Appuntamenti- Elsa

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Caro diario,
ero decisa, il giorno dopo sarei andata da Isabelle e le avrei parlato, sperando che la conversazione si chiudesse con una bella risata, come il finale di ogni film, giusto!?
I raggi del sole avevano inondato la camera strappandomi dalle braccia di Morfeo. Mi svegliai svogliata, avevo solo tre ore di scuola, mancava una prof, quindi dopo sarei stata libera. Dovevo assolutamente parlare con la mia migliore amica. Continuavo a contemplare il soffitto sperando che il Signore nella Luna mi inviasse qualche manna per aiutarmi in quell'impresa. Presi i vestiti e mi cambiai.
-Merida!- la scossi e la gettai dal letto.
-Ma sei scema! Stavo sognando Leo DiCaprio.- disse, massaggiandosi la testa.
-Ti ricordo che sei fidanzata.-
-E tu no e oggi ti toccherà un bel discorso alla tua migliore amica alla quale molto probabilmente spezzerai il cuore.- mi incoraggiò alzandosi.
-Grazie, ora con questo grande incoraggiamento riuscirò di certo ad affrontare la giornata! Come farei senza di te!- ribattei sarcastica, si diresse al bagno. Io uscii dalla stanza, mi sentivo un'idiota, controllavo tutti i corridoi prima di passarci davanti, non volevo incontrare Jack, nè uno dei suoi amici, volevo semplicemente andare a fare colazione senza avere gli occhi addosso o senza dover rispondere a domande delle quali non possedevo le risposte. Mentre stavo controllando un corridoio, dei capelli rosso fragola mi frustano la faccia, facendomi alzare il viso per scoprire un volto fin troppo familiare.
-Elsa! Ti stavo cercando. Senti, lo so che sono stata un po' crudele e che ti ho trattata da schifo, ma io non voglio questa situazione, siamo sorelle inseparabili e un ragazzo non ci deve dividere, soprattutto se non proviamo le stesse cose per lui. Ti volevo chiedere scusa, mi perdoni?- mi chiese Anna sorridendo
-Me lo chiedi pure?- Ci abracciammo, come nei film, speravo che andasse così anche con Isabelle, dovevo solo sperare e usare le parole giuste.
-Tieni questo è l'invito per la festa del mio compleanno, spero verrai.- Mi porse un cartoncino rosa com delle scritte con ghirigori arancioni.
-Contaci.- La mia dolce sorellina si allontanò. In quell'attimo di distrazione non mi resi conto dei suoni che mi circondavano. Una porta sbattè.
-Elsa!- mi chiamò Jack. Merda! Decisi di camminare dritta cercando di ignorarlo. "E adesso che faccio?" continuavo a domandarmi. Ero nervosa e credo si vedesse, continuavo a camminare con le urla di Jack alle mie spalle, in quel momento non ero pronta a parlargli. Feci l'atto più disperato tra tutti, entrai nel bagno delle ragazze, ottimo nascondiglio. Ma purtroppo la cocciutaggine di Jack è tanta.
-Elsa! Dobbiamo parlare! Ti prego esci! Lo so che cerchi di evitarmi per quello che è successo, ma io voglio parlarti!- Non gli risposi, ero troppo spaventata da quello provavo. Avete mai avuto paura dei vostri sentimenti? Quella era la mia prima volta, ero terrorizzata da tutto quanto, da miei e soprattutto dai suoi sentimenti. -Facciamo così, oggi alle tre del pomeriggio vieni a casa, la nostra, okay? Se non verrai capirò e ti lascerò in pace.-
Ero stata incastrata, se non fossi andata sarebbe finita del tutto e se fossi andata sarebbe iniziata. Ero spaventata e se fosse andato tutto storto? Ecco l'ultima fortuna della giornata, la dolce Isabelle che mi saluta dal bar. Era il momento di una chiaccherata.




Il diario segreto di Jelsa 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora