Capitolo5

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Un rumore come di qualcosa che cade risuona nell'acqua del lago e sobbalzo dallo spavento mentre scruto ogni punto intorno a me, continuando a sentire il suono dell'acqua che si muove piano.
Alzo lo sguardo verso la riva del lago e intravedo qualcuno che esce dall'acqua. Scatto in piedi mentre torno indietro bruscamente, inciampando in una piccola pietra sbattendo leggermente la testa sull'erba alta e quasi soffice.
La persona sulla riva si gira sulla mia direzione e corre verso di me appena vede la mia sagoma cadere a terra.
<<Ehi, va tutto bene?>> Mi appoggia una mano sulla fronte mentre avvicina il suo orecchio sul mio petto. Sbarro gli occhi mettendomi a sedere e indietreggio leggermente mentre lo guardo negli occhi. Si strizza il ciuffo nero facendo scendere un po d'acqua e alza le mani davanti a lui facendo una smorfia innocente. <<Ehi piccola, stai tranquilla>> Ora gesticola nervosamente con le mani. <<Non ti mangio mica>> <<Sei un mostro marino che ha preso le sembianze di un umano?>> Dico tutto d'un fiato. <<Cosa? No>> Dice senza smettere di ridere.
Mi passo una mano tra i capelli e ingoio un nodo che si è formato in gola dallo spavento.  <<Aspetta...>> Dice socchiudendo gli occhi e osservandomi con attenzione.
Mi sento quasi a disagio.
<<Io ti ho già visto>> <<Che?>> <<Tu sei quella ragazza a NewYork>> Come fa a conoscermi? Io non l'ho mai visto. <<Ricordi? Sono quel ragazzo che ti ha detto di non girare per le strade buie a quel ora di notte>>

<<Ehi bionda, ti vuoi divertire?>>
<<È da maleducati non rispondere, sai?>>
<<Lasciatemi andare...>>
<<Lasciatela andare!>>

L'ultima notte.
<<Tu sei quello che mi ha mezzo salvata>> Dico mimando le virgolette nell'ultima parola. Lui annuisce sorridendo. <<Che ci fai qui?>> <<Ti dovrei fare la stessa domanda>> Dice mentre mi aiuta ad alzarmi. <<Io sono nata qui. Ti avevo detto che non ero di Miami>> Passo la mano sui miei pantaloni per togliere dei piccoli rami e delle foglie. <<Tu invece?>> Si avvicina a me togliendo un ramo dai miei capelli. <<Cerco un nuovo inizio>> Si gira verso il lago. <<Una nuova vita... Una famiglia>> Continua. <<Famiglia?>> Stento a chiedere. <<Già>> Sussurra. <<Moglie, figli eccetera?>> <<No>> Il suo tono di voce è più alto. <<Una famiglia. Non una qualunque, ma la mia famiglia>> Dice mentre prende una pietra e la lancia lungo il lago. <<Non ho mai conosciuto i miei genitori>> Sussurra stringendo i pugni.
Come siamo arrivati a questo argomento?
<<Non so come si chiamino, dove vivano, cosa fanno o se esistano ancora>> Si siede in terra stringendo l'erba e strappandone alcuna. Mi siedo affianco a lui senza fiatare mentre lo guardo negli occhi.
I suoi occhi sono chiari. Occhi di ghiaccio. Sono come quegli occhi che appena ti guardano ti pietrificano. Ti congelano facendoti perdere in un bosco freddo e buio.
Occhi di ghiaccio.
<<Mia madre si è suicidata>> Sussurro. Lui abbassa lo sguardo. <<Sono scappata pochi giorni dopo la sua morte>> Si gira cercando il mio sguardo. <<Dimmi il tuo nome>> <<Cosa?>> <<Il tuo nome>> Insiste. <<Angel. Angel Hall>> <<Qual'è la tua storia Angel Hall?>> Mi guarda negli occhi scendendo sulle labbra e tornando subito dopo sugli occhi.
Il labbro mi trema.

Promise. [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora