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Casa.

L'aereo atterra, saluto la signora e prendo un taxi per tornare a casa. Casa.. Provo una sensazione davvero strana nel pensare che sto tornando veramente a casa.
<<È nuova di qui?>> Chiede il taxista osservandomi dallo specchietto. <<No, sto solo tornando da un viaggio>>
I palazzi di Manhattan sono sempre più grandi e vicini. Per le strade riesco a rissentire la puzza di fumo e l'odore di libertà degli adolescenti.
<<Ecco a lei signorina. Vuole che l'aiuti a scaricare i bagagli?>> Chiede mentre preme un pulsante che fa aprire il cofano.
Ora che lo guardo meglio non è così tanto più grande di me. Sembra abbia la mia età
<<Si, ti ringrazio>> Sorrido mentre scendo dalla macchina. <<Uaoh.. Bella casa>> Dice sbalordito. Alzo gli occhi verso quella che un tempo era la mia vera casa e una smorfia fa capolinea sul mio viso.
Un tempo quella era casa mia, ora è solo un luogo sconosciuto di cui ho paura.
Rido di gusto mentre appoggio una sigaretta tra le labbra e il ragazzo davanti a me mi guarda storto. <<Si, lo è.. Ma sai cosa? Io preferivo una casa come tutte le altre>> Dico mentre butto fuori il fumo. Lui fa un mezzo sorriso e dopo aver tolto tutti i bagagli e dopo averlo pagato, scompare per le vie di questa tenebrosa città.
Appena entro in casa quasi mi spavento per quanto silenzio ci sia.
<<Papà?.. C'è qualcuno?>> Dico mentre metto le valigie affianco alla porta d'ingresso.
<<Mi scusi, come si permette ad entrare senza permes-?...>> Hannah, la "badante" che controllava mia madre mi guarda con gli occhi spalancati. Quasi credo abbia smesso di respirare. È sempre stata parte della nostra famiglia, anche quando io non era ancora venuta al mondo.. Da lí, non ci ha mai lasciato. Non è cambiata, solo i capelli un po più scoloriti e qualche ruga qui e là.
<<Hannah>> Urlo aprendo le braccia. <<O mio dio.. Signor Hall!>> Dice appoggiando la sua mano sulle sue labbra. <<Venga subito qua>> Cerca di alzare la voce, ma i singhiozzi causati dal pianto non glielo permettono.
Mi aspettavo un abbraccio.
Sorrido a questa scena così... Triste? Divertente? Emozionante.
<<Hannah dimmi che non mi hai fatto smettere di lavorare perché c'è un'altro ragno che gira per la stanza>> Dice un uomo in giacca e cravatta. <<Se è cosí lo prendo tra le mani e vediamo se i tuoi capelli le interesseranno come nuovo rifugio>> Continua con un ghigno di divertimento che mi crea un sorriso.
Si. Quell' "uomo in giacca e cravatta", dico io, è mio padre. Dio se è lui. Hannah non parla e gira lo sguardo verso me.
<<Ma che c'è di...>>
Mi sento osservata.
<<A-Angel?..>> Dice mentre fa cadere le braccia ai suoi fianchi. Un nodo allo stomaco si fa sentire mentre, con le lacrime agli occhi, sorrido alla visione di mio padre e Hannah. Due delle persone più importanti della mia vita.
Mio padre fa cadere il suo corpo per terra mentre sorride con le lacrime agli occhi. Mi avvicino a lui facendo un mezzo sorriso e lui mi prende la mano.
<<Avvicinati>> Sussurra. <<Ti prego, siediti affianco a me>> Si siede meglio sul pavimento e mi sorride. Mi metto affianco a lui senza dire niente e osserva ogni mio movimento.
Posa un dito sul mio viso e lo accarezza piano.
<<Oh.. Bambina mia.>> Sussurra mentre mi sposta una ciocca dietro l'orecchio. <<1..2..3..4..5..6...>> Una lacrima mi riga il viso mentre le mie labbra tremano e la mia gola pizzica. <<7..8..9..10...>>

Sono tantissime mamma!
Guarda, guarda!

<<11..12..13..14...>> Mille lacrime rigano il suo viso, ma lui continua. A volte mi guarda negli occhi, ma continua. <<Come le stelle>> Dice portando via una mia lacrima con un dito.
Come le stelle.

"Quante sono le stelle?"

Le stelle non hanno un numero mamma.

Le mie risate e quelle di mia madre girano per la mia testa.
<<Come le stelle>> Dico appoggiando la mia testa contro la sua.
Hannah emette dei singhiozzi mentre si asciuga le lacrime e corre da me. <<Bambina mia>> Dice stringendomi a lei.
Mamma. Ero la vostra bambina.
Sono la tua bambina. E tu la mia stella.
Sono tornata a casa.

Promise. [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora