Capitolo diciassette - Ad infinitum

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"You think you know all about it, then it seems you are wrong
She hit it out of the park before it'd even begun
I needed sunshine in the darkness burning out
Well now I know that I'm the fuel and she's the spark

We are bound to each other's hearts, cold, torn, and pulled apart
This love is like wildfire
And to my word now I'll be true, I can't stop this breaking loose
This love is like wildfire"

Wildfire - Seafret
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"Non puoi muoverlo così."

"Perché?"

"Il re può spostarsi solo di una casa."

"Che stronzata!"

"Piantala di frignare e gioca bene."

"Oh andiamo, è il re! Può fare quello che vuole."

"Usando questo ragionamento, la torre dovrebbe rimanere ferma per tutta la partita."

"E anche questo sarebbe un altro punto da chiarire."

"Basta, ci rinuncio, finiamola qui" dice, allontanando la scacchiera da sé.

"Cosa? No, stavo vincendo!"

"Ma se ti sono rimasti solo il re e due pedoni!"

"E allora? Fa parte della mia strategia."

"Che strategia di merda, lasciamelo dire."

Sbuffo, spostando, senza prestare troppa attenzione, il re su una casa a caso.

"Non puoi muoverlo neanche lì o sei sotto scacco."

"Odio questo gioco" ringhio, buttando giù tutti i pezzi con la mano. "Ecco, ora è patta."

"Molto matura, davvero."

Butto indietro la schiena, sentendo subito la superficie del divano giallo bloccarmi. Mi fanno male le gambe. È da quasi un'ora che stiamo giocando a scacchi sul tavolino del salotto e, dopo tre partite perse, oltre ad avere il morale a terra ho anche le ginocchia doloranti a causa della posizione scomoda in cui le ho costrette. 

"Hai fame?" mi chiede Will, impegnato a rimettere a posto tutti i pezzi in ordine di colore. Maniacale.

"No" gli rispondo, guardandomi distrattamente le unghie della mano sinistra. "Perché, tu hai fame?"

Si ferma, guardandomi fisso per un paio di secondi, come se ci stesse pensando. "No" si limita però a dire, tornando a concentrarsi su quello che stava facendo.

"Ci avrei scommesso" comincio a dire, fermandomi solo per sbadigliare. "Credo di non averti mai visto mangiare."

"Metto il cibo in bocca, lo mastico e poi lo ingoio. Nulla di così imperdibile."

Lo guardo in silenzio, mentre, con la testa abbassata e i capelli che gli nascondono gli occhi, mette il coperchio sulla scatola. Sono strani i suoi scacchi, non posso fare a meno di pensare, lanciando un'occhiata alla faccia sorridente di Topolino disegnata sul coperchio rosso. Anzi, più che strani, direi poco professionali. In una parola, infantili; dentro la scatola, infatti, la torre, il cavallo, l'alfiere, la regina e il re sono stati sostituiti da Paperina, Pippo, Paperino, Minnie e Topolino, mentre, al posto dei pedoni, ci sono dieci piccoli Pluto. Il divertimento provato quando lui li ha tirati fuori, però - giustificandoli velocemente con un borbottio che assomigliava molto ad un me li ha regalati mia nonna - è sparito molto più velocemente di quanto mi aspettassi. Giusto il tempo di tre mosse, diciamo.

Haley - In Morte Ultima VeritasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora