Quando mi sveglio sono già le undici, allungo la mano in cerca del mio fidanzato ma il letto è vuoto.
Vedo Elin comparire dalla porta mezza aperta:
"Ti sei svegliata cara?"sorride, bellissima come sempre.
"Si, ero molto stanca. Dov'è Oliver?" il suo sorriso muore nello stesso istante in cui nomino suo figlio.
"Aspetta qui, torno tra un minuto con la colazione" non faccio in tempo a controbattere che è già sparita.
Cinque minuti dopo torna con un vassoio e una colazione così abbondante che potrei utilizzarla anche per pranzare e cenare, adesso capisco da chi ha preso suo figlio.
Mi poggia il vassoio sul letto e mi da un biglietto. Ho paura di aprirlo, so già di chi è."Tesoro, spero che tu abbia dormito bene.. Se stai leggendo questo biglietto significa che non sono ancora tornato, ho delle commissioni piuttosto urgenti, torno presto, ti amo! Olly"
Entro nel panico. Salto giù dal letto e ogni dolore in quel momento mi sembra una sciocchezza. Prendo il telefono e compongo veloce il suo numero, ma il telefono squilla a vuoto.
Elin mi guarda come se fossi pazza, probabilmente in questo momento può sembrare, ma non voglio che il mio fidanzato si faccia male o peggio ancora.
Inizio a vestirmi e Elin dice qualcosa ma non le sto a sentire. Un attimo dopo sentiamo la porta sbattere.
"E' tornato" dice la donna dal viso angelico, come diavolo fa a sapere che è proprio lui?
Un attimo dopo vediamo una furia passare nel corridoio, non ci degna nemmeno di uno sguardo, è diretto verso il bagno.
Faccio fatica ma cerco di inseguirlo:"Oliver ti vuoi fermare". Gli tiro la maglietta e si gira di scatto, nei suoi occhi c'è la stessa rabbia del giorno prima "non ora Lex, per favore!" si volta ed entra in bagno, chiudendo la porta a chiave e lasciandomi li come una stupida.
Elin dal bordo della porta, ha assistito alla scena e muove la testa in segno di disapprovazione: "Lascialo perdere" dice scocciata, "mi sembra ovvio che abbia bisogno di sbollire un po".Torno in camera e mi siedo sul letto, Elin si siede accanto a me e mi racconta che Oliver, da ragazzino, dopo un litigio con qualcuno, a scuola, al liceo o semplicemente nella sua comitiva, tornava a casa sbattendo la porta e si chiudeva in bagno, faceva una lunga doccia per raccogliere i pensieri, e solo dopo aver consumato tutta l'acqua calda usciva ed era pronto ad un confronto.
Poco dopo lo vedo entrare, con in dosso solo l'asciugamano legato in vita, in una mano ha i vestiti che aveva indosso, che lascia cadere sul bordo del letto, nell'altra un asciugamano con cui si sta sfregando i capelli.
Elin mi sorride e va via. Guardo quell'uomo così vulnerabile, stendersi sul letto e sospirare.Vorrei dire qualcosa, ma cosa? Non faccio in tempo ad esprimermi.
"Quando sono entrato in casa ho guardato se era in camera sua, ma non c'era, non ho fatto caso a niente. Sono uscito e sono andato in ufficio" mi sento sbiancare ma lo lascio parlare.
"Quando sono entrato nell'ufficio di suo padre, spalancando la porta, mi ha guardato e riso in faccia con tanto di commento orrido su quello che aveva fatto suo figlio" sospira nervoso, "gli ho sentito dire che ero diventato un rammollito, che correvo dietro ad una troia. Non ci ho visto più!".
Si massaggia le nocche della mano destra:
"allora mi sono avvicinato e gli ho dato un pugno, gli ho detto che avevo chiuso con tutta quella merda e sono andato via urlando come un pazzo, dicendogli che era l'ultima volta che avrebbe visto il rammollito che l'aveva appena steso" non ci posso credere... "sono tornato a casa per prendere tutte le mie cose, ho fatto le valige, quando ero quasi fuori mi sono ricordato che gli avevo prestato la mia giacca preferita e sono tornato dentro. Ho cercato nel suo armadio e quando l'ho trovata, l'ho presa e sono andato via". non capisco cosa ci sia di strano, eppure c'è qualcosa che lo turba, si allunga e con la punta delle dita afferra qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans che aveva indosso, una fotografia, la lascia cadere sul letto così che anch'io possa vedere il motivo che lo fa stare così male "quando avete fatto questa foto? È innamorato di te!".
È quella che ha voluto scattare il giorno che mi ha detto che Oliver non era partito per lavoro, che non era l'uomo per me.
"Girala" dice lui in tono gelido.
Faccio come dice, dietro c'è scritto qualcosa in una grafia piccola e ordinata:"Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi "ti amo" e non darei scioccamente per scontato che già lo sai!"
Rimango a bocca aperta.
"Allora Lex, c'è qualcosa che vuoi dirmi?" dice piano, credo che stia facendo il possibile per mantenere la calma.
"Non ne sapevo niente, te lo giuro" si solleva e mi guarda con un sopracciglio inarcato "E la foto? Quando è stata scattata quella maledetta foto?!"
Le ultime parole le dice quasi urlando, con gli occhi lucidi e tristi. Deglutisco, chiude gli occhi e sospira passandosi una mano su gli occhi: "Scusa, mi dispiace, non volevo alzare la voce, voglio solo capire!".
Mi metto a gambe incrociate sul letto e faccio un bel respiro:
"Quando io e Amy siamo venute a Vancouver non è stato perchè volevo farti una sorpresa" i suoi occhi si fanno in una piccola fessura e mi invita a continuare:
" quel pomeriggio, quando tu eri in viaggio, Christopher mi ha chiamato, te l'ho detto, siamo andati a prendere un caffè. Non volevo ma l'ho fatto per non essere scortese. Quando ci siamo accomodati per prendere il caffè ha detto che voleva fare un selfie per mandartelo. Poco dopo ha iniziato a dire che non eri l'uomo per me, che non stavi andando a Vancouver per lavoro ma perchè avevi un appuntamento con Olivia." al sol ricordo mi viene la pelle d'oca, "gli ho detto che non sapevo che problemi avesse e non mi riguardava ma che doveva lasciarmi fuori. Oliver ti prego di qualcosa..."
mi guarda ma il suo sguardo è perso.
"Poi cos'è successo?" dice gelido.
"Quando sono tornata a casa volevo solo sbattergli in faccia quanto fosse grande il tuo amore, così ti ho chiamato e ti ho proposto di venire a passare la notte li ma tu hai detto di no..." mi mordo l'interno del labbro, come ho potuto essere così stupida.
"E quindi siccome ho detto no, e non ho detto no" puntualizza, "ho solo detto che mi sarei svegliato presto per partire subito e venire da te, non volevo che facessi 3 ore di viaggio per stare da sola in camera. Dio santo...." da un pugno alla testata del letto, si alza di scatto e mi guarda come un leone che ha appena visto la sua preda, urlandomi contro: "così hai deciso di venire da me, arrivare e trarre le tue conclusioni, senza lasciarmi spiegare. Sono stato male per giorni Lex perchè non volevi rivolgermi la parola.. Grazie per la fiducia". Una lacrima gli scorre in viso: "forse dovremmo rivedere la definizione di fidanzamento dal mio punto di vista e dal tuo, perchè così non va" esce sbattendo la porta, non curandosi di essere ancora in asciugamano.
Mi guardo intorno disorientata, non l'avevo mai visto così arrabbiato. Sospiro e mi alzo per andare a cercare i miei vestiti. Un attimo dopo lo vedo entrare dalla porta, piange come un bambino, viene verso di me e mi abbraccia forte: "Mi dispiace!" singhiozza.
Finora non mi ero resa conto di quanto fosse sensibile il mio Olly.Mi serviva proprio una bella doccia rilassante. Quando torno in camera lo trovo seduto alla scrivania, con il mio Laptop. Mi guarda con la coda dell'occhio e continua a scrivere.
"Non avrei mai pensato di dover preparare un curriculum" dice.
"Un curriculum? Che te ne fai, tu hai già un buon lavoro" dico senza pensare.
"Si, in uno studio dove il proprietario è uno stronzo manipolatore e il figlio un idiota che ha picchiato la mia fidanzata! Ottimo! Mi sono licenziato Lex, ho presentato la lettera di dimissioni dieci minuti dopo aver dato un pugno ad Allen Senior!"
Quando me lo ha raccontato, non mi ero resa conto che le cose col Signor Allen fossero a questo punto, anche se è stato lui ad organizzare il viaggio a Vancouver. L'ha fatto per suo figlio, anche se in realtà ha perso il suo miglior avvocato.
"Ho trovato uno studio che sta cercando un avvocato" perchè lo dice con così poco entusiasmo?.
"Non sei felice?" dico abbracciandolo da dietro.
Sospira, credo che non abbia mai fatto così tanti sospiri come quelli che ho sentito tra ieri ed oggi.
"Olly ma che c'è? Dimmi!" dico in tono preoccupato.
"Lo studio è a Vancouver, a tre ore da qui, e sinceramente Lex, non sono disposto a rinunciare al nostro amore".
Lo bacio sulla guancia, non mi abituerò mai alle sue dichiarazioni spontanee.
"Mi inventerò qualcosa" dice poco dopo e sorride.
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The diary of the time
RomanceUn sogno nel cassetto che porterà Lexy e sua sorella Amy a trasferirsi a Seattle. Ignara di quello che la aspetta in quella grande città, Lexy inizierà la sua avventura alla ricerca di nuovi stimoli, nuove amicizie, nuove emozioni, e chissà, magari...