Capitolo 6

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  Per tutto il tragitto non faccio altro che guardare fuori dal finestrino e restare in silenzio

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Per tutto il tragitto non faccio altro che guardare fuori dal finestrino e restare in silenzio. Penso a cosa potrebbero essersi detti Amy e Oliver, muoio dalla voglia di chiederglielo ma non vorrei fare la parte di quella che si fissa con un uomo già dal primo incontro.

Finalmente il taxi si ferma, siamo arrivate a casa, paghiamo la corsa e corriamo via. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi sono accorta che avesse iniziato a piovere.Quando arriviamo all'ascensore è Amy a rompere il silenzio:
"Lex tutto ok? Ti vedo piuttosto pensierosa da quando siamo andate via da casa di Mark".
"Si, tutto ok, stavo solo pensando a quanto è bella questa città di notte" mento perché non saprei come giustificare il fatto che stavo pensando ad un ragazzo che ho appena conosciuto, non è da me.
"Lex se non ne vuoi parlare va bene però non mentirmi.  A volte dimentichi che sono tua sorella, ti conosco".
Colpita e affondata, brava Lexy sei proprio una cima.
"Niente, mi chiedevo cosa avevate tu e Oliver da bisbigliare quando siamo arrivati al parcheggio"
Amy scoppia in una risata così rumorosa che fa eco in tutto il palazzo.
"Lo sapevo, stavi morendo dalla voglia di saperlo, niente di che, mi ha lasciato il suo numero e ha chiesto se poteva avere il mio" me lo dice con disinvoltura nello stesso istante in cui sto aprendo la porta di casa e sono così sconvolta che le chiavi mi scivolano dalle mani e cadono a terra.
Quando riusciamo ad entrare vado dritta in camera mia, mi infilo il pigiama rimuginando su quello che mi ha raccontato poco fa mia sorella, infilo le mie adorate pantofole e vado in cucina per una tisana.
"Non pensavo fosse il tuo tipo".
Amy mi guarda e solleva un sopracciglio, in quel momento la immagino con un grande punto di domanda che spunta dalla sua testa.
"Oliver, non pensavo fosse il tuo tipo". Lei mi guarda stranita:
"Non ho mai detto che lo fosse, certo non è niente male, ma no, non è il mio tipo".
Ora sono io ad avere un grande punto di domanda in testa, perché ha accettato di darle il suo numero se non è il suo tipo? Senza dire una parola prendo la mia tazza fumante e vado in camera, sono già mezzanotte e mezza ed è meglio che mi metta a letto.
Domani sera sono di turno al ristorante e dovrò sbrigare le faccende in mattinata.

Quando trovo il coraggio di alzarmi dal letto sono già le 9.
Sicuramente Amy sta ancora dormendo, non ho sentito aprire la porta della sua stanza.
Oggi ha il giorno libero e rimarrà tutto il giorno a poltrire.
Mi sto dirigendo verso il bagno quando la porta della camera di mia sorella si apre e lei esce, già vestita e truccata. Ha in mano l'asciugamano che usa quando lava i capelli.
Dovevo proprio dormire come un sasso se non l'ho sentita per niente.
"Esci?".
Mi guarda stranita "Si, ho già fatto colazione, ti ho lasciato sul bancone un po di caffè.
"Ma sono le 9, dove vai a quest'ora?" chiedo.
"Esco con Oliver" dice facendo la civetta.
Mi sembra un po troppo euforica per essere uno che non è il suo tipo.
"Ah" non riesco a dire altro.
Lei si volta e si dirige verso la porta, lasciandomi in mano il suo asciugamano ancora bagnato: "mettilo tu ad asciugare per favore, sono già in ritardo, ma è bene che aspettino una volta tanto 'sti uomini, no? Ci vediamo all'ora di pranzo".
Mi fa l'occhiolino ed esce senza nemmeno darmi il tempo di rispondere. 
Dopo una bella colazione e una doccia, metto in ordine la casa e poi stiro le cose che mi servono.
Nel silenzio sento suonare il citofono.
Guardo l'orologio appenso al muro e segna le dodici in punto, Amy deve essersi dimenticata le chiavi, sempre la solita sbadata.

The diary of the timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora