Capitolo 22

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La nostra camera si trova al primo piano ed è molto carina, la parete dove poggia la testata del letto è di un bel blu oceano mentre le restanti invece sono completamente bianche. Il letto è pieno di cuscini grandi e piccoli, appoggiati a un lato ci sono sei asciugamani, due accappatoi e due paia di ciabatte usa e getta. Sulla sinistra c'è una porta finestra che da a una piccola terrazza con un tavolino e due sdraio.  La stanza da al giardino della struttura ma poco più in la, oltre le piccole villette, si vede il mare. Nell'aria c'è un bellissimo profumo di mare e di estate.
Oliver si sporge dalla porta finestra:
"Che ne dici di andare a fare una passeggiata?" chiede entusiasta.
Faccio cenno di sì con la testa ma prima vorrei fare una doccia rilassante.
Un ora dopo stiamo uscendo dalla nostra stanza per andare chissà dove. Per Oliver non è la prima volta in Sardegna.
Circa trecento metri dal nostro Hotel, posso ammirare una meravigliosa e piccola montagna.
Oliver mi spiega che quello è il punto Clou di Cagliari, la sella del diavolo, che si affaccia sulla lunga spiaggia e il mare bellissimo del famoso Poetto.
La spiaggia è affollatissima, l'acqua è così limpida che sembra una piscina, verrebbe voglia di buttarsi anche vestiti ma ci sarà tempo per nuotare.
Camminiamo per un po nella passeggiata che costeggia la spiaggia poi ci fermiamo in un piccolo chiosco per spizzicare un po' visto che non abbiamo pranzato. Poco dopo ci dirigiamo nuovamente verso l'hotel così da poter prendere la macchina e spostarci verso il centro.

"Ho bisogno di una tappa al supermercato" dico al mio fidanzato che mi guarda con aria interrogativa.
"Domani vorrei andare un po in spiaggia" spiego "ho bisogno di protezione solare e tutte quelle cose che usiamo noi donne!"
"Ci andiamo subito, tanto sarà impossibile trovare parcheggio in centro oggi che è sabato" afferma lui.
Stiamo scendendo dalla macchina e il centro commerciale davanti ai miei occhi è abbastanza grande. Quando entriamo rimango ancora più incantata, c'è il cinema, il Mc Donald's, un supermercato e tantissimi negozi, il posto è molto luminoso.
Un ora dopo Olly ride e dice a voce alta:
"Sapevo che non dovevo portarti in questo posto" in modo che io lo senta dal camerino.
Rido. Ho provato almeno due vestiti, un costume, due t-shirt e un paio di leggins.
Quando esco, la commessa solleva le sopracciglia tatuate:
"Come le stava il vestito?" chiede guardando la pila di indumenti che ho in mano.
Io sorrido:"Prendo tutto!" e faccio l'occhiolino.
Olly sospira in segno di "finalmente usciamo da questo inferno". Un attimo dopo siamo in un negozio di scarpe dove prendo due paia di infradito e un paio di all star grigio chiaro.
"Abbiamo finito per oggi con lo shopping?" scherza Olly quando usciamo dal negozio.
"Scusa tesoro deve essere il posto, dai compra qualcosa anche tu!" dico ridendo.
Alla fine convinco il mio fidanzato a comprarsi una camicia bianca leggera in lino, una polo verde menta che gli sta divinamente e un paio di Jeans.

Entriamo nel supermercato e prendo il necessario per non scottarmi, la mia carnagione è molto chiara e voglio evitare di diventare rossa come un peperone. Sono davvero stanca quando stiamo tornando verso il nostro Hotel. Oliver vorrebbe cenare fuori ma io chiedo se per stavolta possiamo rimandare e mangiare una pizza in camera mentre guardiamo la tv, sono davvero esausta.
A Seattle sarebbero le 14 mentre qui sono già le 20. Dopo quasi un giorno di viaggio e il jet lag, credo sia normale che sia devastata, non so nemmeno come faccio a tenere gli occhi aperti, anche se ho riposato un pochino in aereo.
Quando arriviamo in camera lascio i pacchi sul porta-valige e mi sdraio sul letto accendendo la tv, inizio a sentire dolori da ogni parte. Oliver mi dice che scende un attimo a chiedere delle cose al ragazzo della reception.

Quando apro gli occhi, mi guardo intorno stordita. L'orologio del mio telefono segna le 7.45. Sono ancora vestita come ieri sera, mentre il mio fidanzato dorme beatamente con solo un paio di boxer... che visione pazzesca! Devo essermi addormentata mentre aspettavo che Oliver tornasse. Delicatamente faccio scorrere l'indice sul suo profilo partendo dalla fronte, quando arrivo alla curva tra il naso e le splendide labbra, queste si sollevano in un leggero sorriso.
"Buongiorno" dico posandogli un veloce bacio sulla fronte. Si siete sul letto e si stiracchia.
"Buongiorno anche a te dormigliona" dice tirandomi a se e abbracciandomi.
"Sto morendo di fame, credo che mi darò una rinfrescata, così potremo scendere a fare colazione".
"Ok tesoro" dice lui poco convinto.
Quando torno in camera, indosso solo l'accappatoio. Dalla tenda blu scorgo sul tavolino in veranda, una ricca colazione. Oliver è appoggiato con i gomiti al muretto della veranda e guarda verso il mare. Indossa solo un paio di pantaloncini bianchi che gli arrivano al ginocchio.
Quando mi avvicino alla porta-finestra vedo del latte, the, caffè, una caraffa di succo, un piatto con fette biscottate e marmellata e dei croissant. Sembra tutto così invitante.
"Per caso sta cercando di farmi prendere peso Signor Montgomery?" dico divertita.
Lui sussulta, era così assorto nei suoi pensieri che non si è accorto del mio arrivo.
"Perché?" dice divertito.
Indico la colazione davanti a me. Si avvicina e mi cinge i fianchi, inizia a baciarmi piano e delicatamente, sa di bagnoschiuma, deve aver fatto la doccia ieri notte mentre dormivo.
Ci voleva proprio una bella colazione per ritrovare le energie.

The diary of the timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora