11 capitolo

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-Oasis "Wonderwall"

Inizio a studiare mettendo le cuffie, perché senza musica non riesco a fare nulla.
Il tempo passa abbastanza in fretta.
Essendo il secondo giorno non ho tanto lavoro, ma devo comunque restare al passo.
Alle sei finisco di studiare e inizio a cercare qualche libro da leggere sul mio Kindle.

Mi immergo nella lettura così tanto che  non mi accorgo del via vai in stanza, fino a quando non sento dire il mio nome. Mi giro verso quella voce, è Amy.
-Claire, io e Maria andiamo a farci un giro. Vuoi venire?- guardo l'ora e mi accorgo che sono le nove passate.
-No, tranquille, andate pure, sono stanca- le rispondo, spiegandole che sono stata tutto il giorno sui libri.
-Va bene , allora ci vediamo più tardi, ciao- dice, uscendo dalla camera.
Sento il mio stomaco brontolare, quindi decido di preparami un sandwich. Finisco di mangiare e mi infilo dentro la doccia per rinfrescarmi.
Esco dal boxe e mi accorgo di aver dimenticato l'intimo, mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo e vado a prenderlo nella valigia.
Sento bussare alla porta.
Sarà Amy, forse si è dimenticata le chiavi.
La apro e resto spiazzata dalla persona che vedo.
È il ragazzo che stava per investirmi.
"Oddio, detto così non va bene, riformulo meglio"
È il ragazzo che, per colpa mia, stava per investirmi.
-Ehmm, ciao, disturbo? - dice imbarazzato, guardandomi da testa a piedi.
Mi ricordo di avere solo un asciugamano addosso. 
Divento rossa all'istante.
-Beh, si- dico impacciata.
-Tranquilla, ero solo venuto a sapere come stavi- dice facendo un passo per andarsene
-Oh, sto bene, ho solo un pò di dolore alle spalle, ma per il resto tutto a posto. Grazie- gli rispondo gentilmente.
- Mi sembra il minimo da parte mia. Allora, ci vediamo. Non voglio farti prendere freddo- mi indica.
- Va bene. Grazie ancora- dico, mentre lui se ne va.
Chiudo la porta e mi ci appoggio.
Oggi è la giornata delle figure di merda.
Mi dirigo verso la valigia, ma vengo interrotta da un 'toc, toc'.
"E ora che vuole?!"
Apro subito la porta, ma al posto del ragazzo di prima trovo Noah, con un sorriso che va da un occhio all'altro,  e con lo sguardo che mi perfora.
Gli chiudo la porta in faccia.
No, davvero, non è possibile.
'Toc, toc, toc'
-Claire apri, non ti mangio... - sento che indugia per poi dire -beh, non proprio- alzo gli occhi al cielo.
-Aspetta, mi cambio-
Metto gli slip e il pigiama così in fretta che inciampo in una scatola, pestando il dito del piede.
-Ahii- esclamo, con le lacrime agli occhi dal dolore.
Vado ad aprire zoppicanto.
-Cos'è successo?- chiede lui preoccupato.
-Sono inciampata e mi sono fatta male-
-Non vedevi l'ora di aprirmi, dici la verità-
- Si,  certo- mi volto dall'altra parte per non fargli capire che ci ha azzeccato,- perché sei qui?-
-Perché non mi guardi ?- mi chiede toccandomi il braccio.
Sento una scossa forte e mi volto verso di lui.
Si sta guardando la mano, sorpreso.
Poi alza lo sguardo verso di me e mi sorride.
-Niente, mi annoiavo-
-E quindi, dato che ti annoiavi, sei venuto a rompere le scatole a me?- ci pensa su qualche minuto e poi risponde sorridendo - Si-
Scuoto la testa, sconfitta.
Mi dirigo verso il letto e mi siedo.
Lui si avvicina e mi osserva dall'alto.
-Qualcosa che non va ?- chiedo, sollevando le sopracciglia.
-Sto aspettando le tue scuse- dice lui.
"Eh?"
-Per cosa?- gli domando smarrita.
-Per quello che è successo oggi al Rockel!-
"Questa si che è bella!!!"
Lo fisso per capire che problema ha.
-Dico sul serio- in effetti non mi sta prendendo in giro.
Inizio a ridere così forte che quasi cado dal letto.
-Perché ridi?- dice confuso.
-Tu sei matto!!!-
Avevo intenzione di chiedergli scusa, ma di certo non lo farò ora che me l'ha chiesto.
-No, non lo sono.
Dai, voglio delle scuse, me le merito dopo quello che ho fatto per te-
"Che prepotenza".
-Va bene, scusa-dico esasperata.
-Non basta.... devi darmi un bacio quì- dice, picchiettandosi la guancia sbarbata con un dito.
-No, te lo scordi!!- rispondo, incrociando le braccia al petto.
-Sei sicura di quello che fai ?-
-Si- rispondo troppo in fretta.
-Va bene- dice, guardandomi.
All'improvviso mi ritrovo capovolta, con la pancia sulla sua spalla e la testa verso il basso.
-Lasciami subito- grido, prendendelo a pugni sulla schiena.
Ride e si dirige verso la porta.
-No, no, no, sono in pigiama, ti prego-
Lo supplico, scalciando.
-Fai quello che ti ho chiesto?-
-Nooo-
-Eh va bene- dice, aprendo la porta e portandomi nel corridoio.
-Uffa Noah,  ti prego lasciami andare-
Ride ancora.
-Okay, va bene, hai vinto-
Mi riporta nella stanza e mi lascia andare, facendomi scivolare lungo il suo corpo, centimetro per centimetro. Diventando rossa in un batter d'occhio solo per le cose che sto pensando.
-Allora?-dice lui.
Mi alzo in punta di piedi e gli do un piccolo bacio. Lui si volta, prendendomi il viso con le mani, e mi da un bacio all'angolo della bocca.
Mi allontano subito da lui.
Il cuore mi batte fortissimo.
Ho il respiro affannoso.
Lo guardo e vedo tempesta nei suoi occhi. Un diluvio universale.
Sono smarrita.
Dentro di me si scontrano odio e amore.
Ho di nuovo quella sensazione.
Però questa volta non scapperò, affronterò questo enigma che cerca di sconvogere la mia quiete.

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