Capitolo 30

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Oliver.


Sono appena passate le undici quando l'aereo atterra al John F. Kennedy di New York.

Oggi ho un importante pranzo di lavoro con il Signor Graam, non vedo l'ora di dargli un volto visto che finora ci siamo sentiti solo tramite mail.
Mi affretto a noleggiare una macchina, Manhattan dista circa 20 km da qui e non voglio dover perdere tempo con i taxi.
È una bellissima giornata, il sole splende e fa piuttosto caldo. Decido di togliermi la giacca e sollevare le maniche della camicia, non voglio arrivare al mio appuntamento madido di sudore, sarebbe poco elegante e poco professionale.
In radio passa "Take me home" e sorridendo mi immetto nel traffico e inizio a cantare.
Quando arrivo a destinazione, con circa dieci minuti d'anticipo, mi infilo la giacca e faccio un bel respiro, se tutto va bene, questo incontro porterà alla Montgomery srl, tanti, tanti soldi.

Entro nel ristorante e spiego al maìtre che ho un appuntamento con il Signor Graam, lui sogghigna e mi invita a seguirlo.
Quando arrivo al tavolo, lo guardo con aria interrogativa, una bellissima donna da gli occhi color ghiaccio si alza e sorridendo esclama:
"Deduco lei sia il Signor Montgomery" ha un sorriso mozzafiato.
La guardo con diffidenza: "Lei invece è? Io aspettavo il Signor Graam".
Lei mi guarda e scoppia a ridere in una sonora risata, scoprendo i suoi bianchissimi denti.
"Credo ci sia un equivoco" mi tende la mano, "Piacere Sarah Graam"

Non so cosa dire, non mi aspettavo di trovare una donna.
Mi scuso e tendendole la mano mi presento, poi per rompere il ghiaccio le chiedo se possiamo darci del tu.
Siamo l'uno di fronte all'altra e ordiniamo quello che sarà il nostro pranzo. La osservo incuriosito, questa donna è di una bellezza imbarazzante. Mi sento quasi in colpa verso Lexy, per la piega che stanno prendendo i miei pensieri.
Il pranzo procede bene, Sarah mi spiega che la sua azienda tratta una cosa molto comune al giorno d'oggi, l'infortunistica stradale.
Necessita di appoggiarsi a uno studio legale a Seattle perché a breve apriranno una sede li e a quanto pare le hanno parlato molto bene del mio lavoro.
"So che sei uno dei migliori avvocati sulla piazza" dice facendomi l'occhiolino.
E così decidiamo di stringere una collaborazione che porterà molti clienti alla mia azienda. Poco dopo si scusa e si alza per andare alla toilette.
Ha un tailleur nero e una camicia bianca che lascia intravvedere il seno, è magra e alta. Scuoto la testa per tornare sulla terra, che diamine stai facendo Oliver.
Quando torna chiediamo il conto e mi rifiuto di far pagare lei, anche se fa leva sul fatto che sono io l'ospite.
Fuori dal ristorante ci salutiamo con la promessa che ci sentiremo presto per definire la nostra collaborazione. Con un gesto calcolato si avvicina a me e con un sorriso malizioso mi da un leggero bacio sulla guancia, sussurrando a malapena "é stato un piacere conoscerti".
Non ho il tempo di obiettare che lei sta già andando via, ancheggiando sui suoi tacchi a spillo. Ma che diavolo...

Il mio telefono inizia a squillare riportandomi alla realtà. Sul grande schermo compare la foto di Lexy.
"Tesoro" dico un attimo dopo.
"Olly tutto bene?" la sento sospirare ed è evidente che c'è qualcosa che la preoccupa.
"Si va tutto bene" dico sospirando e passandomi una mano tra i capelli "cosa ti preoccupa? sento dalla tua voce che c'è qualcosa che non va!"
"Ho provato a contattate Alexis varie volte ma non mi ha mai risposto, potresti contattare Jamie? Sono davvero preoccupata, non è da lei fare così"
La preoccupazione di Lexy è quasi palpabile.
"Va bene tesoro ma stá tranquilla, contatterò Jamie e ti farò sapere, per il resto tutto ok?" le chiedo premuroso.
"Si tesoro tutto bene, ora ti lascio che devo cercare le chiavi dell'ufficio, lo sai com è la mia borsa, fammi avere notizie per favore, a più tardi".
Mi affretto a mandare un sms a Jamie in modo da far stare tranquilla Lexy, che già deve occuparsi di tutto a Seattle, non ha bisogno di altre preoccupazioni.

"Jamie tutto bene? Sono a NY per lavoro, se hai bisogno chiama!"

Mi risponde subito dopo:

"Ho combinato un vero casino! Sono dai miei, raggiungimi quando puoi, ti spiegherò più tardi"

The diary of the timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora