"I can't save us, my Atlantis, we fall
We built this town on shaky ground
I can't save us, my Atlantis, oh no
We built it up to pull it down"Atlantis - Seafret
► PlaySolitamente nei film durante i funerali piove sempre e le persone si radunano intorno alla tomba con i loro grandi ombrelli neri e gli occhi che dicono "Ho conosciuto questa persona, l'ho amata, ma questo non è bastato a tenerla in vita". Solitamente è così, ma questa è la realtà. Questo non è un film e il cielo non piangerà, oggi. Questo non è un film e tutto ciò a cui riesco a pensare è "Ho conosciuto questa persona, l'ho amata e forse è stato questo a trascinarla sotto terra".
Quando la gente comincia a dileguarsi, capisco che la cerimonia è terminata. Posso tornare a casa. Mi avvicino alla tomba e gli sguardi di tutti si posano automaticamente su di me, mentre i loro pensieri mi pesano su ogni arto, su ogni cellula, in ogni goccia di sudore che mi cola sulla fronte. Piccole pietre appuntite mi si conficcano nelle ginocchia quando mi inginocchio sul bordo della tomba per sistemare le piccole margherite che ho raccolto lì attorno. Le poso piano, una per volta. Non c'è bisogno di fare in fretta.
Distanzio i fiori, ma non mi piacciono gli spazi vuoti tra uno e l'altro, così cerco di riavvicinarli. Per un momento penso di allontanarmi per coglierne altri, ma cambio subito idea. Ho paura che, se mi allontanassi, anche quest'ultima sfumatura che mi è rimasta di lei svanisca per sempre.
Il sole sta tramontando proprio di fronte a me, illuminando il retro della lapide e lasciando che il suo sorriso nella foto si oscuri leggermente. L'erba ne accoglie i raggi, come a cercare di assorbire più colore possibile per prepararsi all'oscurità imminente, mentre il silenzio è interrotto ogni tanto dal sussurro di una preghiera o dal pianto di quello che non sarà mai veramente un ultimo addio. Nonostante la serenità, riesco a respirare la disperazione ovunque mi giri, una morte smussata agli angoli e addolcita dai sorrisi sbiaditi di amori che hanno ormai perso il loro calore.
E non mi alzo quando le ultime persone presenti si allontanano, lasciando sulla tomba qualche fiore. Non mi alzo, neanche quando le ginocchia iniziano a farmi male, neanche quando l'aria comincia a farsi pungente, non mi interessa.
Poi, all'improvviso, l'ambiente inizia a sfumare, come se questa strana fotografia fosse stata immersa di colpo in un forte acido. I colori colano e scivolano via come da un dipinto ad acquerelli e tutto si fa così confuso che a malapena distinguo i contorni di ciò che ho intorno. Lo scenario sta cambiando. Intorno a me, l'azzurro del cielo lascia il posto al colore più scuro di quattro pareti, che mi chiudono all'interno di uno spazio che ho già avuto modo di conoscere. Sono stesa su un letto a due piazze, con le lenzuola colorate e decorate con ogni tipo di fiore di cui non conosco il nome, ma non sono affatto sola; davanti a me, infatti, qualcuno dorme immobile.
Haley.
Vorrei avere abbastanza voce per pronunciare il suo nome ad alta voce, ma non me la sento e lei continua a dormire. Nel buio fatico quasi a distinguere il punto esatto in cui i suoi capelli si confondono con la federa del cuscino. Ho le dita fredde, temo che, se ora la accarezzassi, lei si sveglierebbe, quindi non mi muovo. Nel frattempo, nella mia testa non ho ancora smesso di pronunciare il suo nome, assaporandone parzialmente il suono e desiderando sempre di più di lasciarlo scontrarsi fra i miei denti, cosa che, di conseguenza, mi rende insoddisfatta.
Mi alzo e rabbrividisco quando i miei piedi nudi si scontrano con il pavimento freddo, mentre con lo sguardo cerco la felpa grigia che ricordo di essermi tolta la sera prima. Il parquet è nascosto sotto numerosi resti di vestiti abbandonati disordinatamente a terra, mentre le superfici della scrivania, del comodino e della libreria sono ricoperte da libri di ogni tipo, sia chiusi che aperti, come se il desiderio di consultare il loro contenuto fosse troppo grande per essere soppresso. Una luce soffusa proviene dall'abat-jour vicino alla radiosveglia ed illumina appena il viso dormiente della ragazza al mio fianco, coperto parzialmente dai capelli scuri; di esso distinguo a malapena le labbra piene e la linea scura delle ciglia abbassate, che le sfiorano delicatamente le guance.
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Haley - In Morte Ultima Veritas
Mystery / ThrillerCara non sa molte cose: quale sia il vero viso di sua madre, ad esempio, o se quella in cui vive ora sia davvero casa sua o soltanto l'ennesima sosta di pochi mesi prima che suo padre la costringa a fare le valigie e partire di nuovo, verso mete sem...