Capitolo 11

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HARRY'S POV

Maledetta Eva.
Non ero sicuro se la odiassi o se mi piacesse.
Per una settimana intera,la evitai come la peste. Del resto, non avrei saputo cosa dirle. Cosa c'era da dire? L'avevo baciata poi cacciata via: dubitavo che volesse più vedermi. Peraltro, quel bacio aveva segnato la mia fine. Ogni volta che ci pensavo (molto,troppo spesso), sarei voluto  precipitarmi da lei per baciarla di nuovo.
Sapevo benissimo che avrei dovuto cercare di capire che diavolo mi stesse succedendo, ma avevo troppa paura per farmi delle domande. Ciò che più mi spaventava era che non mi era mai successo prima e mi sentivo del tutto fuori controllo; se Eva si fosse avvicinata a me di nuovo e mi avesse chiesto qualsiasi cosa, io l'avrei fatta, per lei. Ero completamente andato: con le mani tra i capelli,sbuffai.
-Nemmeno oggi all'università?-disse mia madre, facendomi sobbalzare: non l'avevo sentita.
-Non rompere, mà.-tagliai corto.
Mi guardò severa.-Quando la smetterai di trattarmi così?-chiese.
-Quando tu la smetterai di rompere.-risposi, scocciato.
Sospirò,ma io non aggiunsi altro. Ci pensò lei,pochi secondi dopo.
-Stasera c'è Bob a cena.-mi avvisò.
Alzai gli occhi su di lei.-Un'altra fiamma?-sputai, ormai decisamente infastidito.
-Nessuna nuova fiamma, è sempre quella vecchia.-ribattè. Già, in effetti il nome lo avevo già sentito.
-E' una brava persona, Harry.-cercò di convincermi.
Sbuffai.-Come gli ultimi dieci?Di questo passo ci trasferiremo in tutti i 50 stati.-
Mia madre aveva gli occhi lucidi.-Non essere ingiusto.-
-Lascia perdere, è meglio. Stasera non ci sono.- mi alzai e uscii dalla cucina.
-Ma Bob vuole conoscerti!-mi gridò dietro mia madre.
-Io non voglio conoscere lui.-gridai di rimando e sbattei la porta della nostra catapecchia.
Mi incamminai verso il campus,dove altro potevo andare?
Ci sarebbe sicuramente stata qualche festa o qualche incontro quella sera,era venerdì.
Mi sarei andato a fare qualcuna da qualche parte e sarei andato a piazzare due cazzotti a qualcuno.
Eppure, il mio pensiero fisso rimaneva quello di Eva. Con lo stomaco che sprofondava, mi resi conto che era lei l'unica che volevo farmi.

EVA'S POV

-Eva, ti giuro che se non vieni...-
-Alice,lascia perdere per favore. Non sono in vena di feste,di casino e di persone. Voglio starmene in camera mia a studiare, e basta.-
-Dio santo,sembri mia nonna.-
Alzai gli occhi al cielo, fortunatamente al telefono non poteva vedere la mia espressione.
-Ok, nipotina,ti saluto. Divertiti, a lunedì.-prima che potesse ribattere attaccai.
Ero cosciente del fatto che quella settimana mi ero completamente chiusa a riccio, ma la delusione di Harry bruciava come una ferita ancora aperta.
Era venerdì e io sarei dovuta uscire, mi avrebbe fatto bene, ma avevo solo il pensiero di lui. E se lo avessi visto? Mi avrebbe evitato, non salutandomi nemmeno o forse addirittura lo avrei beccato con qualcun'altra. Al pensiero mi venne la nausea, perciò scesi di sotto dai miei per distrarmi parlando con loro.
Purtroppo, li vidi in salone affaccendati, mentre recuperavano le loro giacche dal divano.
-Uscite?-gracchiai.
-Oh,tesoro. Sì, non ricordi la cena dai Brown?-disse mia madre.
Già,la cena. Me lo avevano detto mille volte.
Annuii.-Beh, divertitevi allora.-il pensiero di rimanere sola, stranamente,mi spaventava un po', quella sera.
-Tu cos'hai? Sei strana in questi giorni.-disse mia madre,premurosa.
Sorrisi.-No, tutto a posto.-mentii.
-Non si direbbe.-scherzò mio padre.-Dico, ti sei vista allo specchio?-rise e mia madre lo imitò.
Mi offesi per un secondo,poi mi misi a ridere anche io. Sapevo di essere orribile: avevo dei giganteschi occhiali che non indossavo da anni, i capelli raccolti senza il minimo ordine, e un pigiama di almeno due taglie più grande.
-Sono solo accaldata dalla doccia,per questo sono orribile.-mi giustificai,facendo loro la linguaccia. Risero di nuovo,poi li lasciai andare a cena.
Non appena uscirono, mi sentii incredibilmente sola. Mentre mangiavo nel silenzio più totale, valutai l'ipotesi di chiamare Alice e dirle che avevo cambiato idea, ma il pensiero di uscire mi metteva ancora più a disagio.
Lasciai la fetta di carne che mamma mi aveva preparato dopo pochi morsi. Lavai il piatto e le posate  e guardai l'ora.
Erano soltanto le otto e mezza,perciò avevo una serata intera da impiegare.
Sconfitta, accesi la TV, ma ogni canale stava trasmettendo solo programmi demenziali. Quando mi fermai su uno che parlava di relazioni problematiche, spensi di riflesso la televisione, e in casa cadde di nuovo il silenzio.
Quasi mi prese un infarto quando suonarono al campanello. Dopo un primo momento di confusione, mi alzai per andare ad aprire, sapevo che si trattava di Alice che era venuta ad insultarmi: avevo undici chiamate perse sul telefono. Non potei che esserle grata,avevo davvero bisogno di vedere qualcuno. Quando aprii la porta,però, per poco non la richiusi di riflesso.
O meglio,ci provai,ma la mano di Harry la fermò prima che si chiudesse. Impiegai qualche secondo per aprirla di nuovo. Quando lo feci, lui mi guardava attento e leggermente sorpreso.
-Mi chiudi la porta in faccia?-domandò.
Arrossii fino alla punta dei capelli perché era lì, di fronte a me, non lo vedevo da una settimana ed ero conciata come una barbona.
-Se..-cominciai,non avendo idea di cosa dire.-Come fai a sapere che sono sola?-non avrebbe mai suonato se avesse rischiato di trovarsi mia madre o mio padre davanti.
-C'è solo la tua auto qui davanti. Ho immaginato che fossi sola.-spiegò.
Rimasi in silenzio,imbarazzata.-Mi fai entrare o no?-chiese infine.
Aprii la porta per farlo entrare e lo guidai in salone, anche se aveva già visto casa mia.
-Non sono molto dell'umore per una chiacchierata.-lo avvisai,sedendomi e fissando le mie mani.
Lo sentii sedersi vicino a me.-Vorrà dire che me ne starò qui zitto.-ribattè, mettendosi comodo sul divano. Buttai uno sguardo su di lui e notai che aveva chiuso gli occhi.
Il mio cuore impazziva.-Perché sei qui?-mormorai, sempre più a disagio. Entrambi stavamo evitando l'argomento del bacio,come se non ci fosse mai stato.
-Non sapevo dove andare.-rispose.
Mi incupii.-E' venerdì.-gli feci notare.-Sono certa che sapresti dove andare.-
Harry rimase immobile, dopo qualche secondo aprì gli occhi e finalmente mi guardò. Per meglio dire, mi squadrò da capo a piedi,per poi soffermarsi sul mio viso. Ero letteralmente porpora e quando parlò,ero assolutamente preparata a qualche insulto.
-Questo look ti dona molto.-mormorò, lo sentii appena.
Presi letteralmente fuoco e sbuffai.-Intendi il look pigiama post doccia?-ribattei scettica.
Gli spuntò un sorriso.-Esattamente.-
Scossi la testa, guardando qualsiasi cosa ma non lui.-Beh, i tuoi gusti sono piuttosto strani.-commentai.
Lui stranamente si fece più serio.-Credo che in molti converrebbero con me su questo punto.-

Scossi la testa.-Come no.-risposi.
Lui si alzò e si avvicinò a me; io,in risposta,mi immobilizzai.
-La tua inconsapevolezza è ridicola,Eva.-
Alzai gli occhi,burbera-Inconsapevlezza di cosa?-domandai più dura.
-Di quanto facilmente tu possa attirare sguardi.Ti presenti così,di fronte a un ragazzo,ti sembra normale?-sembrava infastidito.
Arrossii-Qual è il tuo problema?Sono a casa mia!-lo guardavo risentita.
-Se fosse stato qualcun altro e non me?-ribattè.
-Cosa ho di particolarmente scandaloso?-
-Sei attraente.-rispose, deciso, facendomi arrossire violentemente.
Il suo viso fu sul mio,gli occhi fiammeggianti.-Come è possibile che ti comporti come se nemmeno fossi una ragazza?-sussurrò.
-Perchè nessuno potrebbe guardare me in quel modo!-sbottai.-Insomma,sono una persona realista!Mi vedo,sai com'è,so che non potrei interessare in quel senso nemmeno l'ultimo dei ragazzi!-esclamai.
Mi afferrò il polso.-Si può sapere che vai dicendo?Andiamo,Eva,è assurdo!-sembrava infervorato,mentre mi guardava profondamente.
Ci scambiammo uno sguardo intenso per qualche tempo.-Ti dirò questo.-disse infine-non sei realista,sei cieca.Sei una ragazza,Eva.Una ragazza affascinante,peraltro.E come ogni bella ragazza,attrai sguardi maschili.-cercava di farmi ragionare,ma sapevo che non poteva essere serio.Alzai gli occhi al cielo.-Non ho mai interessato nessuno,dunque la tua teoria è una sciocchezza.-lo guardavo con aria di sfida.
Lui rimase per un momento in silenzio,poi mi guardò a fondo.-Ti assicuro che almeno lo sguardo di un uomo,l'hai attratto.L'altro giorno lo avrai capito,no?-
Arrossii-Ma tu non sei normale-mi sfuggì.
Inaspettatamente rise e su questo punto,non ribattè.
Lo guardai aspettando che dicesse qualcosa, il suo viso vicinissimo al mio.
Ci guardammo a lungo, poi poggiò la fronte sulla mia.-Cosa devo fare con te?-mormorò.

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Spero il capitolo vi piaccia, so che finisce su un punto importante, lo continuerò al più presto, un bacio!

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