Capitolo 12

764 40 6
                                    

EVA'S POV
Ero imbarazzatissima perché Harry rimaneva a pochi centimetri dal mio viso.
-Non sapevo portassi gli occhiali.- sussurrò.
Sorrisi facendo spallucce e lui, pochi secondi dopo, si mise seduto vicino a me, portandomi sopra di lui. I suoi movimenti erano stati velocissimi perciò mi ritrovai a cavalcioni su di lui prima che potessi dire "a".
Rossa come un peperone cercai di divincolarmi, ma lui mi teneva assicurata per i polsi.
-Ferma, voglio solo vederti.-
Era proprio quello il problema: ero del tutto struccata. Nonostante questo rimasi immobile col cuore che batteva impazzito per la vicinanza di Harry. Il suo buonissimo profumo mi stava invadendo le narici, offuscando il mio giudizio.
Lentamente mi tolse gli occhiali, poggiandoli sul divano vicino a lui.
Mi ostinavo a guardare in basso, ogni secondo più imbarazzata dal mio stare su di lui.
-Eva.- chiamó, stranamente gentile.
-Eva, guardami.- ripeté, poiché non reagivo.
-No.- mormorai infine, serrando le labbra.
Rimase in silenzio qualche secondo.
-Perché no?- chiese curioso.
-Perché ho paura.- mormorai,non dicendo altro. Avevo paura di quello che avrei letto nei suoi occhi e di quello che avrei provato. Io ero già troppo coinvolta.
Non disse nulla, si limitò a mettere la mano sotto il mio mento per alzarmi il viso. Non riuscii a resistere, feci incontrare i nostri occhi e sospirai. I suoi erano illegali; non avevo mai visto occhi tanto verdi, profondi e penetranti.
Mi osservò e osservò ancora, il suo viso alla distanza di un respiro, entrambi eravamo affannati. Sentivo il mio cuore sicuro nelle orecchie, che mi diceva tutto ciò che avevo paura di ammettere.
Harry chiuse per un momento gli occhi e quando li riaprì c'era determinazione nel suo sguardo.
Lo guardai interrogativa per un momento, ma ogni parola mi fu tolta di bocca quando si avvicinò per portare le sue labbra sulle mie. Il suo tocco era delicato,le labbra si sfioravano appena. Lasciò baci leggeri intorno alla bocca, con la lingua tracciò poi i contorni delle mie labbra, con estrema delicatezza. Era la tortura più piacevole che avessi mai provato.
Si divise da me solo un secondo, e sentii i suoi denti sul mio labbro inferiore, la sensazione così piacevole che quasi sussultai. Le sue mani erano forti sulla mia vita, mi tenevano ferma in una presa sicura.
Harry continuava ad alternare denti e lingua, fino a che, quasi esasperata, non plasmai le mie labbra alle sue. La loro morbidezza mi fece girare la testa, lo sentii sorridere, forse sorpreso dal mio gesto. Le sue labbra si fecero più insistenti e pochi secondi dopo la sua lingua passò tra le mie labbra, unendosi con la mia. Non potei fare a meno di gemere, sollevata. La reazione di Harry fu immediata: le sue mani mi afferrarono veementemente portandomi più vicino a lui fino a far toccare i nostri petti.
I movimenti della sua bocca si fecero più urgenti, la sua lingua sconvolgeva la mia, togliendomi il fiato. Era la prima volta che mi baciava in maniera così appassionata, i miei pensieri si erano spenti completamente, ero del tutto persa in lui.
Tornai alla realtà quando le sue mani si spostarono sotto il pigiama, toccando la pelle del mia vita e poi si mossero sempre più su. Sebbene fossi del tutto incantata da lui e dalla situazione, non potei fare a meno di sentirmi insicura perché le sue mani mi stavano scannerizzando.
