Incontri sgraditi- Elsa

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Caro diario,
l'adolescenza e l'amore fanno schifo! È tutto così dannatamente sbagliato! Ho incontrato Jack in corridoio. Era così bello! I suoi occhi blu erano diversi, sembrava tormentato. Magari mi ama ancora... purtroppo la vedo dura visto che non staccava gli occhi da Isabelle, ma lei è troppo furba per cascare nella trappola di Jack, non è come le altre ragazze.
Ovviamente, come da copione, arrivai tardi in classe, Isabelle e Merida avevano lettere e io, grazie al cielo, storia dell'arte, la mia materia preferita. Arrivai nel corridoio che mi avrebbe portata nell'aula. Porta chiusa, diamine! Ecco facciamo una bella figura! Odio entrare quando la lezione è già cominciata.
-Quindi, signorino, vedi di smetterla! Comportati come un uomo e spostati in quel banco! Non me ne frega niente se la compagnia non è di tuo gradimento!- urlò il professor Capsio, era un uomo molto alto, i suoi riccioli castani ricadevano sulle sue spalle, gli occhi neri burberi miravano verso Hiccup, lo stava facendo spostare a fianco a Hans e ciò significava anche a fianco a me. È sottinteso anche il fatto che entrare durante una sgridata in classe è ancora più imbarazzante. Si poteva sentire il peso del silenzio aleggiare sulle teste dei vari studenti. Bussai.
-Buongiorno, perdoni il ritardo- dissi con un filo di voce, corsi a sedermi nel mio posto cercando di non attirare l'attenzione, un'impresa piuttosto ardua. Mi sedetti presi il libro, l'astuccio nero e un quaderno per gli appunti.
-Bene! Spero che non ci saranno altre interr...- il professore venne interrotto dalla porta che si spalancava per far entrare Jack.
Non parlò, si diresse al suo posto, dietro di me, e si accomodò lanciando il suo zaino a terra con noncuranza.
-Buongiorno anche a te!- disse offeso il professore Capsio.
Riprese la sua lezione.
Notai che durante la spiegazione, Hiccup si girava per dirmi qualcosa ma poi si tratteneva e ritornava a riflettere.
-Cosa vuoi!?- domandai bisbigliando, stufa di vederlo girarsi
-Ti volevo chiedere... se... Merida... insomma voi siete amiche... normalemente vi confidate... io... non so come dirtelo- balbettò il ragazzo continuando a guardare la lavagna
-Dillo e basta!- lo invitai prendendo appunti
-Merida parla mai di me?- chiese tutto d'un fiato
-A volte, la rottura se l'è lasciata alle spalle, ma non il sentimento, comunque anche se cerca di nasconderlo soffre ancora. Le manchi e non poco-
-Non pensavo... sembra così... felice... mi dispiace così tanto... ti volevo chiedere se...- non fece a tempo a finire che il professore lo richiamò e lo fece uscire dalla classe
Tornai a scrivere sul quaderno
-Cosa ti ha chiesto? Come mai la fidanzatina sta bene e lui è depresso?- chiese una voce fin troppo familiare
-Scusa ma non spreco il mio tempo a parlare con i deficienti- risposi ad Hans uscendo dalla classe appena la campana suonò. Mi sarebbe toccata matematica con Biancaneve la prossima ora.
Uscii dalla stanza e sbattei contro qualcuno, alzai lo sguardo e il tempo si fermò, mi persi nei suoi occhi blu, Jack era davanti a me. Il tempo si era bloccato davanti ai suoi capelli color neve, ci stavamo avvicinando sempre di più, lui deviò la direzione delle sue labbra e si avvicinò al mio orecchio
-Salutami la dolce Biancaneve, le farà piacere il fatto che domani usciremo assieme, potresti dirglielo?- mi bisbigliò all'orecchio. Mi infuria fissai i suoi occhi e congelai il pavimento. Per questo mi beccai una bella ora di punizione.

Il diario segreto di Jelsa 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora