Capitolo 1

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EVA'S POV

-Ciao mamma, ci vediamo più tardi!- gridai mentre aprivo la porta di casa per uscire. Non feci in tempo a sentire la risposta perchè stavo già correndo verso la mia auto.
Odiavo stare in ritardo e infatti non lo ero mai. Quella mattina, però, sembrava che il mondo ce l'avesse con me:prima non mi era suonata la sveglia,poi mi ero versata addosso metà della mia tazza di caffè.
Ora ero costretta a sfrecciare verso l'università; fortunatamente casa dei miei non era così lontana,infatti non avevo avuto nemmeno bisogno di trovarmi un alloggio. Non mi dispiaceva affatto risparmiare,ovviamente, eppure sentivo il bisogno di essere indipendente e di andarmene a vivere per conto mio. Ma la mia famiglia non era granchè ricca, perciò non potevo spendere soldi così inutilmente. Comunque,mancava solo un anno perché prendessi la laurea.Dopo,non appena trovato un lavoro,mi sarei cercata un appartamento tutto mio.
Diedi una veloce occhiata all'orologio sul cruscotto e ciò che vidi mi rassicurò,ero in ritardo di soli dieci minuti. Mi infilai nel primo parcheggio che trovai disponibile,per poi correre praticamente verso l'entrata, dove i miei amici mi stavano aspettando. Fortunatamente li vidi seduti sulle scale, stavano parlando e mi stavano chiaramente aspettando.
-Scusatemi!-dissi prima ancora di salutarli.-E' stata una mattinata tragica.-esasperai, col fiato corto.
Sia Alice che Nick alzarono i loro sguardi per incontrare il mio, e sulle labbra di entrambi c'era un sorriso.
-Lascia stare,non fa niente, non sei mai in ritardo.-mi rassicurò Alice con un'alzata di spalle. Sorrisi di rimando.
-Allora, siamo in tempo per la nostra colazione,no?-gli feci l'occhiolino. Fare colazione al bar dell'università prima delle lezioni era una nostra abitudine,sin dal nostro primo anno.
Eravamo amici da una vita, erano tra le poche persone con cui mi sentivo a mio agio. Non ero esageratamente timida,ma ero fin troppo riservata e piuttosto schiva.Anche se non mi era difficile entrare superficialmente in contatto con le persone, mi risultava quasi impossibile legarmi a fondo e completamente a qualcuno.Per questo motivo,nonostante la mia età, non avevo mai avuto un ragazzo.
Pensarlo mi deprimeva ogni santa volta,ma ormai ci avevo quasi fatto l'abitudine. Evidentemente non ero portata per le relazioni. Non ero una grande bellezza, anzi, ero così nella norma che passavo inosservata. E poi, ero fin troppo esigente,sia con me stessa che con gli altri e le persone troppo spesso mi deludevano. Ma,raggiunta la mia età ormai adulta, avevo imparato a ergere tutte le barriere necessarie per non rimanere troppo ferita dalla gente.
Alice e Nick erano i miei unici veri amici. C'erano stati sempre ed ero sicura che mi avrebbero supportato in ogni situazione.
-Allora, Eva, come sta andando la preparazione per l'esame?-mi chiese Nick,mentre eravamo in fila alla cassa.
Feci una smorfia.-Sto studiando tantissimo,ma non mi sento molto sicura.-ammisi sconfitta.
-Andiamo, che sei la studentessa migliore del corso!-intervenne Alice,facendomi arrossire leggermente.
-Come no.-mugugnai,cambiando subito discorso.
Subito dopo la colazione, ci recammo ognuno verso la propria classe.A me aspettava la lezione di filologia,ma avrei preferito poter trascorrere quel tempo a studiare per l'esame che Nick mi aveva molto carinamente ricordato. Sarebbe stato di lì a un mese,ma la quantità di studio era inverosimile. Amavo la materia, perché era letteratura inglese, ma ci tenevo molto a mantenere alta la mia media. Avevo lavorato tanto,non avrei voluto mandare tutto all'aria per un esame.
Entrai nell'aula di Filologia e mi sedetti al solito posto. La lezione non era ancora iniziata,dunque tirai fuori il mio quaderno e il mio astuccio con calma,dando poi un'occhiata agli appunti precedenti. L'operazione durò molto poco e fu particolarmente noiosa dunque mi distrassi quasi immediatamente e cominciai a guardarmi intorno. Essendo il secondo semestre,potevo ormai riconoscere tutte le facce che mi circondavano,perciò sorridevo a chi incrociava il mio sguardo. Sbuffai quando realizzai che il professore era in ritardo e mi misi a giocherellare con la penna. Alzando di nuovo gli occhi, vidi un ragazzo che ero certa di non aver mai visto prima. Entrò nell'aula senza guardare nessuno,il viso apparentemente imbronciato,con l'espressione che mi sembrava dura in volto anche se era difficile da dire visto che teneva la testa bassa. Indossava dei jeans neri con una semplice
t-shirt nera. Rimasi colpita dal fatto che il suo braccio fosse completamente ricoperto di tatuaggi e non potei che chiedermi cosa ci trovasse di bello in tutto quell'inchiostro marchiato per sempre sulla sua pelle.
Il suo corpo era molto slanciato,eppure decisamente muscoloso, la maglietta che non era lentissima lasciava intravedere i suoi pettorali. I suo capelli erano color cioccolato senza una consistenza precisa e erano messi alla rinfusa con una specie di ciuffo davanti. Rimasi ancora una volta sorpresa notando che quel ragazzo non aveva niente con sé,nemmeno una penna. Forse era nuovo; anzi,sicuramente lo era.
Si sedette nell'ultima fila, e finalmente alzò la testa per guardare l'aula. Dovetti resistere all'impulso di sussultare. Il suo profilo era perfettamente delineato, la sua mascella sembrava quasi scolpita. I suoi occhi erano sicuramente chiari,ma non notai bene il colore perché non stava guardando dalla mia parte. Le sue labbra erano incredibilmente carnose, di un colore rosso piuttosto insolito.
Continuava a guardarsi intorno,ma quando la sua testa si voltò verso la mia parte,mi girai immediatamente di spalle.
Il mio cuore batteva più velocemente del normale,ma non capivo il motivo. Ovviamente era un bel ragazzo, probabilmente il più bello che avessi mai visto, ma solitamente non reagivo così. Era chiaramente uno scapestrato; non era da me giudicare dalle apparenze,ma la mia supposizione non si basava sulla marea di tatuaggi che aveva bensì sull'espressione saccente che teneva in volto,come se non fosse dignitoso per lui mischiarsi con noi comuni mortali. Perciò non mi voltai più a guardarlo nemmeno una volta e cercai di non pensarci. Quando entrò il professore, usai tutta la mia concentrazione per seguire la sua lezione.