Quando raggiunse il mio seno, sussultai. Le sue mani sfiorarono il reggiseno, fino a che non portò il seno nei suoi palmi. Quando le sue dita spostarono la coppa, però, mi divisi velocemente, interrompendo il bacio.
Entrambi eravamo più che affannati, le nostre labbra rosse e gonfie. Presi le sue mani tra le mie, allontanandole.
-Non...- dissi, ma mi interruppi. Mi sentivo confusa, la testa mi girava.
Non avevo idea di cosa dire, quando lo guardai la sua espressione era intenta a fissarmi, i lineamenti tesi, le sopracciglia quasi aggrottate.
Avrei voluto fargli delle domande ma la posizione in cui stavo tradiva il problema. Sentii qualcosa sotto di me, in risposta arrossii come mai in vita mia anche se mi sentivo stranamente lusingata. Feci per scendere dalle sue gambe ma mi fermò di nuovo, continuando ad osservarmi.
-Cosa c'è?-mormorai.
-Vuoi lasciarmi così?-sussurrò in risposta, la voce incredibilmente roca.
Sempre più a disagio, guardai il divano.
-Non capisco che stai facendo, Harry.- dissi.
-Cosa?-
Finalmente lo guardai, più determinata.
-Se è questo che cerchi... Non sono io la persona giusta.- spiegai.
-Lo so.- rispose. -Lo so più che bene. So che io e te siamo notte e giorno e che tu questo genere di cose non le hai mai fatte.-
Annuii e anche se imbarazzata mantenni il suo sguardo.
-Eppure... Io voglio farle con te.-
Scossi la testa.-Non sono la persona giusta per soddisfare questo tipo di bisogni.- lo avvisai.
A lui sfuggì un ghigno.- Questo lascialo dire a me.-
Alzai un sopracciglio confusa.
-Sei sicura che queste per te sono prime volte? A me sembri una provocatrice nata.-continuò, leggermente divertito.
Distolsi lo sguardo, paonazza in viso.
-Voglio dire, fermarsi sul più bello è crudele da parte tua. Fai l'innocentina, ma sei sicura che...-
Lo bloccai mettendo il palmo della mano sulle sue labbra per zittirlo. Lo sentii ridere sulla mia pelle, i suoi occhi erano vivaci e divertiti.
- Smettila di parlare di questo, mi imbarazza.- dissi, togliendo la mano.
Lo guardai torva ma lui ancora sorrideva.
-Hai fame?- domandai per rompere il silenzio e per cambiare discorso.
Alle mie parole, rise fragorosamente.
-Diciamo che avrei preferito fare qualcos'altro...-cominciò, allusivo.
-Harry!- lo rimproverai, facendo il broncio.
Guardandomi, si fece più serio. Mi sistemò i capelli dietro le orecchie, facendomi immobilizzare.
- I tuoi capelli sono un disastro.-commentò.
Feci una smorfia.- Grazie.- dissi sarcastica.-Improvvisamente non voglio più prepararti nulla da mangiare.-
Rise di nuovo.- Andiamo,non puoi offenderti perché ho detto la verità.-mi prese in giro.
Alzai un sopracciglio ma mi sfuggì un sorriso. -Non stai migliorando la tua situazione.- lo ammonii scherzosa.
Alzò le mani al cielo in segno di resa.
Mi alzai dalle sue gambe e feci per andare in cucina ma sentii la sua mano sulla mia.
Lo guardai leggermente stupita.
-Non so dov'è la cucina.-
Risi.- Si che lo sai.-lo contraddissi.
Fece spallucce.-Per ogni cosa a cui oserai rispondere avrai una punizione.-
Risi ancora, chiedendomi come potesse essere tanto burbero se sapeva essere così adorabile.
-Oh oh, tremo già.-
La sua espressione si fece più seria e il suo viso si fece vicino al mio.
- Non ti conviene prendermi in giro se non vuoi che faccia quello che ho fatto prima...-
Lo bloccai.- Alt,alt. Smettila di tornare sull'argomento! Andiamo a mangiare che è meglio.-
Lo trascinai in cucina che ancora stava ridendo.

Breaking WallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora