostò la testa di lato per studiarmi meglio.
-Già, ha senso.- concordò facendomi sorridere.
-Hai questo potere, tu, di far vedere le cose da un altro punto di vista.-disse, facendomi arrossire.

HARRY'S POV

La guardavo rapito, quando sentii il rumore della porta che si apriva.
Entrambi ci guardammo con occhi spalancati.
-Cazzo,corri al piano di sopra!- imprecò Eva, stupendomi e facendomi ridere.
Mi prese la mano e corse come un furia per le scale, proprio mentre sentii una voce femminile dire.
-Amore, ci sei?-
Affannata, Eva mi spinse dentro una porta.-Non ti muovere, torno subito.-
Sparì per le scale,chiudendo la porta dietro di sè.
Rimasto solo, mi guardai intorno: era la sua camera. Comunicava delicatezza e intensità proprio come la sua proprietaria. Un grande letto era al centro della stanza, sullo sfondo una parete lilla. Di fronte, un armadio e una cassettiera bianchi con dei fiori disegnati, lilla anche loro.
Mi avvicinai alle foto sopra il letto e vidi Eva con i due ragazzi con cui la vedevo all'università e con due che capii erano i suoi genitori. Tra le tante foto, una catturò la mia attenzione tanto che la staccai dal muro. Ritraeva un'Eva sorridente e bellissima, in una sera forse d'estate perché era abbronzata e il luogo dietro di lei sembrava esotico.
Un'espressione solare le arricchiva il volto e il cuore non potè che perdere un battito. Quando sentii la porta aprirsi, infilai velocemente la foto in tasca, proprio mentre appariva Eva, col fiatone e preoccupata.
-Cosa dicono i tuoi?-
-Niente di allarmante, ma non puoi andartene . Ho paura che ti faccia male uscendo dalla finestra e i miei sono ancora svegli, quindi niente porta.-sospirò e chiuse la porta a chiave.
-Per sicurezza.-mormorò,sciogliendosi i capelli e passandoci le dita attraverso.
Una scarica di adrenalina mi percorse dalla testa ai piedi.
- Rimango qui stanotte,dunque?- sussurrai.
Eva arrossì.- Mi dispiace,ma ho paura che i miei possano sentirti se esci. Ti do il letto, io dormo per terra.-disse,cominciando a spostare i cuscini.
Non dissi nulla per qualche secondo cercando di studiare la situazione.
Non ero certo che sarei riuscito a trascorrere la notte con Eva senza sfiorarla: non ero affatto sicuro che sarei riuscito a controllarmi.
-Possiamo dormire insieme sul letto.-le dissi speranzoso.
Lei mi guardò rossa come non mai.
-Forse non è una buona idea.-
Le feci un sorrisetto.-Cos'è, hai paura di quello che potrei farti?- la stuzzicai.
Stranamente sicura, mi guardò a fondo.-No,so che non alzeresti un dito su di me.-rispose.
Il mio cuore batteva veloce, mi avvicinai a lei.
-Ne sei certa?- mormorai al suo viso che era vicino al mio.
-Perché io non ne sono troppo sicuro.-le confessai, sincero.
-Harry...-mi rimproverò.- te l'ho già detto prima, non sono la ragazza adatta a questo.-
Lo ripeteva spesso, ma ogni volta che stavo con lei non avevo affatto quella sensazione: non avevo mai provato un tale trasporto con nessun'altra prima di lei, non importa quanto esperte. Lei era la ragazza più inesperta che avessi mai conosciuto eppure...eppure avrei voluto toglierle quel pigiama immenso di dosso e stringerla a me con tutte le mie forze. Volevo baciare ogni centimetro della sua pelle, volevo perdermi in lei... Insegnandole tutto ciò che non conosceva.
Mi sistemai i pantaloni,allontanandomi da lei.
-Allora siamo d'accordo, ok? Nessun contatto.- chiarì, mettendosi nel letto.
La guardai per qualche secondo poi, determinato a non perdere quell'occasione, iniziai a spogliarmi.
-Cosa cavolo...?- disse a bassa voce ma incredula.
-Dormo nudo.- spiegai rimanendo in boxer.
- Sul tuo letto forse, di certo non nel mio!-
La ignorai mettendomi sotto le coperte.
- Ho detto che non ti toccherò, non preoccuparti.- mentii, perché ero io il primo ad essere preoccupato.
-ah beh, lasciamo stare.- borbottò e non potevo vedere la sua espressione perché la camera era buia.
-Buonanotte- disse, dandomi la schiena.
-nemmeno un bacio della buonanotte?- tentai,sapendo di non avere alcuna  possibilità.
-No, dormi.- cercava di suonare burbera e sicura,senza risultato.
Cercai di rilassarmi ma non potevo. Era così vicina eppure così dannatamente lontana. Avrei solo voluto abbracciarla, mettere il viso tra i suoi capelli... Stavo diventando un vero cretino, per lei.
Le lancette dell'orologio battevano indisturbate ma io non potevo addormentarmi: l' adrenalina era a mille, il cuore batteva come non mai.
La volevo, volevo Eva, e quella era una tortura.
Anche Eva si girava e rigirava nel letto e ebbi quasi il desiderio di avvicinarmi per baciarla. Rimanevo immobile,però, e quando sentii che si fece vicina, trattenni il respiro. Cosa voleva fare?
Dopo qualche secondo sentii le coperte muoversi e qualcosa volò ai piedi del letto.
Eva sospirò come sollevata. Aspettai che fu di nuovo di schiena per vedere cosa aveva gettato via e con un colpo al cuore riuscii a distinguere i suoi pantaloni. Era mezza nuda, nel letto con me.
Ogni tipo di scrupolo che mi ero fatto si sciolse come neve al sole e senza esitare un secondo di più, mi feci vicino a lei. Le afferrai la vita, il suo calore si propagava fino a me, la testa girava tanto era il desiderio che avevo per lei.
Eva sussultò colta di sorpresa. Si girò a guardarmi.
-Cristo Harry, cosa fai?!-

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