Capitolo 1

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Da quasi due ore ero bloccata in aereo porto in attesa che il mio volo ripartisse. ho sempre odiato aspettare, è snervante. Per fortuna lì vicino c'era una libreria, almeno potevo ammazzare il tempo in qualche modo. Ero in partenza per la Francia, stavo andando a trovare i miei zii e i miei cugini. Mamma e Papà non riuscivano più a vedermi in giro per casa. Mia madre è una persona riservata, mio Padre invece è un tipo molto espansivo. Sono sempre stati iperprotettivi e premurosi; mi vogliono bene e anch'io gliene voglio. Sono stati loro a convincermi a partire, non riuscivano più a vedermi triste e inerte, ormai da quasi tre mesi la mia vita era cambiata, da quando avevo scoperto che il mio fidanzato, o meglio il mio ex mi tradiva con una mia amica l'ho lasciato, non ho voluto più ne vedere, ne parlare con uno di loro due. Victoria era stata veramente una stronza, faceva tutta l'amica e poi… Neanche David era stato un gran signore. Quando li ho scoperti in flagrante, mi disse <<non è come pensi, anzi si lo è, tu non mi dai tutto ciò di cui un uomo ha bisogno>>. E pensare che siamo stati fidanzati per un anno e mezzo. Ricordo ancora ciò che mi disse mia sorella quando le raccontai tutto: <<Dai Charlotte, non vale la pena soffrire per un invertebrato e una gatta morta sei troppo per loro, e comunque te lo avevo detto>>. Amo mia sorella, riesce sempre a farmi arrabbiare, però le voglio lo stesso un casino di bene. Stranamente ha sempre ragione in tutto, è molto timida e riservata, mi piace definirla una donna di poche parole. Io sono l'opposto: sono sempre stata molto vivace, espansiva e chiacchierona, amo stare in compagnia, anche se a volte preferisco un buon libro. Il che mi riporta a ciò che stavo facendo prima che mi perdessi nei ricordi. Era passata già mezz'ora, stavano chiamando il mio volo. Mi affrettai, non volevo rimanere bloccata ancora in aereo porto.

Finalmente ci fu un po’ di pace, mi aspettava soltanto un'ora di viaggio. L'aereo era quasi pieno, qualche posto, come quello accanto al mio era ancora vacante. Speravo soltanto che non fosse stato assegnato ad un ragazzo, da non po’  non li reggevo proprio. Quando i portelloni furono chiusi, tutti presero posto, ed anche il sedile accanto al mio fu occupato. Con la fortuna che mi ritrovo fu occupato da un ragazzo. Le hostess ci mostrarono le procedure di sicurezza, e dopo circa 10 minuti iniziò il decollo. Non appena raggiungemmo alta quota le hostess ci disserro che potevamo sganciare le cinture di sicurezza, così mi misi più comoda. Iniziai ad osservare le nuvole, amo volare, dall'alto si ha una prospettiva diversa delle cose, tutto ciò che c'è sotto diventa piccolissimo, le case, le macchine, le persone. Tu sei al di sopra di tutto, al di sopra delle nuvole, mi sento libera è una sensazione che mi ha sempre accompagnata nei miei viaggi, è qualcosa di meraviglioso.

Le hostess iniziarono il solito giro con i carrelli, quando mi voltai vidi due occhi verdi che mi stavano fissando. <<Piacere sono Nial>>. Il ragazzo accanto mi porse la mano ed io ricambiai la sua  stretta. <<Piacere Charlotte>> mi rispose con un sorriso. Era biondo, con grandi occhi verdi, un fisico niente male e un sorriso da mozzare il fiato. L'hostess, nel fra tempo, era arrivata ai nostri posti, Nial prese dei biscotti io invece presi una barretta di cioccolato e iniziai a divorarla. <<Carenza di zuccheri?>> mi chiese. Scoppiai a ridere, come non facevo da molto tempo ormai <<No, semplicemente amo il cioccolato>> gli risposti. <<Si lo vedo>> scoppiamo a ridere entrambi. Parlai con Nial per il resto del viaggio, mi chiese da dove venivo, quanti anni avevo, scoprimmo che entrambi i nostri padri erano italiani, mentre le nostre madri francesi, mi disse che aveva solamente 21 anni, inizialmente non gli ho creduto, sembrava ne avesse 25-26, infatti mi mostrò la carta d'identità per convincermi del tutto. <<Come mai stai andando a Sant Etienne? motivi di lavoro?>>, pensai subito a ciò che mi aveva fato David e ribollì di rabbia, volevo prendere Nial a schiaffi per avermi fatto pensare al mio ex, ma infondo lui non c'entrava nulla. <<Vacanza, vado dai miei cugini. Se riuscissi a trovare un lavoro, però non mi dispiacerebbe, tu invece come mai?>> gli chiesi. <<Vado per lavoro, sto sempre a Sant Etienne, e una volta ogni due mesi vado dai miei per una settimana>>,<<Deve essere molto faticoso, immagino?>>. <<Non tanto, amo il mio lavoro quindi non mi pesa tanto>> mi risposte. Poco dopo le Hostess ci avvertirono di riallacciare le cinture di sicurezza, saremmo atterrati tra meno di 10 minuti.

Quando atterrammo Nial, prese il suo bagaglio a mano, poi si rivolse a me chiedendomi quale fosse il mio, glielo indicaie lui lo prese. Stranamente non volevo lasciar andare quel bellissimo ragazzo, mi aveva letteralmente stregata. <<Hai altri bagagli?>> mi chiese quando scendemmo dall'aereo, <<Si, ne ho un altro>> gli risposi. <<Andiamo insieme allora; anch'io ne ho un altro>>. Aveva un passo spedito,lo lasciai camminare avanti, in quel modo riuscì ad osservarlo meglio. Aveva davvero un bel lato B, le sue spalle erano larghe, le sue braccia erano fasciate da una maglia aderente che lasciava intravedere i suoi muscoli, non troppo esagerati, azzardai nel pensare che sotto la maglia avesse una tartaruga perfetta, e perché no anche un tatuaggio. Mi sentivo osservata,alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi che mi stavano scrutando, diventai subito paonazza e lo superai di corsa, non ne fui sicura ma quando gli passai accanto sorrideva.

Arrivammo al ritiro bagagli e io individuai subito la mia valigia. Era azzurra con delle righe fuxia. Nial prese la sua e io scoppiai a ridere <<Nera? che fantasia eh?!>> scoppiò a ridere anche lui, <<mi sta prendendo in giro signorina Charlotte?>> mi chiese sarcastico,<< Io? non mi permetterei mai>> scoppiamo a ridere entrambi. Ci incamminammo  verso l’aria arrivi. Era arrivato il momento dei saluti, ma io non volevo salutarlo. <<Che ne dici se ci andiamo a bere un caffè?>> l'idea non era niente male però non sapevo che fare. Fuori c'erano i miei cugini ad attendermi. Gli risposi dopo alcuni secondi <<si va bene, prendiamoci questo caffè>> i miei cugini avrebbero capito. Ci stavamo dirigendo verso un bar quando squillò il cellulare di Nial, si scusò e si allontanò. Quando tornò da me la sua faccia non prometteva nulla di buono. <<Mi spiace Charlotte ma il mio autista mi aspetta, non posso proprio prendere un caffè con te mi spiace tanto>> mi disse <<Non preoccuparti, fa niente>> gli risposi delusa. Mi diede un bacio e si volto per andare ma prima di sparire si voltò e mi disse <<Ti devo un caffè>> mi sorrise e scomparve tra la folla...

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