HARRY'S POV

Finalmente, un'ora e mezza dopo quello strazio di lezione finì e mi precipitai immediatamente fuori dall'aula,per andarmene verso la mia auto. Era fuori questione che avrei assistito ad un'altra lezione. Non sarei dovuto venire dall'inizio. Per quale motivo dovevo annoiarmi a morte in quello stupido posto pieno di gente altrettanto stupida?
Non capivo la decisione di mia madre di trasferirsi ma avevo dovuto accettare. Le ero rimasto solo io nella sua vita schifosa. Aveva più di 40 anni,era sola,con un figlio che le procurava solo una marea di problemi. Il minimo che potevo fare era vivere con lei. Ci eravamo trasferiti da Londra qualche anno prima,ma ci eravamo stabiliti in Florida. Poi,alle solite,mia madre aveva avuto una storia poco piacevole con un tipo squilibrato e perciò aveva deciso,dall'oggi al domani, di trasferirsi nel dannatissimo Michigan.
Non avevo lasciato alcun tipo di legame in Florida,non era quello ad infastidirmi.Soltanto,non capivo il motivo per cui mia madre pensasse che cambiare posto potesse cambiare anche la nostra vita di merda.Ero anche rimasto indietro di un anno con l'università. Non sapevo nemmeno perché la facessi,in realtà. Studiare non mi interessava: ero soddisfatto solo di poter partecipare a tutte le feste che venivano organizzate, dove potevo fumare e bere fino a non ricordarmi chi ero e farmi tutte quelle disponibili. Nessuna era così scema da pensare che tenessi a loro in qualche modo e quelle poche che invece credevano di essere speciali, cambiavano idea quando toglievo loro persino il saluto. Non avevo legami perché non ne volevo.
Ero arrivato all'entrata dell'università,mi stavo accendendo una sigaretta quando un ragazzo mi si piazzò di fianco.
-Hey,amico,hai da accendere?-chiese con voce troppo stridula per i miei gusti.
Anche se il mio primo impulso sarebbe stato quello di dirgli di no,non risposi e gli diedi l'accendino.
-Grazie.-disse, accendendosi la sigaretta.-Sei nuovo qui?-
-Sì-tagliai corto,sperando che se ne andasse.
-Beh,se hai bisogno di qualche consiglio sui posti giusti dove andare, considerami disponibile.-continuò.
Finalmente lo guardai. I suoi occhi erano castani come i suoi capelli,notai che sebbene volesse darsi l'aria da figlio di papà  (che probabilmente era), era più simile a me di quanto credessi.I suoi occhi erano velati e lucidi,chiaramente era fatto.Bene, mi sarebbe potuto servire.
-Va bene.-borbottai.
Lui sorrise porgendomi la mano.-Jack,piacere.-disse cordiale,ma ignorai il suo tentativo. Mi limitai a fare un cenno con la testa.-Harry.-risposi.
Non sembrava offeso dai miei modi poco ortodossi, saremmo andati d'accordo.
-Per cominciare,allora,c'è una festa stasera,a casa mia. Sei dei nostri?-chiese.
Annuii quasi immediatamente, senza nemmeno rifletterci.-Dimmi solo dove.-risposi.

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Ecco il primo capitolo! Ovviamente la storia deve ancora entrare nel vivo,però per favore fatemi sapere cosa ne pensate,se dovrei continuarla o no! Attendo vostre opinioni,un baciooo!:)

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